Delusione River Plate, Gallardo non va alla premiazione e attacca: “Momento difficile, senza energia non si vince”

Il ritorno di Marcelo Gallardo sulla panchina del River Plate era stato accolto come il segnale di una nuova era. L’obiettivo, dichiarato e non nascosto, era la Copa Libertadores, il trofeo che più di ogni altro definisce il successo nel calcio sudamericano. Ma il presente racconta una storia diversa. Eliminato dall’Atlético Mineiro, mai convincente in campionato, ora River si lecca le ferite dopo la sconfitta nella Supercopa Internacional contro Talleres. Una finale considerata di secondo piano, certo, ma che ha lasciato segni profondi.
Le parole di Gallardo
Gallardo lo sa, lo ammette. E non cerca scuse. “Non ci sono alibi. Il rivale, il clima, ma soprattutto noi stessi: non abbiamo trovato l’energia necessaria per affrontare partite di questa importanza”. Parole dirette, senza giri di parole. Il Muñeco sa che il suo River è lontano da quello che immaginava, e i risultati lo dimostrano. Non c’è fluidità, non c’è incisività, manca quella identità offensiva che per anni ha fatto la differenza.
L’allenatore, però, non fa drammi. “Una parte del lavoro la facciamo bene, quella difensiva. Ma per vincere serve altro. Serve energia, creatività. Dobbiamo risolvere alcune situazioni e trovare un’altra dimensione”. Un’analisi lucida, che non nasconde il momento difficile. La squadra fatica, il gioco non convince, e le aspettative restano alte. Non potrebbe essere altrimenti, soprattutto dopo un mercato in cui sono arrivati campioni del mondo e rinforzi di alto livello.
Il futuro del River
Il quadro è chiaro: River ha bisogno di una svolta. Gallardo lo ribadisce, insistendo su un concetto chiave: il tempo non è ancora scaduto. “Dobbiamo attraversare questo momento, ma siamo ancora in tempo per cambiare”. La sfida più grande non è solo tattica, ma mentale. “Servirà personalità per reagire. Non stiamo mostrando ciò che ci identifica”.
https://www.youtube.com/watch?v=n_bQgg8uIEs
L’immagine più forte della serata, però, non è stata la partita, ma l’assenza di Gallardo alla premiazione. Nessuna medaglia da vicecampione, nessuna presenza sul palco. Scelta deliberata? Lui nega. “Un piccolo errore mio. Non ci ho pensato, ero concentrato su altro. Nessuno ce lo ha detto, non c’era nulla di particolare”. Parole che suonano come un tentativo di minimizzare, ma che non cancellano il messaggio implicito.
Gallardo non si nasconde, ma River ha bisogno di risposte. E il calendario non aspetta.