Il ritorno dell’ottavo di finale tra Urawa Red Diamonds e Jeju United sorride ai giapponesi.
Al Saitama 2002 Stadium la squadra di casa ha travolto per 3 a 0 i sudcoreani dello Jeju United, ribaltando la sconfitta per 2 a 0 subita in Corea.
Gli Urawa Reds, a inizio partita, schierano un 3-4-2-1 offensivo, pronti per l’assalto già dal primo minuto di gioco, i coreani, dal canto loro, si presentano con un 5-4-1 per difendere il risultato ottenuto all’andata.
I Reds partono molto bene e, nel primo quarto d’ora di gioco, hanno un buon giro palla che consente loro di aumentare il possesso e di avvicinarsi alla porta di Ho-Jun, mentre, in questa fase, i coreani si dedicano quasi esclusivamente alla fase difensiva.
Già al 18’, però, si sblocca il risultato, a segnare è Shinzo Koroki che, deviando in porta un perfetto lancio lungo di Kashiwagi dalla trequarti, segna il goal dell’1 a 0 con un pallone imprendibile, ma non per questo il portiere sudcoreano è esente da colpe, poiché molto goffamente guarda la palla entrare, accennando solo un timido movimento di reazione. Andando avanti coi minuti la partita diviene un monopolio dell’Urawa Reds, che non fa toccare nemmeno un pallone ai giocatori dello Jeju United i quali, come detto sopra, sembrano preoccupati solamente di mantenere il vantaggio ottenuto all’andata.
In seguito alla pressione crescente dei Reds, e in seguito anche a un tremendo palo di Kashiwagi, al 33’ è Tadanari Lee a portare il risultato complessivo momentaneo in parità, il 2 a 0 significa 2 a 2 a questo punto della partita. Il goal segnato è una tipica azione dell’Urawa, infatti, Tadanari Lee, sul filo del fuorigioco, smarcatosi abilmente dai difensori, riceve un pallone filtrante da Koroki e, una volta allargatosi sulla sinistra, beffa il portiere con un bellissimo diagonale.
La prima frazione di gioco non ha nient’altro da offrire, e così si va a riposo sul 2 a 0 parziale.
La ripresa è più equilibrata, anche se non di molto, i Reds cercano il terzo goal con tutte le forze, ma le grandi imprecisioni dei giocatori di casa fanno sì che il risultato rimanga fermo sul 2 a 0 ancora a lungo.
Lo Jeju United, al contrario della prima frazione di gioco, dopo il leggero calo dell’Urawa, riesce ad avere qualche spazio in più, e, di conseguenza, cerca di avvicinarsi alla porta difesa da Nishikawa, senza, però, rendersi pericoloso.
Nel finale i coreani, avendo il fiato sul collo dei giapponesi, cominciano a far trasparire anche una lieve frustrazione, e uno dei primi segni è l’espulsione di Yong-Hyung all’81’per doppia ammonizione, dopo un’entrata molto pericolosa su Koroki intento a partire per un contropiede. Probabilmente è da questa prima espulsione che i coreani hanno cominciato a innervosirsi sempre più.
Anche il secondo tempo termina con il risultato di 2 a 0, 2 a 2 complessivo, e così l’arbitro indice i tempi supplementari.
Nel primo tempo supplementare si nota, in entrambe le squadre, una gran stanchezza, e ciò si riflette anche nel gioco, i ritmi, ovviamente, sono molto più bassi rispetto agli ultimi 45 minuti, e il gioco conseguentemente si fa più lento, visto ciò, entrambi gli allenatori optano per l’ultimo cambio e, a 5 minuti dalla fine del primo tempo supplementare, vengono buttati nella mischia Ljubijankic, per i Reds, e Mendy, per lo Jeju, ma anche con questa mossa il risultato non cambia.
