Un pomeriggio pazzesco, una delle più entusiasmanti partite di Liga degli ultimi anni: Valencia e Barcellona danno vita a una partita spettacolare, decisa da un rigore al 92′ ma che in precedenza aveva regalato spunti a profusione. L’hanno spuntata i blaugrana, 3-2, dopo aver avuto la possibilità di chiudere l’incontro già nel primo tempo, dopo essere stati a un passo dal baratro e, soprattutto, dopo una serie di errori arbitrali di Undiano Mallenco che finiranno per macchiare un successo vitale. Perché Luis Enrique ha rischiato di non vincere per la quarta volta nelle prime giornate di Liga, un cammino di certo non entusiasmante. In attesa delle altre, il Barça si ritrova primo in classifica, a quota 19; al Valencia di Prandelli resta il rammarico per non aver saputo infliggere il colpo del k.o. a un rivale all’angolo. Dopo la vittoria di Gijon, non brillantissima, ha fatto seguito una prova gagliarda al Mestalla. L’ex ct della nazionale può lavorare su un gruppo che di certo non vale l’attuale (e provvisoria) 15esima posizione.
Ci sono altre note negative. La prima, tristissima: prima del quarto d’ora di gioco, entrata dura (ma corretta) di Enzo Perez su Iniesta. Il ginocchio del mago di Albacete si gira in modo innaturale, il dolore è così forte da farlo piangere. Durante il secondo tempo arriva una prima diagnosi: lesione parziale del legamento esterno del ginocchio destro, si teme un lungo stop. La seconda, comune a tanti stadi europei: il Barcellona esulta dopo il 2-3 di Messi, dagli spalti una bottiglia colpisce Neymar. Ne segue un finale convulso, contraddistinto anche da confronti troppo animati dai protagonisti in campo. Che pure avevano regalato un paio d’ore d’altissimo tasso spettacolare.
Al 22′ Messi porta in vantaggio i suoi: il gol (conclusione rasoterra dal limite) è pero viziato dalla posizione irregolare di Suarez che ostacola la visuale di Diego Alves. L’uruguaiano spreca un paio di occasioni ghiotte (una su un assist spaziale di Neymar), il Barcellona controlla agevolmente un Valencia forse troppo rinunciatario. Nonostante ciò, i catalani rischiano di restare in dieci: Busquets strattona Parejo, già ammonito, l’arbitro lo grazia. Prima dell’intervallo un paio di segnali di vita dei padroni di casa (Parejo poco sveglio in entrambe le occasioni) e quello che sembra un fallo da rigore di Umtiti su Rodrigo sono il preludio a quello che accadrà a inizio ripresa.
E’ l’ingresso in campo di Munir (l’altro grande ex della partita, Alcacer, è rimasto in panchina) a cambiare volto alla gara. La giovane punta di origine marocchina (dopo un palo colpito da Rakitic a colpo sicuro) fa secco ter Stegen al 52′ con un bellissimo esterno sinistro dal limite. Il Valencia, sulle ali dell’entusiasmo, trova anche il vantaggio, quattro minuti dopo, con un altro bel gol di Rodrigo. E’ il momento più difficile dei blaugrana, sovrastati dall’intensità agonistica dei ragazzi di Prandelli, ma è proprio qui che esce il carattere della grande squadra. Suarez, di rabbia, batte Diego Alves con un sinistro potente sugli sviluppi di un’azione d’angolo, la partita perde qualsiasi filo logico e tattico. Squadre spaccate in due, ad ogni capovolgimento di fronte è un’azione da gol. Il Valencia spreca il 3-2 con Nani, a tu per tu con ter Stegen, e almeno un paio di contropiedi ghiottissimi, il Barça risponde colpo su colpo. Quando il 2-2 sembra ormai alle porte, al 92′ il fallo da rigore su Suarez di Abdennour (fino a quel momento perfetto, schierato a sinistra dopo l’uscita dal campo di Gayà per un infortunio muscolare) regala la chance della vittoria al Barcellona. Dal dischetto si presenta Messi: miglior giocatore al mondo contro lo specialista dei rigori per antonomasia, Diego Alves. La spunta il primo, l’epilogo non è bello come la partita. Ma resta un pomeriggio da ricordare.