Liga

Il curioso caso di Brahim Diaz, più gol col Marocco che col Real Madrid

Il gol che ha piegato l’Atlético Madrid al Bernabéu non è stato solo un colpo da fuoriclasse, ma una dichiarazione. Brahim Díaz ha dimostrato di poter essere molto più di un semplice sostituto di Jude Bellingham, dando a Carlo Ancelotti una nuova opzione offensiva in un momento cruciale della stagione. La sua prestazione ha infiammato i tifosi del Real Madrid, ma anche quelli di un’altra squadra che si gode il suo talento: il Marocco.

Con il gol decisivo nell’euroderby, Díaz ha raggiunto quota sei reti stagionali con i Blancos. Un bottino rispettabile, ma che impallidisce davanti ai numeri ottenuti con la maglia dei Leoni dell’Atlas. In nazionale, il malagueño ha già segnato sette volte in appena otto presenze ufficiali, un dato che non è passato inosservato.

Un’arma letale per due squadre

La Confederazione Africana di Calcio (CAF) non ha esitato a celebrarlo, definendolo “l’arma letale del Marocco e del Real Madrid”. Una definizione che trova conferma nei numeri: tra settembre e novembre, Díaz ha messo a segno tre reti nelle due sfide contro il Gabon e quattro nei match contro il Lesotho nelle qualificazioni alla Coppa d’Africa. Un rendimento che lo ha reso un punto fermo della squadra di Walid Regragui, nonostante la concorrenza di profili di alto livello.

Se con il Marocco Brahim sembra muoversi con assoluta naturalezza, al Real il suo ruolo è stato più sfumato. L’abbondanza di talento offensivo lo ha spesso relegato in panchina, ma nelle occasioni in cui Ancelotti lo ha lanciato in campo, Brahim ha risposto presente. I quattro gol in Liga (contro Valladolid, Siviglia, Las Palmas e Betis) e le reti contro il Manchester City e l’Atletico Madrid in Champions League confermano che il talento non manca. Ciò che ancora deve trovare è continuità.

L’anno della consacrazione?

L’ultima sfida che attende Brahim Díaz non è soltanto quella di ritagliarsi più spazio nel Real Madrid. Il 2025 potrebbe essere l’anno della definitiva consacrazione con il Marocco, un’opportunità che il giocatore non ha alcuna intenzione di lasciarsi sfuggire. Ma mentre la sua stella continua a brillare con i Leoni dell’Atlas, una domanda aleggia tra le mura del Bernabéu: quanto tempo dovrà ancora aspettare per essere protagonista anche a Madrid?

Alfonso Alfano

Sono Alfonso Alfano, 32 anni, della provincia di Salerno ma da anni vivo in Spagna, a Madrid. Appassionato di sport (calcio, tennis, basket e motori in particolare), di tecnologia, divoratore di libri, adoro scrivere e cimentarmi in nuove avventure. Conto su svariate e importanti esperienze sul Web.

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