L’introduzione del fuorigioco semiautomatico nel calcio inglese avrebbe dovuto rappresentare un passo avanti, un modo per velocizzare le decisioni e ridurre gli errori arbitrali. Ma nei quarti di finale di FA Cup, nel match tra Bournemouth e Wolverhampton, la tecnologia non ha evitato la controversia. Al contrario, l’ha amplificata. Otto minuti per annullare un gol, un tempo record in Inghilterra. Un’attesa infinita che ha esasperato tifosi, giocatori e allenatori.
Al minuto 35, con il Bournemouth avanti 1-0, Milos Kerkez insacca il pallone in rete. Il pubblico esulta, i compagni lo abbracciano. Ma la gioia dura poco: il VAR interviene. Le immagini mostrano che il pallone, prima di entrare in porta, sfiora la spalla di Dean Huijsen, potenzialmente in posizione irregolare. A questo punto, il fuorigioco semiautomatico dovrebbe entrare in funzione, fornendo un responso in pochi secondi. Ma qualcosa va storto.
Troppi giocatori nell’area di rigore impediscono alla tecnologia di tracciare automaticamente le linee. Gli arbitri in sala VAR devono ridisegnarle manualmente, analizzare ogni dettaglio e rivedere l’azione più volte. Nel frattempo, emerge anche un altro possibile fallo: un tocco di mano precedente che complica ulteriormente la decisione.
I minuti passano, la tensione cresce. Otto giri d’orologio prima che l’arbitro Sam Barrott annunci il verdetto: gol annullato per fuorigioco. Lo stadio esplode, ma non di entusiasmo. Dai settori di entrambe le tifoserie partono cori di protesta: “Questo non è più calcio!” e “È una vergogna!”. Un ritornello che rimbalza sulle tribune mentre i giocatori chiedono spiegazioni, i volti scuri, l’incredulità che si legge negli sguardi.
L’episodio riapre il dibattito sulla tecnologia applicata al calcio. Il fuorigioco semiautomatico, testato con successo ai Mondiali e in Champions League, avrebbe dovuto garantire velocità e trasparenza. Ma nel contesto di una partita intensa, con aree di rigore affollate e decisioni millimetriche da prendere, ha mostrato un punto debole imprevisto.
Il Bournemouth, dopo un’estenuante battaglia, ha comunque staccato il biglietto per i quarti vincendo ai rigori (5-4). Ma l’ombra dell’attesa-record rimane. E con essa, una domanda inevitabile: il calcio sta davvero diventando più giusto, o solo più lento?
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