Christian Norgaard
Nel mondo del calcio professionistico, la pressione non si ferma al fischio finale. Per molti giocatori, il vero avversario si annida lontano dai riflettori, nelle ore insonni che precedono una partita decisiva.
Il capitano del Brentford, Christian Norgaard, ha raccontato di aver vissuto un periodo in cui temeva di cadere nella dipendenza da sonniferi, un problema sempre più discusso nel calcio di alto livello. Il centrocampista danese ha rivelato che il tutto è iniziato anni fa, quando giocava nel Brondby, e ha riconosciuto quanto sottile fosse il confine tra un aiuto momentaneo e una spirale pericolosa.
“Ricordo esattamente quando è successo la prima volta,” ha detto in un’intervista alla BBC. “Era prima di una partita importante di coppa in Danimarca, e la mia mente ha iniziato a correre. Ho dormito male e il giorno dopo ho iniziato a pensare: ‘E se ora gioco male perché ho dormito poco?’. Così, ogni volta che arrivava una partita, sentivo il bisogno di dormire bene, altrimenti sarei stato un disastro in campo.”
Un circolo vizioso difficile da spezzare, che ha richiesto l’intervento di specialisti. Grazie al lavoro con la sleep coach del Brentford, Anna West, Norgaard ha imparato a gestire l’ansia legata al sonno, evitando che si trasformasse in dipendenza farmacologica. Ma il suo caso non è isolato.
Nel 2023, l’ex giocatore di Tottenham ed Everton, Aaron Lennon, ha rivelato di aver trascorso sei mesi in riabilitazione per combattere una dipendenza da sonniferi e problemi di salute mentale. Le sue parole hanno colpito profondamente Norgaard, che ha compreso quanto fosse vicino a seguire lo stesso percorso.
“Guardare la sua testimonianza è stato toccante e doloroso,” ha ammesso il centrocampista danese. “Mi sono reso conto che avrei potuto ritrovarmi nella stessa situazione. Ho mandato un messaggio di ringraziamento ad Anna per il lavoro che abbiamo fatto insieme, perché quello era un chiaro esempio di quanto la situazione potesse degenerare.”
Il tema della dipendenza dai farmaci per il sonno è rimasto per lungo tempo nell’ombra, ma ora sta emergendo con sempre maggiore forza. Non solo nel calcio, ma in tutto il mondo dello sport professionistico. I ritmi serrati, i viaggi continui e l’ansia della competizione portano molti atleti a cercare soluzioni rapide per garantirsi il recupero necessario. Il problema, come evidenziato da Norgaard, è che l’abitudine può trasformarsi in necessità.
Nel calcio, i dettagli fanno la differenza. Un’ora di sonno in meno, una tensione che non si scioglie, possono diventare un peso insostenibile. Norgaard ha trovato una via d’uscita, ma quanti altri giocatori stanno ancora cercando di spezzare il ciclo?
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