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Shock in Argentina, sparatoria due fazioni della stessa curva dell’Atletico Sarmiento

Il calcio argentino torna a essere macchiato dalla violenza. Stavolta, lo scenario è stato lo stadio Eva Perón, dove il Club Atlético Sarmiento ha affrontato il Barracas Central nella nona giornata del Torneo Apertura. Nonostante il pareggio (1-1), il risultato è passato in secondo piano quando, al termine della gara, il conflitto tra due fazioni della stessa “barra brava” locale è sfociato in un’escalation di violenza senza precedenti.

Sparatoria dopo la partita

Secondo le prime ricostruzioni, due uomini in moto hanno aperto il fuoco contro un gruppo di tifosi della stessa squadra, esplodendo almeno quindici colpi di arma da fuoco. La sparatoria ha provocato il ferimento grave di tre persone, immediatamente trasportate negli ospedali della zona. Due di loro sarebbero membri delle bande in lotta per il controllo della tifoseria organizzata, mentre la terza vittima sarebbe un passante colpito accidentalmente.

Il conflitto, latente da tempo, avrebbe raggiunto il punto di rottura proprio in occasione del match contro il Barracas. La tensione tra le due fazioni era già percepibile nei giorni precedenti alla gara: avvertimenti, minacce e segnali di un’imminente resa dei conti erano nell’aria. Alcuni tifosi del Sarmiento, consapevoli del clima teso, avevano addirittura deciso di non recarsi allo stadio, temendo disordini.

Gli scontri tra frange opposte della barra brava argentina non sono una novità. Negli ultimi anni, la violenza tra gruppi organizzati è aumentata esponenzialmente, spinta dal controllo del potere all’interno delle curve, dagli interessi economici legati ai biglietti, al merchandising e perfino al traffico di droga. La polizia locale ha avviato un’indagine per identificare i responsabili dell’attacco armato, mentre il Club Atlético Sarmiento rischia sanzioni severe da parte delle autorità sportive e federali.

Resta da capire se questo episodio sarà un punto di svolta o solo l’ennesima pagina nera di un fenomeno che sembra ormai fuori controllo. Intanto, le sirene delle ambulanze hanno già lasciato il quartiere dello stadio, ma l’eco degli spari continua a risuonare nella città di Junín…

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Alfonso Alfano

Sono Alfonso Alfano, 32 anni, della provincia di Salerno ma da anni vivo in Spagna, a Madrid. Appassionato di sport (calcio, tennis, basket e motori in particolare), di tecnologia, divoratore di libri, adoro scrivere e cimentarmi in nuove avventure. Conto su svariate e importanti esperienze sul Web.

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