Lentamente la J. League sta avendo sempre più consenso anche in Italia e, tra appassionati o semplici curiosi, sono sempre di più coloro i quali desiderano leggere notizie, opinioni e commenti a riguardo. Noi di Tuttocalcioestero.it ce la mettiamo tutta per portarvi le notizie direttamente dal Giappone a voi, e non contenti abbiamo voluto fare quattro chiacchiere con un grande conoscitore del calcio asiatico, ma in particolar modo del calcio nipponico, per saperne di più su come sarà questa annata per il calcio giapponese.
Abbiamo avuto il piacere di parlare con Emanuele Marlia, bolognese fino al midollo, un bolognese D.O.C., ma vediamo chi è Emanuele. Emanuele nasce il 1° maggio del 1990 e Laureatosi in Giurisprudenza nella sua città, e dopo aver ottenuto il patentino nell’anno 2012, ha intrapreso con passione la professione di procuratore calcistico, fino all’abolizione dell’albo agenti. Durante questo periodo, ricoprendo tale posizione, si è sia specializzato che occupato dei mercati asiatici, ed in particolare di quello giapponese. Mentre nel 2016 ha esercitato la professione d’intermediario sportivo, iscritto all’albo FIGC.
Nonostante oggi abbia smesso di svolgere tale professione, la sua passione per il calcio nipponico rimane immutata anzi, se possibile, è persino aumentata, come la sua conoscenza del settore.
Con un grande saluto e un ancora più grande ringraziamento a lui, cominciamo questa interessante intervista!
La stagione 2017 segna un grande ritorno per la J. League 1 a livello organizzativo, si tornerà, infatti, ad avere il girone unico, il tipico girone all’italiana con la classica sfida andata e ritorno, quali squilibri o equilibri può portare il ritorno di questa formula?
Che la formula del doppio stage fosse abbastanza fallimentare, si era capito ben presto e modificarla è stata una mossa azzeccata.
Il girone unico all’italiana garantisce un livello maggiore di competizione, in modo tale che i tifosi seguano con interesse il campionato per tutta la stagione. Tal elemento è molto importante, soprattutto se il tuo obiettivo è aumentare il tuo bacino d’utenza e gli introiti, sfruttando gli accordi televisivi firmati a metà 2016 tra la JFA e compagnie come il Perform Group. Sono proprio questi accordi ad aver avuto una voce predominante nella scelta della modifica della struttura del campionato.
I Reds, anche se sono stati i vincitori del secondo stage e si sono piazzati al primo posto nella classifica complessiva finale, non sono stati in grado di vincere il campionato neanche nella passata stagione, credi che l’Urawa Red Diamonds possa farcela quest’anno?
Ogni anno viene posta la stessa domanda: “Sarà questa la stagione dell’Urawa?”. A questa domanda è sempre difficile rispondere. Da parecchio tempo, sommessamente, invito l’Urawa ad una forte rivoluzione, partendo dalla panchina. Una coppa della stagione 2016 ed ottimi piazzamenti non permettono a Petrović di reputarsi intoccabile.
Per rafforzare il 3-4-2-1, la società non ha lavorato molto sul mercato, salvo l’acquisto di due giocatori per il reparto offensivo: Rafael Silva dall’Albirex e Onaiwu dalla JEF Chiba. Entrambi i giocatori dovranno dimostrare di meritarsi l’eventuale ruolo di titolari.
Passiamo al Kawasaki Frontale, su questa squadra mi è rimasto impresso un tuo commento che diceva più o meno così “E anche oggi si vince domani”.
Perché il Kawasaki non riesce a uscire da questo blocco? e inoltre, credi che anche nel 2017 sarà così per questa squadra?
Urawa e Kawasaki sono molto simili sotto questo punto di vista, ma con una grossa differenza: il Kawasaki ha scelto di rivoluzionare il proprio organico e spronare i suoi giovani a mettersi in gioco, forse troppo “protetti” da mostri sacri come Kengo Nakamura e Yoshito Okubo, sempre prodighi a mettersi la squadra sulle spalle e provare a risolvere ogni problematica.
Se ne va il mister Yahiro Kazama, tecnico che ha sempre portato del bel gioco, e che merita rispetto nonostante non abbia mai ottenuto risultati di altissimo livello. Al suo posto viene promosso il vice allenatore Toru Oniki, al quale auguro di ottenere maggior risultati su campo rispetto a Kazama. La partenza di Okubo, che ha firmato per lo F.C. Tokyo, si farà sentire in fase offensiva: 15 reti la scorsa stagione.
Sul mercato si è lavorato principalmente con l’acquisto di Hiroyuki Abe dal Gamba e di Akihiro Ienaga dall’Omiya. Koji Miyoshi, Tatsuki Nara, Ko Itakura e Ryota Oshima: può essere l’anno della loro consacrazione.
Certezze per un altro anno: l’immortale Kengo Nakamura e l’ala Yu Kobayashi.
La J. League, soprattutto la prima divisione, è da sempre imprevedibile ed instabile fino a stagione inoltrata, ma a tuo giudizio quali sono le 3 squadre che hanno la possibilità di piazzarsi tra il primo e il terzo posto alla fine?
