Atletico-Real Madrid
Lo scenario è pronto, il palcoscenico è il Riyadh Air Metropolitano. L’Atletico Madrid ha di fronte l’ennesima montagna da scalare: ribaltare il 2-1 incassato all’andata al Santiago Bernabéu contro il Real Madrid. I numeri pesano, la storia si fa sentire, ma i Colchoneros hanno un fattore che potrebbe rivelarsi determinante: il pubblico di casa. Il fattore Metropolitano sarà un’arma sufficiente per scardinare l’equilibrio che, da anni, caratterizza i derby madrileni in Champions League?
Diego Simeone lo sa: la sua squadra arriva a questo appuntamento in condizioni tutt’altro che ideali. Il passo falso contro il Getafe in Liga ha lasciato strascichi, non solo in classifica ma anche sul piano mentale. Tuttavia, se c’è una cosa che il Cholo ha costruito in anni di gestione, è proprio la resilienza. E su questo punta tutto. Griezmann e Julián Álvarez sono chiamati a trascinare un attacco che, per ribaltare il risultato, dovrà essere più cinico rispetto a quanto visto nelle ultime uscite.
A dare fiducia ai Colchoneros c’è un dato che fa riflettere: l’Atletico non perde una gara casalinga a eliminazione diretta di Champions League dal marzo 1997. Se il passato conta qualcosa, allora le speranze di vedere una rimonta si fanno più concrete.
Dall’altra parte, il Real Madrid si presenta con il solito mix di esperienza e talento. Carlo Ancelotti non si lascia trascinare dall’entusiasmo, consapevole di quanto le sfide europee contro l’Atletico possano nascondere insidie. Il vantaggio dell’andata è prezioso, ma non garantisce nulla.
Le certezze, però, non mancano: Vinicius Jr., Rodrygo, Bellingham e, forse (visto il problema avuto nell’allenamento di ieri che lo mette in dubbio per stasera), anche un Kylian Mbappé in grande spolvero. Ma c’è un altro dato da tenere d’occhio: il Real Madrid ha vinto tutte e tre le ultime trasferte europee, segnando esattamente tre reti per gara. Numeri che raccontano una squadra che, quando gioca lontano dal Bernabeu, non perde la sua identità.
Gli scontri diretti stagionali raccontano di un equilibrio quasi perfetto: due pareggi in Liga e la vittoria di misura del Real Madrid in Champions. La storia recente della competizione aggiunge un altro elemento di pressione per i padroni di casa: il Real ha perso solo una delle ultime 22 sfide di Champions in cui aveva vinto l’andata. E con Ancelotti, il dato è ancora più netto: nove passaggi su nove ai quarti dopo un successo nella prima gara.
Ma i derby hanno una logica propria, spesso slegata dalle statistiche. Qui entrano in gioco le emozioni, i dettagli, i colpi di classe e gli errori che possono trasformare una partita in una leggenda o in un rimpianto. L’Atletico dovrà attaccare senza scoprirsi, il Real Madrid potrà giocare di rimessa con le sue frecce offensive. Il margine di errore è minimo, il premio per chi passa è enorme: un quarto di finale contro l’Arsenal, la squadra che ha dominato il PSV all’andata con un roboante 7-1.
Una notte da dentro o fuori. Un derby che promette battaglia fino all’ultimo respiro.
Atletico Madrid: Oblak; Llorente, Gimenez, Lenglet, Galan; Giuliano Simeone, Barrios, De Paul, Lino; Griezmann, Alvarez
Allenatore: Diego Simeone
Real Madrid: Courtois; Valverde, Asencio, Rudiger, Mendy; Rodrygo, Camavinga, Tchouameni, Bellingham; Vinicius, Mbappé
Allenatore: Carlo Ancelotti
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