L’esonero di Claudio Ranieri: gratitudine, questa sconosciuta..

Claudio Ranieri non è più l’allenatore del Leicester, una notizia che lascia tutti a bocca aperta. Quasi come quando nei sogni ci si sveglia di soprassalto pensando di esser caduti. Sapevamo che il calcio poteva essere uno sport crudele, ma forse non immaginavamo che potesse spingersi a questi livelli. Tutti bravi a salire sul carro dei vincitori, a gridare “forza Leicester” per un uomo che aveva creato un impero in silenzio senza aver mai compiuto un gesto fuori posto o aver detto una parola sopra le righe. La classe italiana nella sua espressione più pura ed elegante. Quando si è trattato di screditarlo però, gli inglesi sono stati più italiani di noi e questa scelta ce lo ha dimostrato.

I motivi non sono ancora chiari e si stenta a credere che gente come Vardy o Drinkwater abbiano creato una sorta di alleanza contro Ranieri. Erano uomini e sono diventati supereroi grazie all’allenatore di Testaccio e mai avrebbero potuto tradirlo. Anche nella sua ultima apparizione, contro il Siviglia, è stata proprio la coppia inglese a realizzare il gol della speranza, quello che tiene il Leicester appeso ad un filo per il raggiungimento di un altro traguardo storico come i quarti di finale di Champions League.

Leicester non aveva bisogno di essere svegliata in un momento così traumatico, non per adesso, e Ranieri non meritava un’uscita di scena del genere dopo tutto ciò che di buono aveva costruito. I risultati non erano esaltanti, il mercato non ha apportato quanto dovuto, il mister ha dimostrato ancora una volta di non riuscire a cambiare camaleonticamente la propria squadra giocando sempre secondo la sua idea di calcio, ma tutti questi non sono motivi per essere esonerati 9 mesi dopo. Dov’è l’amore e la gratitudine? Si volevano costruire edifici e strade in suo onore ed oggi lo si manda via come qualsiasi altro?

Non veniteci a dire che sia stata paura di retrocedere, questa squadra era una compagine da lotta per la salvezza e dopo un anno tra le grandi è tornata ad esserlo. Con una differenza, che si rischia di essere anche ai quarti della massima competizione europea. E grazie a chi secondo voi?

Per alcuni avrebbe dovuto ritirarsi perché sarebbe stato difficile raccogliere più di quel magico 2015/2016 mentre altri sostenevano che dovesse essere eletto allenatore a vita del Leicester. Bisogna essere equilibrati quando si parla di questo sport ed è per questo che una buona via di mezzo sarebbe stata quella di terminare la stagione così, vada come vada.

Sarebbe stato più bello ed anche più romantico ed i tifosi lo avrebbero accettato in maniera meno cruenta. Ci rifiutiamo di definirlo drammatico anche qualora fosse arrivata la retrocessione, perché di drammatico nella cittadina delle Midlands dell’est ci sarà ben poco dopo quel titolo.

Se cercate Leicester su google il primo risultato sarà quello del Leicester City. Un uomo di 65 anni ha cambiato gli equilibri del calcio moderno che, per contrapposizione, lo ringrazia così.