Courtois torna in nazionale? Casteels non ci sta: “Se viene convocato io non ci sarò”

Casteels e Courtois
La nazionale belga si trova nel mezzo di un terremoto calcistico. Il ritorno di Thibaut Courtois, accolto con entusiasmo dalla federazione, ha scatenato una reazione drastica da parte di Koen Casteels, che ha annunciato il suo addio ai Diavoli Rossi. Il portiere dell’Al-Qadisya, ex Wolfsburg, ha preso la decisione contestando non tanto il collega, quanto la gestione della vicenda da parte della federazione.
Un ritorno controverso
Courtois aveva abbandonato la selezione nel 2023 dopo un duro scontro con Domenico Tedesco. L’arrivo di Rudi Garcia sulla panchina sembrava aver riaperto le porte a una sua nuova esperienza internazionale, e la federazione belga non ha esitato: porte spalancate, tappeto rosso e nessun segnale che potesse far pensare a rancori passati. Per molti, una scelta naturale, considerando il talento e l’esperienza del portiere del Real Madrid. Per altri, invece, una decisione discutibile, che ha portato a uno strappo interno nella squadra.
Casteels non ha usato mezzi termini: “Mi sembra strano che Courtois possa decidere da solo di tornare, e ancora più strano che la federazione cambi atteggiamento così rapidamente“. Il portiere ha sottolineato come la sua scelta non sia contro il collega, con cui ha avuto un confronto diretto nei mesi estivi, ma contro un sistema che, a suo dire, non rispetta i principi di equità e meritocrazia.
La reazione del pubblico
La decisione di Casteels ha diviso l’opinione pubblica, ma i dati parlano chiaro. Un sondaggio della stampa belga ha rivelato che il 92% dei tifosi sostiene la scelta del portiere di lasciare la nazionale dopo il ritorno di Courtois. Un segnale forte che evidenzia il malcontento attorno alla gestione della federazione.
Se da un lato Courtois rappresenta un valore aggiunto dal punto di vista tecnico, dall’altro la sua reintegrazione potrebbe aver minato la coesione del gruppo. Il calcio, si sa, non è solo una questione di talento tra i pali, ma anche di dinamiche interne e percezione dello spogliatoio.
E ora? La nazionale belga, già in fase di rinnovamento dopo la fine dell’era dorata di Hazard, De Bruyne e Lukaku, si trova a gestire un nuovo dilemma: il valore individuale può davvero prevalere sulla stabilità collettiva? La risposta arriverà presto, quando il Belgio tornerà in campo. Ma l’atmosfera, almeno per ora, sembra tutt’altro che serena.