Domanda difficile, perché in Giappone la sessione di calciomercato dura fino a fine Marzo e questo può modificare in modo consistente l’equilibrio del campionato. Volendo provare ad individuare le tre possibili prime classificate, è d’obbligo inserire per primi i campione uscenti: i Kashima Antlers. Attenzione però alla cessione di Shibasaki: la sua partenza potrebbe destabilizzare il gruppo di Ishii.
Oltre ai campioni si devono inserire gli Urawa Reds, sempre vicini al titolo ma allo stesso tempo così lontani e lo F.C. Tokyo, che sembra essersi mosso bene sul mercato: Okubo può essere un colpo da maestro, se ben supportato dai compagni ed il ritorno di Kosuke Ota garantisce sicurezza sulla fascia. Per mister Shinoda potrebbe essere una stagione molto proficua.
E invece le ultime tre?
Tra le retrocesse vedo favorite una delle neopromosse, il Consadole Sapporo, assieme all’Albirex ed al Kofu.
Sapporo non ha un organico all’altezza della J1 e rischia di ripercorrere una stagione alla Avispa Fukuoka. Anche Albirex e Kofu rischiano, soprattutto perché già l’anno scorso entrambe le compagini hanno fatto fatica a mantenere la categoria a causa di un organico non entusiasmante. Sul mercato l’Albirex si è privata del brasiliano Leo Silva (ceduto al Kashima), di Ken Matsubara (Yokohama M.) e di Gakuto Notsuda (ritornato al Sanfrecce), affidandosi a un giocatore giovane ed acerbo come Roni della squadra B del Cruzeiro. Anche il Ventforet ha investito sui brasiliani per risolvere i propri limiti di rosa: Wilson dal Sendai, Gabriel dal Sao Paulo ed Eder Lima dall’Ameriga MG. Troppo poco per entrambi.
Mi indichi quale, secondo te, potrebbe essere la variabile impazzita, la sorpresa e la mina vagante.
A mio modo di vedere sia la variabile impazzita che la mina vagante del campionato avranno sede ad Osaka. Il Gamba di Hasegawa dovrà dimenticare Usami e puntare su uno dei talenti cresciuti in casa come Ritsu Doan o Yosuke Ideguchi e dimostrare alle altre squadre di potersela giocare con tutte. Occhio anche ai giovani Ide (proveniente dall’Ichihara) e Nakahara (dall’Hokkaido).
Il Cerezo invece potrebbe dimostrarsi l’Omiya del 2017: una squadra da analizzare attentamente, partendo da un tecnico interessante come il coreano Yoon Jong Hwan, che aveva già fatto vedere buone cose con il Tosu tra il 2011-2014, fino ad arrivare a una compagine di stelle come Kiyotake, Hotaru Yamaguchi dall’Hannover 96, Yoichiro Kakitani e Kenyu Sugimoto.
E’ probabile che al Kincho si vedranno pochi giovanissimi quest’anno, ma i tifosi non si lamenteranno di ciò potendo lustrarsi gli occhi con così tanti campioni.
Consiglio: a Maruoka serve spazio, se non si riesce a garantirglielo converrebbe un prestito in J2.
L’annata scorsa ha stupito anche l’Omiya Ardija e non solo in campionato, quasi un’impresa. Cosa serve a questa squadra per ripetere, se non addirittura migliorare ciò che è stato nel 2016?
Il più grande merito dell’Omiya è l’aver trasformato la retrocessione del 2015 in un’occasione per costruire subito una squadra in grado di risalire e rimanere in prima categoria. Questa programmazione si è vista nella stagione 2016, dove la squadra ha sempre imposto il suo gioco e si è dimostrata più di una mina vagante, durante tutto il campionato.
Quest’anno la squadra di Mister Shibuya ha lavorato bene sul mercato andando a prendere Aria Jasuru Hasegawa e Genki Omae, e trattenendo Mrdja. L’unica nota negativa: la cessione di Ienaga.
Il primo obiettivo della stagione sarà sicuramente riconfermarsi, raggiunto questo si proverà a ottenere maggiori risultati.
Oltre Gaku Shibasaki anche Manabu Saito è stato in odore di Europa, però alla fine il secondo è rimasto in Giappone. Loro due rappresentano due capisaldi della nuova era dei giocatori giapponesi che sta lasciando spazio a quella ancora più nuova di Doan, Esaka, Sekine e molti altri; ma quali sono i giocatori da seguire quest’anno, le sorprese e chi esploderà?
Shibasaki ha firmato da poco per il Tenerife in Seconda divisione Spagnola, non la miglior occasione per lui, ma se saprà sfruttarla potrà ben presto essere tesserato da un top club di Liga dove dimostrare il suo talento su palcoscenici più competitivi.
Manabu invece ha appena rinnovato, voglioso di raccogliere la pesante eredità di Shunsuke Nakamura, che ha scioccato il pubblico di Yokohama firmando per la Jubilo, non concludendo la carriera con i Marinos.
La J. League ogni stagione sforna giocatori interessanti per il panorama internazionale -quantomeno in teoria-, ma questa stagione i riflettori saranno puntati sul gran numero di “campioni” tornati in patria, tra i quali Kiyotake dal Siviglia, Ota dal Vitesse e Masato Kudo dal Vancouver. Ormai non più dei ragazzini.
Mi auguro sia l’anno della definitiva maturazione di Oshima del Kawasaki e di Sekine dell’Urawa.
Finisce qui la prima parte dell’intervista ad Emanuele Marlia.