Nel calcio contemporaneo, dove il tempo per lasciare il segno si misura in settimane più che in stagioni, il destino di Dusan Vlahovic con la Juventus sembra ormai segnato. La serata da incubo vissuta contro l’Empoli in Coppa Italia ha rappresentato l’ultima incrinatura in un rapporto già fragile, portando a un epilogo che appare sempre più inevitabile: l’addio a giugno.
L’attaccante serbo, arrivato a Torino con il peso di un investimento da 80 milioni di euro, si è ritrovato al centro di un’esperienza che ha alternato momenti di esaltazione a lunghi periodi di opacità. Il gol decisivo contro il Cagliari aveva fatto pensare a una rinascita, ma tre giorni dopo la prestazione contro l’Empoli ha azzerato ogni entusiasmo.
Schierato titolare insieme a Randal Kolo Muani, con il francese defilato sull’esterno, il serbo è rimasto impalpabile per tutta la gara. Nessun guizzo, nessuna reazione. Solo un errore sotto porta e un rigore spedito in curva. Due episodi che hanno finito per chiudere ogni margine di tolleranza nei suoi confronti, in un ambiente già incline a considerarlo un problema piuttosto che una risorsa.
La questione contrattuale pesa come un macigno. L’accordo scadrà nel 2026, ma nessuna delle parti ha mostrato segni di apertura per un rinnovo. La Juventus non ha intenzione di arrivare a una scadenza a parametro zero e segue la sua consueta politica: chi non rinnova, parte. Il problema è il nodo economico. Con 12 milioni di ingaggio netto annui, il serbo ha già fatto intendere di non essere disposto a ridimensionare le sue richieste, rendendo di fatto impossibile una sua permanenza.
La lista delle pretendenti è ristretta, perché il costo dell’operazione è proibitivo per la maggior parte dei club europei. Il mercato arabo resta una soluzione sempre possibile, ma il giocatore non sembra ancora pronto per quel tipo di scelta. Chelsea, Arsenal e Manchester United sono le ipotesi più plausibili in Premier League, anche se la concorrenza interna e le strategie dei club inglesi potrebbero complicare il tutto. In Francia il Paris Saint-Germain è un’opzione, ma Luis Enrique ha trovato un buon equilibrio con Dembélé falso nueve. Resta il Barcellona, che lo ha a lungo seguito come erede di Lewandowski, ma la situazione economica dei catalani non facilita una trattativa di questa portata.
L’addio di Vlahovic sembra solo una questione di tempo. La Juventus si prepara a voltare pagina. Resta solo da capire chi sarà disposto a scommettere su un attaccante che, tra alti e bassi, non ha mai davvero trovato la sua dimensione a Torino.
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