2023, l’agonizzante suicidio del Botafogo

Tornate con la mente ad inizio 2023, nel momento in cui il mese di gennaio era ormai prossimo a volgere al termine. La classifica della Serie A decretava “Campione d’Inverno” il Napoli di Spalletti con 12 punti di vantaggio sul Milan. Nessun calciofilo, a ragion veduta, metteva in discussione la conquista dello Scudetto da parte dei partenopei dopo un digiuno durato 33 anni, tant’è che il girone di ritorno non è stato altro una splendida cavalcata celebrativa volta ad omaggiare la squadra del tecnico di Certaldo.
Ora fate uno sforzo – non di poco conto, ne siamo consci – e immaginate se quel Napoli, quello splendido Napoli, fosse stato autore di un autentico harakiri, lasciandosi recuperare tutto il bottino accumulato, concludendo il campionato addirittura al quinto posto. Lo sappiamo, è difficile da credere. Eppure, al di là dell’Atlantico, nella splendida patria del Futebol, tutto ciò è accaduto realmente. E va oltre qualsivoglia immaginazione.
Oltre ogni immaginazione
Va oltre ogni immaginazione per com’è maturata. Va oltre ogni immaginazione per tutte le volte che la squadra è sembrata risorta e poi morta. Va oltre ogni immaginazione per le beffe subite. Va oltre ogni immaginazione per com’è sfumato il sogno di tornare ad essere Campeão dopo quasi trent’anni di astinenza, in modo atroce e mai visto prima nella storia del calcio internazionale.
Eh sì, perché perdere il titolo nazionale dopo aver scialacquato un significativo vantaggio non è poi così raro, ma perdere punti e scontri diretti nelle modalità accadute a questa squadra brasiliana rappresenta, con ogni probabilità, un unicum. Avete presente la famosa “nuvoletta nera” di fantozziana memoria che rendeva improbabili le già discutibili gesta sportive del più famoso “ragioniere” del Belpaese?
Essa, con ogni probabilità, ha preso casa in quel di Rio per qualche mese ed ha fatto sì che il sogno del Botafogo, quasi una certezza al termine della fine del girone d’andata, diventasse un autentico incubo, consegnando ai posteri un racconto fantascientifico, o drammatico fate vobis, che verrà tramandato di generazione in generazione. E, statene certi, non sarà la fiaba di Natale che i tifosi della compagine carioca racconteranno ai propri figli o nipoti.
John Textor e il sogno di riportare il Botafogo nell’olimpo del calcio brasiliano
Il Botafogo ha vissuto un ultimo decennio tutt’altro che tranquillo, tra problemi finanziari e due retrocessioni in Serie B. Eppure, nel 2022, un facoltoso miliardario americano, già primo azionista del Crystal Palace, decide che è venuto il momento di espandere la propria galassia calcistica acquistando il 90% delle quote del Fogão, appena ritornato nel gotha calcistico brasiliano dopo un anno di purgatorio nella serie cadetta: John Textor.
I progetti del magnate statunitense sono ambiziosi, ma partono, inevitabilmente, da una ristrutturazione finanziaria del club, con lo sfruttamento dell’impianto di gioco, il bellissimo Nilton Santos, per eventi extra-sportivi in grado di richiamare decine di migliaia di persone (politica seguita da altri club brasiliani, tra i quali Palmeiras e San Paolo); per rendere possibile tutto ciò, la dirigenza del Botafogo opta per il manto sintetico, onde evitare che quello erboso venga danneggiato dalle frequenti manifestazioni ospitate all’interno dell’impianto.
Textor, oggi proprietario anche del Lione, decide di affidare le chiavi della conduzione tecnica a Luis Castro, navigato tecnico portoghese, capace di compiere tre autentiche imprese in patria (portando Rio Ave, Chaves e Vitoria Guimaraes a ridosso delle zone nobili della classifica) e di vincere un titolo ucraino alla guida dello Shakthar. L’influenza degli allenatori portoghesi in Brasile è significativa da almeno un lustro a questa parte: Jorge Jesus (ex Flamengo) e Abel Ferreira (Palmeiras) ne sono gli esempi più lampanti.
