E’ tornato il salva-Real: più concreto ed efficace che mai, fatta eccezione per un calcio di rigore fallito sul 2-1, Cristiano Ronaldo si riprende prepotentemente la scena. Reduce dal peggiore inizio di sempre da quando è in Spagna, il tre volte Pallone d’Oro dà un calcio alle polemiche e alle critiche degli ultimi giorni: tanti i segnali di nervosismo accumulati e svaniti un gol dopo l’altro, tre per la precisione, a Vitoria contro l’Alaves. 4-1 il finale per gli uomini di Zidane, capaci senza quasi sapere come di ribaltare lo svantaggio iniziale firmato Deyverson (Danilo e Keylor disastrosi) in apertura. Un rigore, più che dubbio, concesso per un tocco di mano dello stesso Deyverson sulla punizione di Bale, e una conclusione secca, senza fronzoli: è la doppietta prima dell’intervallo di Ronaldo. Di Morata, come sempre bravissimo a sfruttare ogni piccola occasione che gli viene concessa, l’altro gol dei campioni d’Europa (prima del poker finale di CR7) che passeranno un’altra giornata in testa alla Liga.
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L’involuzione è comunque palese, al di là del risveglio del condottiero portoghese. La difesa balla, ad ogni contropiede dei padroni di casa si avvertiva sensazione di pericolo; l’assenza di Casemiro, in questo senso, continua a pesare insospettabilmente tanto (gol subiti ad ogni partita senza il brasiliano), solo un gran pomeriggio di Varane ha evitato ulteriori grattacapi. Nonostante ciò i ragazzi di Pellegrino, capaci in questo inizio di stagione di violare il Camp Nou e strappare un pari al Calderon, hanno avuto due volte l’occasione per pareggiare: bravo in entrambe le occasioni Keylor Navas, prima nell’uno contro uno con Camarasa, poi sul tiro del solito Deyverson. Theo Hernandez, terzino sinistro in rpestito dall’Atletico Madrid, alla fine risulterà essere uno dei migliori in campo: futuro assicurato per il classe ’97, in Spagna i talenti puri fioccano.
Zidane trova motivi per sorridere, ancora una volta, dalla panchina: nel momento di maggior difficoltà il Madrid ha trovato nuova linfa con l’ingresso di Morata, mentre la fatica dell’Alaves cominciava a farsi sentire. Stupendo, poi, l’assist di Marcelo per l’ex Juventus, altrettanto abile a lasciare fermo Pacheco con un perfetto pallonetto. Ma per il tecnico francese c’è poco altro da salvare: Isco non vede la luce in fondo al tunnel, Bale – dopo l’inizio di stagione sfolgorante – è in netto calo e Benzema dà una volta di più ragione a chi lo vuole da tempo lontano dal Bernabeu. Sarà questo il tormentone dei prossimi giorni: perché i sette gol stagionali di Morata cominciano a pesare. Come un macigno.