Nella ripresa supplementare, a parti invertite, lo Jeju crolla e lascia ampio margine di manovra all’Urawa Reds che, stancamente ma tenacemente, si riporta nella metà campo avversaria per gli ultimi assedi. Proprio in seguito a uno di questi arrembaggi arriva il 3 a 0 che fa esplodere di gioia tutto lo stadio e la panchina, in questa occasione è il centrale difensivo Ryota Morioka a segnare che, con un movimento da attaccante, sbuca alle spalle di tutti, e devia in rete un cross, quasi disperato, di Takagi.
Successivamente al goal, negli ultimi 5 minuti, che poi diventeranno più di 10, comincia il pessimo show dei sudcoreani che, stizziti e infastiditi dal terzo goal dei giapponesi, che significa qualificazione, cominciano a metterci il fisico, così dal solito tranello che si usa per far passare il tempo, ovvero tenere palla all’altezza della bandierina, si è scatenato un putiferio con urla, insulti e spintoni, che ha reso partecipi non solo i giocatori in campo, ma anche giocatori dello Jeju entrati in campo per colpire vigliaccamente, come Dong-Gyu espulso dopo aver dato una gomitata sul volto del capitano dei Reds, Abe.
Da lì, gli ultimissimi minuti di gioco si sono giocati in una relativa calma, se così si può chiamare, ma subito dopo il triplice fischio finale, tutti i giocatori dello Jeju, sia in campo che non, e lo staff si sono catapultati sul campo di gioco andando a rovinare la festa ai giocatori di casa, colpevoli di festeggiare la vittoria.
Successivamente all’ingresso in campo dell’intera squadra coreana, e dello staff, c’è stata una terribile caccia all’uomo nei confronti dei giocatori e dello staff giapponese, durata molti minuti.
La reazione dei sudcoreani è stata dovuta, a detta di molti tifosi, al comportamento non troppo sportivo dell’arbitro, che nell’arco degli oltre 120 minuti giocati, avrebbe favorito la squadra giapponese, un comportamento che, onestamente, non si è visto. Una ulteriore spiegazione potrebbe essere, invece, il fatto che i festeggiamenti dei giocatori giapponesi potrebbero aver urtato la sensibilità dei giocatori dello Jeju poiché provocatori e fuori luogo, ma, anche in questo caso, le immagini parlano chiaro, le lacrime di Morioka sono il frutto di un durissimo lavoro durato 120 minuti, i festeggiamenti dello staff con i giocatori, come al solito, sono stati molto sobri e “in famiglia” senza atteggiamenti provocatori né offensivi, per di più subito dopo il fischio finale le telecamere hanno subito inquadrato la sportività di Kashiwagi, andato a consolare uno scosso e arrabbiato Woon. Proprio per tutto ciò, quindi, non è comprensibile una tal rabbia e violenza nei confronti degli avversari.
Splendida la reazione dei tifosi di casa, invece, che, dopo qualche mugugno di disapprovazione nei confronti del comportamento degli ospiti, hanno alzato la voce per festeggiare la propria squadra creando un atmosfera spettacolare, e chiamando uno ad uno i giocatori durante il giro di campo finale.
Tutti ci auguriamo che l’AFC prenderà seri e duri provvedimenti per il grave e palese comportamento antisportivo del team sudcoreano, che ha avuto una reazione spropositata dopo la sconfitta.
Disordini a parte, questa splendida vittoria degli Urawa Reds potrebbe essere un’altra pietra per la costruzione di qualcosa di grande a fine stagione, ora non resta che attendere i sorteggi per vedere chi sarà la prossima avversaria dei giapponesi.
qui di seguito le statistiche del match: http://www.the-afc.com/afc-champions-league-2017-match-centre
URAWA RED DIAMONDS 3-0 JEJU UNITED (3-2 totale) [Koroki 18°, Tadanari Lee 33°, Moriwaki 114° (t.s.)] |
Formazioni:
Urawa Reds, 3-4-2-1:
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