Luis Castro, l’uomo della rinascita, abbandona dopo dodici giornate
La scelta, però, non produce subito gli effetti sperati, nonostante un mercato dal quale ci si aspettava di vedere il Fogão stabilmente nella parte sinistra della classifica. Lo scotto di presentarsi ai nastri di partenza come “neopromossa”, viene pagato a caro prezzo. E la squadra chiude all’undicesimo posto. Da qualche parte viene chiesta la testa di Luis Castro, ma Textor va avanti per la sua strada, convinto che il portoghese sia l’uomo della rinascita dell’O Glorioso, e pone un obiettivo imprescindibile per il 2023: la qualificazione in Libertadores.
Il Botafogo, infatti, sulla carta non sembra in grado di competere alla pari con compagini come Palmeiras e Flamengo o il redivivo Gremio del “Conejo” Suarez. Eppure, la squadra di casa al Nilton Santos è autrice di uno straordinario avvio di stagione, dimostra una continuità di rendimento stupefacente, mentre le altre faticano a mantenere il ritmo che è riuscita ad imprimere al campionato
Si arriva alla dodicesima. Il Bota affronta il Palmeiras a San Paolo. E’ uno scontro diretto, che vede i carioca in vantaggio di 5 punti sui rivali paulisti. I bianconeri vincono grazie ad un gol di Tiquinho Soares e ad un calcio di rigore parato da Lucas Perri, staccano il Verdão di 8 punti e volano a +7 dal Gremio, in quel momento secondo in classifica.
La storia di Luis Castro in seno alla panchina del Botafogo, però, è ormai prossima ai titoli di coda. Ancora una partita, in Copa Sudamericana contro il Magallanes, e poi l’addio, attratto dall’offerta irresistibile dell’Al-Nassr e dall’opportunità di poter allenare Cristiano Ronaldo. Impossibile rifiutare: il sogno di essere l’eroe del popolo bianconero, quell’uomo in grado di riportare il club al titolo di campione nazionale, svanisce.
L’approdo di Bruno Lage ed un girone d’andata chiuso maestosamente al primo posto
Al suo posto, Textor opta per un allenatore che ben conosce: Bruno Lage. Anch’egli portoghese, dopo aver vinto un titolo passato alla storia del Benfica, preso a stagione in corso al quarto posto e condotto al successo finale con un rollino di marcia impressionante (18 vittorie e 1 pareggio), Lage ha condotto il Wolverhampton ad un onorevole decimo posto in Premier, prima di essere esonerato l’anno successivo a causa di uno zoppicante avvio di stagione.
Portoghese, con un’esperienza in un club prestigioso e reduce da un’avventura nel campionato più bello e difficile della galassia calcistica, Lage sembra l’uomo giusto per sostituire Luis Castro. L’avvio dell’avventura brasiliana conferma questa sensazione: sei punti nelle prime due partite e il Flamengo, secondo in classifica, spedito a dodici lunghezze.
Dopo il pareggio in casa del Cruzeiro, lo strepitoso girone d’andata del Botafogo si chiude con la netta affermazione ai danni dell’Internacional, che consente ai bianconeri di presentarsi al giro di boa con ben 13 punti di vantaggio nei confronti di Gremio e Palmeiras, seconde in classifica. Tutto sembra deciso. L’autostrada verso il terzo titolo di “Campione del Brasile” sembra ormai spianata. E le prime giornate del girone di ritorno, suggellate dal pareggio al Morumbi e dal netto successo interno (3-0) ai danni del Bahia, sembrano confermare che il Brasileirão è ormai nella mani del Botafogo.
