Blatter e Platini di nuovo in tribunale: ecco quando arriverà il verdetto definitivo

Joseph Blatter e Michel Platini tornano a sedersi sul banco degli imputati. Gli ex vertici del calcio mondiale, rispettivamente alla guida di FIFA e UEFA, affrontano nuovamente la giustizia svizzera, con il peso di un’accusa che potrebbe costare loro fino a cinque anni di carcere.
La vicenda risale al 2015, quando un pagamento sospetto di due milioni di franchi svizzeri versati da Blatter a Platini nel 2011 scatenò un terremoto istituzionale. L’indagine portò alla sospensione di entrambi dai vertici del calcio e, infine, al processo del 2022. All’epoca, il Tribunale penale federale svizzero assolse i due ex dirigenti, ritenendo non provate le accuse di frode, falsificazione di documenti, malversazione e cattiva gestione.
Appuntamento al 25 marzo
Tuttavia, la Procura elvetica non ha accettato il verdetto. Il ricorso ha riaperto il caso, portandolo ora davanti alla Corte straordinaria d’appello. Le udienze si protrarranno fino a giovedì, mentre il verdetto definitivo è atteso per il 25 marzo.
Blatter, 88 anni, e Platini, 69, hanno sempre negato ogni accusa. Secondo la loro versione, quel denaro sarebbe stato il frutto di un accordo verbale per un lavoro di consulenza svolto da Platini tra il 1998 e il 2002. La mancanza di un contratto scritto, però, ha alimentato i sospetti, spingendo l’accusa a ritenere il pagamento irregolare e potenzialmente fraudolento.
La difesa punta ancora una volta sulla legittimità dell’intesa tra i due ex dirigenti, sottolineando come la somma fosse dovuta per un incarico reale, seppur privo di documentazione formale. Dall’altra parte, la Procura insiste sulla violazione delle normative interne della FIFA, considerando il versamento un caso esemplare di gestione opaca delle risorse dell’organizzazione.
L’esito di questo processo potrebbe riscrivere la storia giudiziaria di due figure chiave del calcio mondiale. Se condannati, Blatter e Platini rischierebbero non solo una pesante sanzione penale, ma anche un definitivo colpo alla loro reputazione, già irrimediabilmente segnata dallo scandalo. Resta da vedere se la giustizia svizzera confermerà l’assoluzione o se, questa volta, il verdetto prenderà una piega ben più severa.