A Madrid divampano le polemiche sul rigore annullato a Julian Alvarez

Il rigore di Julian Alvarez
La notte di Champions a Madrid lascia un’eco che non si spegne. Il derby europeo tra Real e Atletico non si chiude con il triplice fischio, ma continua nelle polemiche, nelle dichiarazioni accese, nei dubbi che si moltiplicano. Il fulcro della discussione è il rigore annullato all’Atletico per un presunto doppio tocco di Julian Alvarez. Una decisione che ha determinato l’eliminazione dei colchoneros e che ora infiamma il dibattito calcistico nella capitale spagnola. Ma c’è un problema: non esiste un’immagine chiara che sciolga ogni incertezza.
Le reazioni: rabbia e ironia
Il primo a sollevare il polverone è Diego Simeone. In conferenza stampa passa dal sorriso alla frustrazione nel giro di pochi secondi: “Che alzi la mano chi ha visto il doppio tocco!”, grida, esasperato. Una provocazione che trova subito una risposta, ma non nel modo che il tecnico argentino si aspetta. Dal suo telefono, Dani Ceballos, centrocampista infortunato del Real, posta sui social l’emoji della mano alzata. Un gesto che sintetizza l’atmosfera: per i blancos, il contatto c’è stato. Per l’Atletico, invece, è l’ennesimo episodio che alimenta la narrazione di un Real Madrid avvantaggiato nelle decisioni arbitrali.
Non serve molto per trasformare un episodio controverso in un caso nazionale. L’ex madridista Jorge Valdano parla di “uno strano movimento del pallone” che suggerirebbe un tocco doppio. Dall’altra parte, Kiko, icona colchonera, non usa mezzi termini: “Questa decisione è una vergogna”. La capitale si spacca tra ‘Vikingos’ e ‘Indios’, tra chi difende l’operato degli arbitri e chi vede un altro episodio di ingiustizia calcistica.
L’assenza di una prova definitiva
L’elemento più discusso, però, è l’assenza di una prova inconfutabile. La UEFA non fornisce un’immagine chiara del presunto doppio tocco. Si ipotizza, si analizza, si azzardano ricostruzioni, ma la certezza non arriva. A rendere il tutto più nebuloso c’è anche la fake news circolata nelle ore successive: secondo alcuni, il pallone usato avrebbe contenuto un chip in grado di rilevare ogni contatto, come accaduto agli Europei. La UEFA smentisce immediatamente: quel tipo di tecnologia non è stato impiegato in Champions League.
L’ex arbitro internazionale Toño Mateu Lahoz, oggi opinionista per Movistar, evidenzia il vero problema: “Se fosse stata un’azione così decisiva, avrei voluto vedere con i miei occhi prima di prendere una decisione. Ma noi non abbiamo visto nulla. E per questo stiamo ancora discutendo”. La mancanza di trasparenza è il nodo della questione. Se il VAR nasce per eliminare errori evidenti, come si spiega che dopo ore di analisi il caso sia ancora aperto?
L’enigma resta: giusto o sbagliato?
“L’arbitro dice che la palla si muove, ma non è così”, insiste Simeone. Secondo il tecnico argentino, il presunto tocco iniziale del piede sinistro di Alvarez non sarebbe mai avvenuto, e l’annullamento del rigore sarebbe quindi un errore arbitrale. Tuttavia, anche la sua versione si scontra con le immagini, che non offrono una ricostruzione inequivocabile.
Sul sito di Marca, il titolo riassume perfettamente il paradosso della situazione: “L’immagine esclusiva che dimostra che Julian Alvarez potrebbe aver toccato la palla due volte”. Il condizionale regna sovrano, e il dibattito continua. A Madrid si discute, si divide, si litiga. Ma la certezza assoluta resta un miraggio.