Settembre funesto: salta la panchina di Lage
Certo, il pareggio in casa del San Paolo ha ridotto ad 11 il margine di vantaggio nei confronti del Palmeiras. Ma il distacco non preoccupa. Accade, però, un incidente di percorso in Copa Sudamericana. La squadra, a sorpresa, esce ai quarti per mano del Defensa y Justicia: dopo aver pareggiato al Nilton Santos (1-1), la squadra perde (2-1) in terra argentina. Questo “incidente di percorso” in ambito continentale, si rivela l’anticamera del primo sliding doors della stagione del Fogão.
Inizia un autentico “settembre funesto”: il Botafogo subisce tre sconfitte contro Flamengo (a domicílio), Atlético Mineiro e Corinthians. Sono partite perse di misura, ma qualcosa si è rotto. Il feeling tra Bruno Lage e lo spogliatoio, mai del tutto sbocciato, va letteralmente in frantumi. La squadra è ancora saldamente al primo posto, anche se il vantaggio sulle inseguitrici si è dimezzato: il Fogão, ora, ha un margine di sette punti sul Palmeiras.
La panchina di Lage salta, definitivamente, ad inizio ottobre, complice il pareggio interno contro il modesto Goias. L’ex tecnico delle Aguias viene esonerato con la squadra in piena crisi ma pur sempre prima in classifica, con 7 punti di vantaggio sul Bragantino (secondo) e 8 su Gremio e Palmeiras.
Lucio Flavio, una scelta fortemente voluta dai calciatori
La dirigenza dell’O Glorioso cede alle richieste della squadra ed affida la guida tecnica a Lucio Flavio, da tre anni vice-allenatore del Fogão (con una fugace esperienza da primo allenatore, durata quattro partite, nella stagione 2020, conclusasi a febbraio 2021 a causa del covid). Se alcuni criticavano la scelta di Lage, un tecnico arrivato a stagione in corso in un campionato ad egli totalmente sconosciuto, affidarsi al quarantaquattrenne di Curitiba sembrava l’opzione ideale per responsabilizzare i giocatori (i primi, secondo la stampa brasiliana, ad aver voluto il cambio in panchina).
Lucio Flavio oltretutto, a differenza di Lage, ben conosce l’ambiente del Botafogo e le qualità – sia calcistiche che umane – dei calciatori a disposizione. L’avvio di Lucio Flavio è convincente, grazie ai due successi esterni contro Fluminense (che da lì a qualche settimana vincerà la Copa Libertadores) e América Mineiro: la squadra guadagna altri due punti sulle più immediate inseguitrici. Il Bragantino viene spedito a 9 punti di distanza, mentre Flamengo (-11) e il terzetto Gremio-Palmeiras-Atletico Paranaense (-14) sembrano ormai totalmente fuori dai giochi.
Il successivo pareggio interno contro l’Atletico Paranaense consente di mantenere inalterato il vantaggio anche nei confronti della quinta classificata, ovvero consolidata l’accesso diretto alla prossima Libertadores, anche se alcune rivali rosicchiano due punti. La ventinovesima, che vede opposto il Fogão al Fortaleza, viene rimandata. Si giunge alla trentesima. Nonostante il “settembre funesto”, la tavola sembra ormai apparecchiata per celebrare il Botafogo campione brasiliano.
Arriva il Palmeiras al Nilton Santos
Ma in quel momento storico del campionato, tutto cambia. Siamo alla seconda sliding doors, in accezione prettamente negativa, del 2023 del Fogão . La squadra bianconera riceve la visita del Cuiabà e, contro ogni pronostico, viene sconfitta di misura. Il Palmeiras, nel frattempo, non sbaglia un colpo, approfitta anche del match in più disputato e si presenta allo scontro diretto della trentunesima giornata con un ritardo di 6 punti.
Un campionato apparentemente chiuso già al termine del girone d’andata, potrebbe potenzialmente riaprirsi. L’avvio di Botafogo-Palmeiras, tuttavia, replica fedelmente quanto accaduto durante il corso dell’anno: uno scoppiettante Fogão chiude il primo tempo in vantaggio 3-0. Tutto deciso, pare. Peccato che il Palmeiras possa contare su un talento cristallino come Endrick, che riapre parzialmente la partita in avvio di ripresa.
