Dando uno sguardo rapido alla classifica della Championship inglese non passa inosservato il primo posto dell’Huddersfield Town, che sta conducendo le danze con i suoi 25 punti (frutto di otto vittorie e un pareggio) davanti a corazzate meglio attrezzate sulla carta come Norwich e Newcastle United. L’artefice di tutto ciò è David Wagner, tecnico tedesco grande amico di un certo Jurgen Klopp.
La piazza di Huddersfield ha avuto un suo passato glorioso nei lontani anni 20′, quando non solo riuscì a vincere la prestigiosa FA Cup ma si laureò campione nazionale per ben tre volte di fila; impresa riuscita solo ad Arsenal, Manchester United e Liverpool. Inoltre sulla panchina degli Hudders nel passato si è seduto anche un certo Herbert Chapman, che successivamente farà le fortune dell’Arsenal con il suo sistema WM. Oggi, però, su quella stessa panchina siede un certo David Wagner, sconosciuto ai più quando arrivò circa un anno fa ma oggi arrivato sotto la luce dei riflettori grazie al bel gioco espresso dalla sua squadra in questo inizio stagione. Filosofia calcistica, la sua, che ha molte affinità con quella dell’amico Jurgen Klopp, con cui ha vissuto l’esperienza sulla panchina del Borussia Dortmund e con cui condivide una grande amicizia.
Dopo la salvezza tranquilla ottenuta al termine della scorsa stagione (ben 11 punti di vantaggio sulla zona retrocessione), nel corso di quest’estate ha avuto ufficialmente inizio la cosiddetta”Wagner-Revolution”, già comunque assaporata nel corso della stagione passata. Doppie sessioni di allenamento, grande lavoro sulla condizione fisica e tanta lavoro video per conoscere fino in fondo i propri avversari. Le prime novità sono arrivate sin dal ritiro estivo, il quale è stato effettuato fuori dai confini britannici, precisamente prima in Svezia e poi in Austria, e con qualche giorno di ritardo rispetto alle altre squadre. Sul mercato, invece, c’è stata la costruzione di un grande asse Inghilterra-Germania, con la migrazione di ben sei giocatori in terra inglese. Scelta che per il momento che sembra pagare in virtù della posizione in classifica e del gioco mostrato in questo primo scorcio di Championship, dove la truppa di Wagner è riuscita anche ad espugnare un campo ostico come quello del Newcastle di Rafa Benitez.
Il tecnico dal doppio passaporto tedesco e americano fa giocare i suoi con un 4-2-3-1 parecchio “dortmundiano”, il quale gira parecchio sul lavoro del duo in mediana formata di solito da Jonathan Hogg e Aaron Mooy, con il primo che ha il compito di recuperare palloni a valanga mentre il secondo è il vero e proprio playmaker della squadra (non a caso può essere anche utilizzato come trequartista come accaduto nell’ultimo match contro l’Ipswich Town). Ma il cambiamento avvertito in quel di Huddersfield è stato come il passaggio dal giorno alla notte, infatti quest’anno Wagner sembra aver plasmato una squadra non solo bella da vedere esteticamente ma anche parecchio concreta. A colpire è innanzitutto il grande possesso palla degli Hudders, che nel corso della partita sono in grado di plasmare a loro piacimento il ritmo del gioco. Per esempio nel match contro il Middlesbrough dello scorso anno la squadra di Wagner è arrivata a toccare dei picchi del 75% di “possession”, sintomo di letterale dominio sul rettangolo verde.
Possesso della sfera che però non è mai fine a sé stesso, infatti, in qualche verso, Wagner si rifà al maestro olandese Van Gaal, che faceva del giro palla una delle sue armi principali. Infatti i giocatori biancoblu raramente buttano via il pallone in lanci lunghi, ma cercano sempre di giocare alla palla al compagno più vicino. Dando uno sguardo alle statistiche della sfida del Dicembre scorso contro il Birmingham su 466 passaggi effettuati nel corso dei 90 minuti solo il 16% erano lanci lunghi. Un esempio lo si può trarre dall’amichevole estiva contro l’Ingolstadt presente qui sopra, dove si può vedere la grande accuratezza della squadra di Wagner nella costruzione dell’azione offensiva. Una serie di circa 11 passaggi per arrivare a concludere verso lo specchio della porta avversaria; il tutto senza utilizzare un lancio lungo. Anche in questo caso la palla viene usata come strumento di attrazione per l’avversario (un pò come la carota per l’asino), che dopo un primo momento di attesa comincia ad aumentare la pressione creando al contempo lo spazio per l’avanzamento dei giocatori biancoblu.
