La bellezza del miracolo siriano: dalla guerra contro l’ISIS al sogno Mondiale. Quando il calcio asciuga le lacrime

Alzi la mano chi si aspettava di trovarsi la Siria agli spareggi per l’ormai prossimo Mondiale. A meno che non veniate dal futuro, nessuno si aspettava un simile exploit da parte di una nazionale che, ormai, non ha più una vera casa dove disputare le proprie partite ed il motivo lo conosciamo tutti: parliamo dell’Islamic State of Iraq and Syria, meglio noto come ISIS, la cellula terroristica divenuta ormai un vero e proprio stato del terrore da qualche anno. Dal 2012, l’ISIS ha preso il controllo totale della Siria e gli scontri con chi si oppone al regime terroristico sono, da allora, all’ordine del giorno. A causa di ciò, la Siria non può disputare le partite casalinghe né ad Aleppo, né a Damasco, dove si trovano i due stadi che la federazione siriana ha designato come sua casa. L’unico paese che si è dichiarato disponibile ad ospitare la nazionale siriana è stata la Malesia, presso l’Hang Jebat Stadium. Qui, la Siria ha disputato tutte le sue partite casalinghe dal 2012 e le ha disputate con il cuore, con il pensiero rivolto a tutto il suo popolo, in preda alle sofferenze e al terrore imposto dall’ISIS.

Dopo essersi qualificata assieme al Giappone nel gruppo E come seconda e, successivamente, ammesse alla terza fase come miglior seconda, la Siria si è ritrovata nel gruppo A assieme ad Iran, Corea del Sud, Uzbekistan, Cina Qatar, un gruppo che sembrava impossibile da superare ed invece, nonostante tutte le problematiche, dopo le gare di andata, la Siria si trovava a quota otto punti, fermando l’Iran e la Corea, battendo la Cina e venendo sconfitta soltanto da Qatar ed Uzbekistan, ma solo in trasferta. Al ritorno, la Siria ha migliorato il suo rendimento ed ha perso solo una gara, quella contro la Corea, battendo Uzbekistan e Qatar ed impattando per 2-2 contro la Cina. Arriviamo così alla giornata di ieri, con la Siria pronta ad affrontare la difficile trasferta in casa di un Iran già qualificato ma con uno 0 alla voce “gol subiti”. Ai siriani andrebbe bene anche un pareggio con conseguente passo falso dell’Uzbekistan contro la Corea, ma la formazione di Hakeem non ha intenzione di giocare per il pareggio e passa addirittura in vantaggio con Tamer Haj. Il primo gol subito fa scattare una reazione rabbiosa nell’Iran che, tra primo e secondo tempo, ribalta la gara grazie alla doppietta di Sarda Azmoun, uno dei giocatori più talentuosi.

Per la Siria sembrano non esserci davvero più speranze, ma Hakeem invita i suoi giocatori a crederci ancora. Nonostante la fatica, la Siria getta il cuore oltre l’ostacolo ed al 93′ accade l’imponderabile: Mardikian si ritrova un pallone ghiottissimo tra i piedi e, davanti a lui, vede Al Soma, servendolo all’istante. Il giocatore in forza all’Al Ahli Saudi si avvicina alla porta e batte Beiranvand, con tanti saluti al suo record di imbattibilità. Dopodiché esplode la festa poiché subito si viene a sapere dello 0-0 tra Uzbekistan e Corea che porta la Siria ad un magico spareggio contro l’Australia. Sarà difficile, tremendamente difficile, ma ancora una volta la Siria giocherà con il cuore per tutta la sua gente che ha sofferto e sta soffrendo ancora e cercherà di portare un altro sorriso sui volti di adulti e soprattutto di bambini che stanno vivendo attimi difficili a causa di una vera e propria follia messa in atto dall’ISIS. Sorriso che, al momento, ha già sostituito la sofferenza, le lacrime e, per una volta, la Siria può alzare la testa, fiera di essere sulla bocca di tutti per qualcosa di bello e non per fatti raccapriccianti…ed intanto il sogno continua.

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Studente alla facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione presso l'Università degli Studi di Salerno. Aspirante giornalista e esperto di cinema giapponese. Amante del calcio e tifosissimo di Juventus, Celta Vigo e Nagoya Grampus.