Sembra, però, solo un fuoco di paglia. Il fortino bianconero resiste. E al minuto numero 83, la squadra di Rio ha la possibilità di mettere la parola “fine” al match – e probabilmente al Brasileirão – grazie alla concessione di un penalty. Dagli undici metri si presenta Tiquinho Soares, il bomber della squadra, un attaccante esperto che ha vestito maglie di club prestigiosi anche nel Vecchio Continente.
Dal possibile 4-1 al 3-4 finale in poco più di un quarto d’ora: dramma Fogão, il Verdão espugna il Nilton Santos
Non è certamente il Tiquinho Soares del girone d’andata, quando timbrava il cartellino del gol in maniera disarmante, ma dispone della freddezza ed esperienza necessarie per realizzare un calcio di rigore dal peso specifico assai rilevante. Il Nilton Santos trattiene il fiato, pronto ad esplodere in un urlo liberatorio. Ma lo stesso, però, viene represso: Tiquinho, infatti, si fa neutralizzare il tiro da Weverton. Accade l’inimmaginabile. Un solo giro di lancette ed il Palmeiras, grazie a Endrick, accorcia ulteriormente le distanze.
Da un possibile 4-1, si passa al 3-2. Manca poco al termine, ma il Fogão è un pugile alle corde. Il Verdão lo percepisce, aggredisce l’avversario e acciuffa il pareggio all’89° minuto con Lopez. Non è ancora finita perché al 9° minuto di recupero avviene il sorpasso: Raphael Veiga imbecca Murilo, che di destro trafigge Lucas Perri. Notte fonda al Nilton Santos, un colpo tremendo per i tifosi dell’O Glorioso, ai quali si palesano i fantasmi, fin lì mai visti, di un possibile e clamoroso sorpasso.
Le ferite del match contro il Verdão sono difficili da lenire. La squadra bianconera, nel derby contro un Vasco de Gama alla disperata ricerca di punti per guadagnarsi la permanenza nella massima serie, perde di misura anche il match successivo e il Palmeiras, seppur con un match in più disputato, lo aggancia in vetta. La classifica del Brasileirão diventa improvvisamente corta, cortissima: cinque squadre, raccolte nel fazzoletto di tre punti, possono sognare di vincere il campionato.
El Conejo estrae dal cilindro tre perle: Botafogo totalmente risucchiato da altre quattro squadre
Il Botafogo, ora, si trova costretto ad affrontare un altro scontro diretto contro il Gremio, ma non lo può fare al Nilton Santos. Nell’impianto che ospita le gare interne, infatti, va in scena uno dei tanti spettacoli che, soprattutto durante la stagione estiva, si svolgono all’interno del medesimo. I bianconeri giocano al São Januário, stadio del Vasco de Gama, dove solo quattro giorni prima avevano perso il derby. Un impianto, a differenza del Nilton Santos, in erba naturale.
La partita è palpitante. Il primo tempo si chiude 2-1 per il Bota, che in avvio di ripresa, grazie a Marlon Freitas, si porta sul 3-1. Il Fogão è nuovamente risorto. O così, perlomeno, pare agli occhi dei propri tifosi. Peccato che gli stessi non abbiano fatto i conti con un calciatore che ha vinto Champions League e Copa America, sia stato dominante in Europa per quasi due lustri e abbia deciso di chiudere la propria carriera nella patria del Futebol: Luis Suarez, “el conejo”.
L’ex attaccante di Liverpool e Barcellona sale in cattedra e, in soli venti minuti (dal 50° al 70° minuto), segna una tripletta che ribalta completamente le sorti del match. Tre colpi letiferi, mortali, che lasciano però intatte le speranze di titolo per il Fogão. Il Palmeiras, infatti, perde nettamente lo scontro diretto col Flamengo, alimentando una classifica che, a cinque giornate dal termine, è quanto mai combattuta: Botafogo, Palmeiras, Flamengo e Gremio 59 punti; Bragantino 58.
