Asensio detiene e consolida un curioso record in Champions League: staccati Benzema, Solskjaer e Muller

Marco Asensio
Il calcio vive di numeri, statistiche e istanti che definiscono le carriere. Alcuni giocatori emergono nei momenti chiave, incidendo quando la pressione si fa insostenibile. Marco Asensio rientra in questa categoria. Con il gol segnato contro il Club Brugge nell’andata degli ottavi di finale di Champions League, l’attaccante maiorchino ha scritto un nuovo capitolo della competizione: è diventato il miglior marcatore nella storia della Champions tra i giocatori entrati dalla panchina.
Un primato senza precedenti
Dieci gol da subentrato. Nessuno come lui. Thomas Müller, Karim Benzema e Ole Gunnar Solskjaer si fermano a quota sette. Asensio li ha superati con una costanza che non ammette casualità. Il suo primo sigillo in Champions da panchinaro risale alla stagione 2016-2017, quando chiuse con un gol il 4-2 del Real Madrid al Bayern Monaco nei quarti di finale. Poi la rete nella finale contro la Juventus, il gol pesantissimo al Bayern nella stagione successiva e il sigillo al Chelsea nei quarti del 2022-2023. Ogni volta lo stesso copione: ingresso in campo e gol. Una firma indelebile su una competizione che lo ha consacrato.
L’ultimo acuto è arrivato martedì contro il Brugge, nel finale di un match già indirizzato. Minuto 88, rigore concesso al Villa. I compagni gli affidano il pallone. Simon Mignolet intuisce la traiettoria, ma la potenza del tiro lo rende imparabile. Un’altra prova della sua affidabilità nei momenti chiave.
L’arrivo in Premier e l’impatto immediato
Gennaio porta novità, spesso rivoluzioni. Unai Emery e Monchi, architetti del progetto Aston Villa, hanno puntato su Asensio nell’ultima finestra di mercato invernale. Un acquisto che si sta rivelando decisivo. Cinque gol in poche settimane, due al Chelsea, due al Cardiff City, e quello in Champions. L’approdo in Premier League sembra aver dato nuova linfa al maiorchino, che sta diventando un’arma tattica preziosa.
Dalla sua firma, il Villa ha raccolto quattro vittorie, due pareggi e una sola sconfitta. L’unico KO è arrivato contro il Crystal Palace, proprio nella partita in cui Asensio ha giocato meno minuti. Una coincidenza difficile da ignorare.
Unai Emery e il dilemma tattico
L’allenatore spagnolo ha già dimostrato di saper valorizzare gli attaccanti. Lo ha fatto con Jhon Durán, trasformandolo in uno dei migliori cambi della Premier, prima che il colombiano lasciasse Birmingham per 90 milioni direzione Arabia Saudita. Ora il focus è su Asensio e il suo ruolo nell’economia della squadra.
C’è da gestire anche Marcus Rashford, arrivato insieme all’ex Madridista per potenziare il reparto offensivo. Il dilemma riguarda la convivenza tra i due e il talento emergente Morgan Rodgers, che ha già prodotto 19 contributi tra gol e assist in stagione. Per Asensio, il posto naturale resta la trequarti, ma Emery potrebbe provare a utilizzarlo in fascia, un’idea che per ora non sembra dare gli stessi risultati.
Un futuro ancora da scrivere
La parentesi in Inghilterra è solo un prestito. A giugno, salvo colpi di scena, Asensio tornerà al Paris Saint-Germain, club proprietario del suo cartellino. Non esiste una clausola di acquisto per l’Aston Villa, ma il suo rendimento potrebbe cambiare gli equilibri. Resterà a Parigi per giocarsi un posto o tenterà una nuova avventura?
La risposta, come sempre, arriverà sul campo. Per ora, l’unica certezza è che la Champions League ha già consacrato Marco Asensio tra i suoi protagonisti più decisivi. E il meglio potrebbe ancora dover arrivare.