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Napoli-Besiktas 2-3, al San Paolo succede di tutto: decide la difesa horror dei partenopei

Tre sconfitte consecutive, se non è crisi siamo sull’orlo del precipizio: il Napoli perde al San Paolo col Besiktas (2-3), rimette clamorosamente in gioco la qualificazione agli ottavi data probabilmente per scontata troppo in fretta, e dice addio anche all’imbattibilità casalinga in Europa che durava da 18 partite e 4 anni. Oltre ai freddi numeri, comunque, è doveroso segnalare un crollo verticale degli uomini di Sarri: anche stavolta hanno deciso, almeno in parte, gli errori dei singoli (Jorginho e Insigne su tutti) ma il calo fisico, di fiducia e qualche certezza in meno dal punto di vista del gioco sono evidenti. La base è solida e probabilmente i partenopei riusciranno a rialzare la testa, ma è il primo vero momento difficile della gestione del tecnico toscano, fatta eccezione per l’inizio scorso di campionato.

Senza Gabbiadini, bocciatura clamorosa con Mertens schierato al centro dell’attacco, il Napoli parte forte e sfiora due volte il vantaggio proprio col belga. Una serie infinita di calci d’angolo (alla fine saranno 17 a 1 ma alla mezz’ora i padroni di casa avevano già abbondantemente raggiunto la doppia cifra) è intervallata dalla prima offensiva dei turchi, che passano in vantaggio. E’ Quaresma a mettere in mezzo un pallone forte e teso che taglia fuori i centrali partenopei e coglie impreparato sia Maggio (fuori posizione) che Callejon, in ritardo nel recupero: Adriano, ex Barcellona, insacca da due passi. Il Napoli non accusa il colpo e continua a macinare gioco e a creare pericoli dalle parti di Fabri. Il (meritato) pareggio arriva alla mezz’ora: Callejon è lanciato in profondità e, dopo un controllo non perfetto, riesce a crossare basso dalla destra. Mertens approfitta del buco del portiere ospite e insacca col tipico taglio sul primo palo chiesto a Sarri dai suoi centravanti. Il vantaggio, ovviamente, scuote anche il San Paolo (non pieno e piuttosto soporifero), Insigne – peggiore in campo – sfiora il gollonzo dell’anno con una conclusione da 50 metri, in realtà suggerimento per Callejon, che coglie impreparato il portiere ospite.

Ma è al 38′ che cominciano a crollare tutte le certezze del Napoli: Jorginho è sciagurato nel cercare il retropassaggio quasi da centrocampo, innesca Aboubakar che conclude anche debolmente ma riesce comunque a battere un rinunciatario Reina. Una mazzata tremenda, un altro gol regalato dopo i disastri in campionato con la Roma. Al 45′ è 1-2, il San Paolo è incredulo considerato che il punteggio poteva essere ben diverso.

A inizio ripresa si capisce definitivamente che la serata non è di quelle da ricordare: Insigne si fa parare un rigore conquistato tenacemente da Mertens, il Magnifico (mai soprannome fu meno azzeccato) chiude una delle peggiori prestazioni in maglia azzurra, testimoniata dai fischi assordanti che il San Paolo gli riserva alla sua uscita dal campo. Poteva essere il 2-2 e il preludio a un secondo tempo garibaldino, il Napoli però non riesce a reagire all’ennesima batosta psicologica e cede campo e gioco ai baldanzosi turchi. C’è il canadese Hutchinson a fare da frangiflutti e pulire tutto ciò che gli capita a tiro, Quaresma non brilla ma fa valere la sua esperienza. Nel momento di maggiore difficoltà, arriva il secondo rigore, stavolta generoso: Erkin è ingenuo nell’appoggiare entrambe le mani su Mertens che però si lascia cadere. E’ Gabbiadini, entrato da poco, a insaccare dal dischetto.

Sarà questo l’unico spunto dell’ex Sampdoria, senza dimenticare il gol in semi-rovesciata annullato (giustamente) per fuorigioco. Una mezz’ora in campo ancora una volta caratterizzata da poca grinta e zero feeling coi compagni d’attacco. Non è lui la risposta all’infortunio, sempre più pesante, di Milik. Il 2-2 potrebbe anche andar bene al Napoli che riuscirebbe comunque a mantenere 4 punti di vantaggio sul Besiktas, terzo. Invece all’86’ arriva il patatrac: punizione dalla trequarti che taglia fuori tutta la linea difensiva di Sarri, Aboubakar (netto fuorigioco) colpisce di testa in area piccola e regala la storica vittoria ai suoi. Poteva essere la notte dei record (mai nessuna squadra in Champions League era riuscita a qualificarsi dopo tre giornate nella fase a gironi), finisce per essere una partita che complica terribilmente la vita agli uomini di Sarri: +1 sul Besiktas e +2 sul Benfica (vittorioso a Kiev grazie alle reti di Salvio, su rigore, e Cervi) con le trasferte in Turchia e Portogallo nel girone di ritorno. La qualificazione ora deve essere riconquistata.

Alfonso Alfano

Sono Alfonso Alfano, 32 anni, della provincia di Salerno ma da anni vivo in Spagna, a Madrid. Appassionato di sport (calcio, tennis, basket e motori in particolare), di tecnologia, divoratore di libri, adoro scrivere e cimentarmi in nuove avventure. Conto su svariate e importanti esperienze sul Web.

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