A Bragança va in scena il terzo tragico atto del Botafogo 2023: salta Lucio Flavio
L’O Glorioso ha sempre una partita in meno, quella da recuperare contro il Fortaleza. E ad essa si aggrappa. Ha ancora virtualmente il primo posto, ma il morale è ferito da quattro sconfitte consecutive, due delle quali, contro Palmeiras e Gremio, che avrebbero messo al tappeto anche il più tenace degli ottimisti. La serie degli scontri diretti, però, non è ancora giunta al termine. Si vola in terra paulista, dove il Bragantino attende la visita degli uomini di un sempre più traballante Lucio Flavio.
Le scorie dell’incredibile ko.contro il Gremio sono ancora vive. Il Bragantino passa in vantaggio dopo tre minuti, ma col passare dei minuti il Botafogo si rianima. Gli attacchi al fortino della squadra di proprietà Redbull si fanno insistenti, fino a quando, nell’arco di due minuti, il match cambia totalmente volto: Victor Sà, al 35°, e Eduardo, al 37°, portano il Fogão in vantaggio. Ora è il Bragantino che attacca. Il muro eretto davanti a Lucas Perri resiste, là davanti viene creata qualche chance per arrotondare il risultato (mettere al sicuro, in casa Bota, è una frase quanto mai inopportuna visto l’andazzo). Ma il destino è avverso: al 96° Thiago Borbas trafigge per la seconda volta Lucas Perri e fissa il risultato sul 2-2.
Le facce dei giocatori in campo e dei tifosi sugli spalti sono emblematiche: il Botafogo non è più capolista, scalzato dal Palmeiras. Ma c’è sempre quella partita col Fortaleza da recuperare: vincerla significherebbe tornare in vetta. La dirigenza decide di giocarsi l’ultima chance: solleva Lucio Flavio dall’incarico ed affida la squadra a Tiago Nunes, che torna ad allenare nella terra natia ed abbandona un interessante progetto tecnico avviato in terra peruviana alla guida del Sporting Cristal
Contro il Santos l’ennesima burla, ma il Bota resta in corsa per il titolo a 3 giornate dal termine
L’approdo dell’ex tecnico dell’Atletico Paranaense, però, non sortisce l’effetto sperato: il Fogão, impegnato nel famigerato match di recupero contro il Fortaleza, torna dalla costa atlantica con solo un punto. Il sogno sta diventando un incubo, ma nulla è ancora perduto: mancano quattro partite e la vetta è distante solo un punto. Il debutto al Nilton Santos di Tiago Nunes avviene al cospetto del Santos, nobile squadra brasiliana che lotta per non retrocedere.
Il Botafogo va in vantaggio al 10° minuto, gestisce il match, subisce un po’ il forcing del Peixe ma crea alcune opportunità per segnare il secondo gol. Quando si entra nei minuti di recupero, però, la paura fa 90. Ed è proprio al 90° che Messias, centrale difensivo della compagine paulista, pareggia i conti: per la terza volta in poche settimane, il Fogão viene incredibilmente rimontato nei minuti finali.
Tuttavia, il campionato resta incredibilmente aperto. Il Palmeiras impatta a Fortaleza, mentre il Gremio soccombe in casa dell’Atletico Mineiro. La classifica, a sole tre giornate dal termine, si rivela un intrigante ed avvincente thriller: Palmeiras e Flamengo 63 punti; Botafogo 62; Atletico Mineiro 60; Grêmio e Bragantino 59. Sei squadre in lotta per il titolo a 270 minuti dalla conclusione del torneo.
