Il presidente del Southampton si poteva comprare una Lamborghini e invece ha deciso per un attaccante, e il suo nome è Manolo Gabbiadini.
Il coro dei tifosi dei Saints in estasi mostra l’entusiasmo che i gol del bomber italiano regalano. Sei gol in quattro partite sono un biglietto da visita con un impatto potente.
“Se continua così, l’anno prossimo lo vediamo al Real Madrid” chiosa Stefano Okaka, attaccante del Watford e suo vecchio compagno di squadra ai tempi della Sampdoria; ricordando l’intelligenza e la sagacia, Okaka non si stupisce delle imprese di Manolo in Premier. Ed è freschissima la notizia che il Real Madrid abbia inviato degli emissari in Inghilterra per tastare il terreno, in previsione di una possibile sostituzione di Karim Benzema.
La vittoria per 4-3 a domicilio del Watford di Mazzarri proietta il Southampton al 10° posto, con una partita ancora da disputare.
I risultati sono tanto più sorprendenti se si pensa al morale che aveva dopo aver lasciato Napoli, che probabilmente si trovava sotto i tacchetti delle scarpette. “Sarri ha un’idea precisa della squadra titolare e le riserve trovano pochissimo spazio dal momento che non applica turnover. C’è una linea ben marcata tra riserve e titolari” aveva dichiarato in una recente intervista l’attaccante. “Lo considero un grande allenatore, uno dei migliori che abbia avuto ma con lui non è scoccata la scintilla” continua. Salvo sottolineare immediatamente dopo che apprezza “le persone che dicono le cose in faccia”. Esattamente come il “carismatico” Mourinho.
Ma gli attaccanti vincenti, nello sport come nella vita, sanno trasformare la frustrazione in rabbia positiva. Gabbiadini ce ne ha dato un saggio lampante: gol all’esordio e doppietta in finale di EFL Cup contro il Manchester United per un tentativo di rimonta sfumato all’ultimo per colpa Ibrahimovic.
Tuttavia Mourinho lo apostrofa, si fa per dire, a fenomeno e Manolo accetta di buon grado i complimenti senza montarsi la testa. Si allena con ancor più determinazione e continua ad imburrarla in fondo alla rete. Ed ora è sulla bocca di tutti, non solo dei tifosi dei Saints.
L’attaccante bergamasco troverà pane per i suoi denti nel calcio inglese fatto di agonismo. E’ un attaccante completo che sicuramente crescerà molto; ha solo 25 anni (classe ’91) e una struttura fisica importante: 1,86 cm per 81 kg di peso forma. Il suo sinistro potente e preciso lo rende pericoloso anche sui calci piazzati; la rapidità di esecuzione e la sua velocità ne fanno un attaccante di razza che può giocare anche da seconda punta.
Del suo passato a Napoli non rinnega nulla: “Tre anni fondamentali per la mia crescita personale e professionale. Sul piano umano Napoli mi ha arricchito, ho creato amicizie che resteranno per lungo tempo. E i 25 gol segnati nelle mie condizioni li considero un bottino importante”.
Ora si gode il suo momento d’oro in Premier, con la piena consapevolezza di dover tenere i piedi per terra, condizione fondamentale per restare concentrato e affamato. La fama legata alle reti segnate è effimera e svanisce rapidamente se non c’è una costanza nelle realizzazioni e nelle prestazioni: “Tutto bello, tutto fantastico, ma sono il primo a tenere i piedi a terra. Il calcio è strano: all’improvviso voli verso il cielo e altrettanto rapidamente vai giù in picchiata. Però sarei bugiardo se dicessi che mi aspettavo un inizio come questo. Ho capito subito che quassù ci sono meno rigidità. Dopo tre allenamenti, sono stato buttato nella mischia. In Italia c’è invece molta prudenza. Qui no, ti mandano subito al fronte”.
L’anno scorso era Graziano Pellè, quest’anno è Manolo Gabbiadini: The Italian Job scatena sempre una gran quantità di proseliti. Well done Manolo.