Premier League

FA Cup, il Manchester City ai quarti con O’Reilly protagonista; ok anche il Bournemouth

Il Manchester City avanza in FA Cup con un successo in rimonta contro un Plymouth capace di sognare per quasi un tempo. La squadra di Pep Guardiola, apparentemente in controllo, ha subito una scossa inattesa nel primo tempo, quando Maksym Talovierov ha portato in vantaggio gli ospiti con un colpo di testa che ha zittito l’Etihad.

L’illusione di un’altra impresa, dopo l’eliminazione del Liverpool nel turno precedente, è durata però pochi minuti. Nico O’Reilly, appena diciannovenne, ha risposto con freddezza prima dell’intervallo, riequilibrando la partita e aprendo un varco nella resistenza del Plymouth. Nella ripresa, il City ha spinto con costanza, ma la squadra di Ian Foster ha resistito fino a quando, al minuto 77, O’Reilly ha completato la sua doppietta con un altro colpo di testa, spezzando definitivamente l’equilibrio.

L’ultimo atto è stato scritto da due interpreti d’élite: Erling Haaland ha servito un assist chirurgico e Kevin De Bruyne ha chiuso i giochi col 3-1 definitivo, lasciando solo l’eco dei sogni spezzati del Plymouth.

Bournemouth oltre il limite: rigori fatali per il Wolverhampton

Il Bournemouth raggiunge i quarti per la terza volta nella sua storia dopo una battaglia senza esclusione di colpi contro il Wolverhampton, risolta solo ai calci di rigore. Il primo colpo l’hanno piazzato i padroni di casa con Evanilson, ma un interminabile check del VAR ha negato il raddoppio a Milos Kerkez. Una tecnologia difettosa ha alimentato la frustrazione sugli spalti, mentre sul campo Matheus Cunha ha approfittato del momento per firmare il pareggio.

La tensione è esplosa nei minuti finali, quando Cunha è stato espulso per un acceso confronto con Kerkez. Si è arrivati ai rigori, e il primo errore ha subito indirizzato la sfida: Dean Huijsen ha fallito, concedendo a Matt Doherty il match point per il Wolverhampton. Il suo tiro, però, si è spento a lato. Boubacar Traoré ha colpito la traversa poco dopo, e a chiudere il cerchio è stato Luis Sinisterra, che ha mandato il Bournemouth tra le migliori otto.

Paura per Mateta, il Crystal Palace avanza

Il Crystal Palace si impone su un Millwall ridotto in dieci uomini, ma la vittoria è oscurata da un infortunio spaventoso. Dopo soli otto minuti, Jean-Philippe Mateta è stato colpito alla testa dal piede alto del portiere Liam Roberts, che ha lasciato il campo con un rosso diretto. Il gioco si è fermato per quasi dieci minuti mentre l’attaccante francese veniva stabilizzato e trasportato in ospedale.

Sul campo, il Palace ha approfittato della superiorità numerica: prima un’autorete di Japhet Tanganga, poi un gol di Daniel Muñoz hanno instradato la gara. Il Millwall ha riaperto tutto con Wes Harding, ma nel finale Eddie Nketiah ha messo il sigillo definitivo. Solo a fine serata è arrivato un sospiro di sollievo: Mateta, dal letto d’ospedale, ha rassicurato tutti. Ma il calcio, per qualche ora, era passato in secondo piano.

Osmajic affonda il Burnley, polemiche senza fine

Il Preston North End raggiunge i quarti per la prima volta dal 1966 con una vittoria netta contro un Burnley rimaneggiato. Ma il risultato passa quasi in secondo piano di fronte al nome che ha dominato la scena: Milutin Osmajic. Il montenegrino ha segnato il secondo gol e ha esultato provocatoriamente verso i tifosi del Burnley, proprio coloro che lo avevano accusato di insulti razzisti due settimane prima.

Le tensioni della vigilia si sono riversate in campo, ma il Preston è rimasto freddo: Robbie Brady ha aperto il conto, Osmajic ha raddoppiato e Will Keane ha chiuso i conti. Il Burnley, con una formazione rivoluzionata, non ha mai dato la sensazione di poter reagire. Sullo sfondo resta una vicenda aperta e avvolta nell’incertezza, che potrebbe trascendere il calcio giocato.

La FA Cup entra ora nella fase più calda, con i quarti di finale che promettono altre storie da raccontare (ieri si era già qualificato l’Aston Villa). Ma per chi ha vissuto queste sfide, l’attesa ha già il sapore dell’inquietudine. Perché il bello – e il peggio – deve ancora arrivare.

Alfonso Alfano

Sono Alfonso Alfano, 32 anni, della provincia di Salerno ma da anni vivo in Spagna, a Madrid. Appassionato di sport (calcio, tennis, basket e motori in particolare), di tecnologia, divoratore di libri, adoro scrivere e cimentarmi in nuove avventure. Conto su svariate e importanti esperienze sul Web.

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