A Coritiba l’ultimo dramma: addio a qualsivoglia velleità di titolo
La terz’ultima, d’altro canto, non pare un ostacolo insormontabile. Il Fogão rende visita al Coritiba, già aritmeticamente retrocesso nella serie cadetta. La gara, a dispetto dei pronostici della vigilia, si rivela ben presto più ostica del previsto. Gli uomini di Tiago Nunes riescono a sbloccarla al 96° minuto grazie ad un rigore realizzato da Tiquinho Soares, che riscatta, parzialmente, quello fallito nel match contro il Palmeiras.
Per una volta, il Botafogo trae giovamento dal finale di partita. Ma il destino, però, è beffardo. E quando ti ci accanisce contro, non puoi contrastarlo. Al 99° minuto, l’ormai condannato Coritiba trova il gol del pareggio. Per il Botafogo è l’ennesima beffa. E stavolta, complice la larga vittoria del Palmeiras contro l’America, i sogni di vincere il campionato sono legati solo a discorsi aritmetici che si contrastano, però, con la realtà e l’umore di tutto l’ambiente bianconero.
L’aritmetica svanisce definitivamente alla penultima, quando il Botafogo impatta contro il Cruzeiro e scivola addirittura al quinto posto, posizione che confermerà al termine del torneo dopo la sconfitta a Porto Alegre in casa dell’Internacional. Dal sogno di tornare Campeão dopo 28 anni, all’incubo di dover passare dai preliminari per partecipare alla prossima Libertadores.
Textor e la cultura degli alibi per nascondere i lapalissiani errori gestionali
Nell’arco di pochi mesi, il 2023 è passato da “anno della rinascita” ad “anno della tragedia”. A nulla valgono i dossier che sta elaborando il patron Textor per dimostrare come il Fogão sia stato danneggiato dagli arbitri. Come ripete un grande guru dello sport nostrano, anche se di nazionalità argentina, gli alibi sono solo una scusa, che diventano un argomento di difesa grazie ai quali una persona vuol provare a non assumersi la responsabilità dei propri errori.
In tal senso, la dirigenza bianconera di errori ne ha commessi a bizzeffe. Certo, non si può loro imputare l’addio di Luis Castro, dimessosi per garantire un futuro radioso a sé stesso e ai propri cari grazie al ricco contratto offerto dall‘Al-Nassr. Ma la scelta di Bruno Laga e la decisione, poi, di sollevarlo dall’incarico per accontentare i capricci dei giocatori, rei, in quel momento, di alimentare la summenzionata “cultura degli alibi” per nascondere i propri errori, sono da ascrivere alla dirigenza bianconera. Scelte sbagliate, pagate a caro prezzo.
Com’è stato altrettanto discutibile affidarsi ad un tecnico, Lucio Flavio, alla prima esperienza da “capo-allenatore”, nella convinzione (rivelatasi decisamente errata) che la conoscenza di quest’ultimo dell’ambiente bianconero e una sorta di “autogestione” trainata dai giocatori più rappresentativi potessero consentire al Fogão di vincere il titolo. La pressione, invece, ha giocato un brutto scherzo a Lucio Flavio, in primis, e a tutto quanto gravitava attorno al Fogão .
Quella frase di Renato Portaluppi che suona ancor più beffarda a stagione conclusa
Non si possono cercare alibi, oltretutto, se decidi di affittare il tuo stadio per eventi extra-sportivi nel momento più importante della stagione, costringendo la squadra a giocare in uno stadio a capacità ridotta o, in alcuni casi, lontano dal Nilton Santos. Una frase di Renato Portaluppi, tecnico del Gremio, suona beffarda ancora oggi a distanza di tempo:” se avessimo giocato sul sintetico del Nilton Santos, Luis Suarez probabilmente non sarebbe sceso in campo per via dei problemi fisici che lo affliggono”.
Quel match, come ben sapete se avete fin qui letto, fu deciso da una tripletta del Conejo. E rappresenta una delle tante, troppe, via crucis che hanno dovuto vivere i tifosi del Fogão, in un 2023 che resterà agli annali come quello del “Suicidio del Botafogo”.Con un’agonia che non si augura di vivere alcun tifoso calcistico.