La A-League (Australia) conferma le pause di 90 secondi per il Ramadan durante le partite

Il calcio australiano continua a muoversi verso un modello sempre più inclusivo. Anche per questa stagione, la A-League garantirà una breve interruzione di 90 secondi durante le partite serali giocate nel mese di Ramadan, permettendo ai giocatori musulmani di rompere il digiuno al tramonto. Una decisione che conferma l’attenzione della lega verso le esigenze dei suoi atleti, senza compromettere il ritmo di gioco.
Una sfida quotidiana per i giocatori musulmani
Il Ramadan impone un regime severo: dall’alba al tramonto, niente cibo né acqua. Un sacrificio che diventa ancora più impegnativo per chi fa dello sport di alto livello il proprio mestiere. Anas Ouahim, centrocampista del Sydney FC e nazionale under-23 del Marocco, conosce bene questa realtà.
“È sicuramente una sfida. Alcuni lavori sono più impegnativi fisicamente di altri, e come calciatore hai bisogno di cibo e acqua per rendere al meglio”, ha dichiarato in una nota ufficiale della A-League.
In un contesto in cui ogni dettaglio conta per massimizzare la performance, l’opportunità di poter interrompere brevemente il gioco al momento del tramonto diventa una questione di equilibrio tra fede e professione. “Quando non bevi o non mangi per così tanto tempo, rompere il digiuno al momento giusto diventa essenziale: aiuta a idratarsi e a recuperare energie con un dattero o qualcosa di leggero”.
Un’iniziativa accolta con favore
La misura, introdotta per la prima volta la scorsa stagione, ha ricevuto riscontri positivi dai giocatori e dagli staff tecnici. Non si tratta solo di una questione di rendimento sportivo, ma anche di benessere fisico e mentale. Permettere agli atleti di osservare le proprie tradizioni religiose senza penalizzazioni è un segnale forte di rispetto e apertura.
La Football Australia e i club della A-League hanno compreso l’importanza di questa flessibilità, soprattutto in un paese dove la multiculturalità è una caratteristica fondante. L’esempio del calcio australiano potrebbe diventare un modello per altre competizioni internazionali, specialmente in contesti in cui si gioca senza interruzioni durante il mese sacro per i musulmani.
L’equilibrio tra fede e competizione
Con l’inizio del Ramadan in Australia, coinciso con il tramonto di giovedì, Ouahim avrà la possibilità di usufruire della pausa già nella prossima partita del Sydney FC contro il Macarthur.
“Soprattutto per gli atleti professionisti, avere questa possibilità è davvero utile”, ha sottolineato il centrocampista, che in passato ha vestito anche la maglia del Colonia. “Mi permette di praticare la mia religione senza dover rinunciare allo sport che amo”.
Un compromesso che sembra funzionare bene. Ma cosa accadrà nelle competizioni internazionali, dove la rigidità dei regolamenti spesso lascia poco spazio a simili iniziative? In un calcio che cerca di abbracciare sempre più la diversità, la risposta potrebbe arrivare prima del previsto.