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Borja spreca di tutto, Armani salva: il River Plate soffre e batte nel finale l’Atletico Tucuman

Dopo la delusione cocente della finale di Supercopa Internacional persa contro Talleres, il River Plate ha ritrovato il sorriso con una vittoria sofferta contro Atlético Tucumán. Un successo di misura, 1-0, che porta la firma di Facundo Colidio, giocatore discusso e bersagliato dai tifosi nel prepartita, ma capace di prendersi una personale rivincita. Una vittoria che lascia ancora interrogativi aperti sul reale stato di forma della squadra di Marcelo Gallardo.

La serata al Monumental era iniziata con un clima teso. I tifosi non avevano dimenticato il k.o. contro Talleres e lo hanno fatto capire chiaramente: fischi assordanti hanno accolto alcuni giocatori alla lettura delle formazioni. Tra i più bersagliati, proprio Colidio, colpevole di aver fallito un rigore pesante nella finale persa. Un segnale di malumore che il River doveva dissipare sul campo. E in parte lo ha fatto.

Dominio senza cinismo

Il River ha imposto subito il proprio gioco. Intensità, verticalizzazioni rapide e pressione alta hanno caratterizzato la prestazione dei padroni di casa, che hanno creato numerose occasioni senza però riuscire a concretizzarle. Miguel Borja, chiamato a fare la differenza, ha sciupato troppo. La mancanza di cinismo è rimasta il vero tallone d’Achille di questa squadra, che ha rischiato di pagare caro gli errori sotto porta.

Dall’altra parte, Atlético Tucumán non è rimasto a guardare. Pur subendo il predominio territoriale del River, la squadra ospite ha saputo costruire alcune situazioni pericolose, trovando sulla propria strada un Franco Armani in serata di grazia. Il portiere millonario ha compiuto almeno tre interventi decisivi, evitando un pareggio che avrebbe aumentato il malcontento sugli spalti.

Colidio, dal buio alla luce

Il gol che ha deciso la partita è arrivato all’79’. Un tiro rasoterra da fuori area di Colidio, chirurgico, preciso. Un’esecuzione che ha spazzato via l’ombra del rigore sbagliato e, in parte, anche i fischi della vigilia. Al momento della sostituzione, alcuni tifosi hanno scelto di applaudirlo. Segnale che il rapporto tra il giocatore e il pubblico potrebbe ricucirsi, se confermerà questa crescita.

Il rebus della solidità

Gallardo ha messo in campo un River intraprendente, con Mastantuono e Meza a ispirare la manovra e con Aliendro e Kranevitter a dare equilibrio. L’idea di gioco è chiara, ma c’è ancora tanto da sistemare. I problemi difensivi restano un punto interrogativo: troppo spesso la retroguardia si è fatta sorprendere, obbligando Armani agli straordinari. Affidarsi così tanto al proprio portiere è un lusso che il River non può permettersi nel lungo periodo.

Lo sguardo al futuro

Con questa vittoria, i Millonarios salgono a 18 punti in Zona B, a due lunghezze dall’Independiente, capolista. Un passo avanti importante, ma che non cancella del tutto le perplessità. La squadra di Gallardo dovrà trovare più concretezza in attacco e maggiore stabilità dietro per candidarsi seriamente al titolo.

Nel frattempo, la dirigenza lavora sul mercato. Il nome di Kevin Castaño è sempre più caldo, con la trattativa che potrebbe chiudersi nelle prossime ore. Ma oltre ai movimenti di mercato, il vero obiettivo è uno solo: la Copa Libertadores. River vuole tornare a dominare il continente. Sarà pronto?

Alfonso Alfano

Sono Alfonso Alfano, 32 anni, della provincia di Salerno ma da anni vivo in Spagna, a Madrid. Appassionato di sport (calcio, tennis, basket e motori in particolare), di tecnologia, divoratore di libri, adoro scrivere e cimentarmi in nuove avventure. Conto su svariate e importanti esperienze sul Web.

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