In fase di “possession” l’atteggiamento degli “Hudders” è sia paziente ma anche molto offensivo. Come si può vedere dall’istantanea sovrastante, quando il playmaker della selezione biancoblu entra in possesso del pallone i terzini si alzano immediatamente sulla sua linea per offrire delle soluzioni di gioco rapide. Quindi gli unici due a sorvegliare la trequarti diventano i due centrali difensivi, i quali però devono essere comunque attenti allo sviluppo del gioco poiché potrebbero essere chiamati in causa per un eventuale nuovo inizio dell’azione. Da segnalare anche la posizione degli esterni del trio di trequartisti, che si allineano all’unica punta allungando ulteriormente la squadra e mantenendo alta anche l’attenzione della difesa avversaria costretta a mantenere dietro tutti i propri effettivi per far fronte alla spinta degli Hudders, Infine da notare anche la posizione degli ultimi due elementi in campo (quelli cerchiati), che danno maggiore profondità alla squadra giocando tra le linee.
Un altro punto chiave della filosofia di Wagner è senza dubbio il pressing alto in fase di non possesso. Prendendo come esempio l’immagine qui sopra tratta dal match di campionato contro il Leeds United, si può vedere come il baricentro della mediana degli “Hudders” sia particolarmente alta. In questo caso la pressione inizia subito nella metàcampo avversaria con una solida linea a 4, costruita tramite l’avanzamento di Smith, terzino sinistro che va a coprire il vuoto lasciato dal compagno di squadra Bunn andato precedentemente in pressione sul portatore di palla. In questa situazione per disimpegnarsi i giocatori del Leeds giocano ovviamente il pallone orizzontalmente, ma al terzo passaggio la sfera termina in una zona morta e diventa di nuovo preda dei giocatori in giallonero. Questa è una costante della squadra di Wagner, che appena perde il possesso del pallone attiva un pressing asfissiante per recuperarlo o quanto meno per rallentare l’azione offensiva avversaria.
Per quanto riguarda i giocatori chiave del sistema di Wagner sono principalmente due le colonne portanti di questa squadra: dietro la gestione della difesa è affidata al centrale tedesco Christopher Schindler, mentre in mezzo al campo la mente è il centrocampista australiano Aaron Mooy (arrivato in prestito dal Manchester City). Il difensore ex Monaco 1989 sta guidando alla grande il sistema difensivo di Wagner, che in questo inizio stagione ha subito appena 8 reti in 11 partite; nonostante ciò è la seconda miglior difesa visto che al comando c’è il Norwich con una rete in meno. Davanti, invece a guidare il reparto offensivo c’è Mooy, che con la sua visione di gioco e il suo bagaglio tecnico illumina costantemente le azioni degli “Hudders”. Nel corso di questo inizio stagione ha subito una vera e propria metamorfosi poiché, dopo le prime apparizioni da regista basso, Wagner lo ha avanzato nella posizione di trequartista grazie anche all’ascesa di Whitehead. In questo modo il centrocampista australiano ha anche affinato il suo feeling con la via della rete, come accaduto nel sentitissimo derby contro il Leeds dove ha deciso la partita con una bella conclusione dalla lunga distanza.
Al momento l’Huddersfield è primo in classifica con due punti di vantaggio sul Norwich e tre sul Newcastle United. Adesso la missione più importante è senza dubbio mantenere una discreta continuità per rimanere lassù in cima alla classifica emulando un pò il Burnley della stagione 2013/14, che dopo nove giornate era secondo e che a fine stagione ottenne la promozione con una media 2.1 punti a partita. Vedremo se la squadra di Wagner riuscirà ad emulare i “Clarets” di Dyche o se con il passare della stagione cadrà nel limbo di metà classifica, solo il tempo ci darà una risposta.