Il calcio potrebbe essere sull’orlo di una trasformazione radicale. La IFAB, organo incaricato di regolamentare lo sport più seguito al mondo, si riunirà il 1° marzo per discutere quattro possibili modifiche che, se approvate, potrebbero cambiare la dinamica del gioco.
La prima proposta porta la firma di Arsène Wenger. L’ex tecnico dell’Arsenal, oggi responsabile dello sviluppo del calcio mondiale per la FIFA, spinge per una riforma del fuorigioco: un attaccante non sarebbe più in posizione irregolare se anche solo una parte del suo corpo fosse in linea con l’ultimo difensore. Un cambiamento che favorirebbe chiaramente il gioco offensivo, riducendo drasticamente le difese alte e allungando il campo.
La misura non sarebbe solo una revisione tecnica, ma un intervento che inciderebbe direttamente sull’equilibrio tattico delle squadre. L’idea di un attacco con maggiore libertà di movimento potrebbe rendere il calcio più spettacolare, ma resta da capire come reagiranno i difensori, già in difficoltà con le attuali regole interpretative del VAR.
Un’altra proposta mira a rendere più trasparente il processo decisionale arbitrale. Dopo aver consultato il VAR, il direttore di gara spiegherebbe in diretta al pubblico sugli spalti e ai telespettatori le ragioni della sua decisione. L’obiettivo è aumentare la chiarezza e ridurre le polemiche, ma ciò potrebbe anche amplificare le contestazioni.
Basti pensare a come potrebbero reagire le tifoserie nei momenti di tensione. Un rigore concesso o una rete annullata, spiegati in tempo reale davanti a decine di migliaia di spettatori, potrebbero trasformare gli stadi in vere e proprie aule di tribunale, con il pubblico pronto a emettere il proprio verdetto ancor prima che riprenda il gioco.
La terza innovazione cambierebbe completamente l’uso del videoarbitro. La FIFA sta considerando di assegnare agli allenatori la facoltà di richiedere l’intervento del VAR, limitandone così l’uso a specifici episodi contestati, un po’ come avviene nel tennis o nel football americano con il “challenge”.
Questa modifica renderebbe le scelte arbitrali ancora più strategiche. Quando conviene chiamare il VAR? Su un possibile rigore, su un fallo a centrocampo che potrebbe valere un rosso o su un gol dubbio? Gli allenatori dovrebbero bilanciare il rischio di perdere un’opportunità con la necessità di conservare i propri “gettoni” per momenti cruciali.
L’ultima proposta punta a una maggiore efficacia del tempo di gioco. L’arbitro potrebbe interrompere il cronometro in caso di infortuni gravi o situazioni da verificare con il VAR, eliminando le perdite di tempo e rendendo più equo il computo dei minuti effettivi.
Una soluzione che sembra logica, soprattutto per evitare le polemiche sui recuperi assegnati a discrezione del direttore di gara. Tuttavia, introdurre una gestione simile potrebbe allungare la durata effettiva delle partite e modificare le dinamiche della gestione delle energie da parte delle squadre.
Le proposte sono sul tavolo e la FIFA dovrà decidere se portare avanti una trasformazione che potrebbe riscrivere molte delle attuali strategie. Per il momento, se approvate, le nuove regole verranno sperimentate nei campionati giovanili e dilettantistici a partire dall’estate. Ma la domanda resta: il calcio è pronto a cambiare volto? La risposta arriverà presto.
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