Esclusiva TCE – Stefano Borghi: «Sarà l’anno di Sansone: andrà in doppia cifra!»

Esclusiva TCE – Stefano Borghi: «Sarà l’anno di Sansone: andrà in doppia cifra!»

Siamo tornati a parlare di Villarreal con Stefano Borghi, giornalista esperto di Liga, campionato che segue per conto di Fox Sports Italia. Ecco la nostra intervista integrale e in esclusiva per il blog “Il Sottomarino Giallo”.

Cosa ne pensi della scelta e soprattutto della tempistica del cambio di allenatore?
«È stato molto sorprendente, anche perché è stata una delle cause principali dell’uscita dal preliminare di Champions League. Si è scatenato un polverone, e troppo a ridosso della partita contro il Monaco per non avere delle ripercussioni (Marcelino è stato esonerato a meno di una settimana dalla gara di andata, ndr). Credo che il mese di agosto abbia rovinato molto di quanto fatto dal Villarreal negli ultimi anni, però allo stesso modo è molto bello notare come il sistema si sia ricostruito in tempi veramente brevi.»

Tu avresti avallato questo cambiamento? Si può parlare di errore da parte della società o no?
«No, io non do giudizi perché bisogna essere dentro le situazioni per poter dare delle valutazioni di questo tipo. Io registro i fatti e dico che secondo me la cosa più importante di tutte è la dimostrazione che il sistema funziona perché altrimenti questa situazione avrebbe avuto ripercussioni per tutta la stagione. Ce la ha avute, nel senso che uscire dal preliminare di Champions League è comunque pesante, però ritengo che l’essersi ripresi così in fretta sia sintomo di salute del sistema. Se è stato giusto o sbagliato non lo dico: è successo, punto.»

E invece sulla scelta di puntare proprio su un allenatore emergente come Fran Escribá?
«Mi attengo ai fatti, nel senso che Fran Escribá ha mostrato soprattutto all’Elche – perché al Getafe si è trovato una situazione impossibile da gestire – di essere un allenatore di qualità, con delle idee precise e apprezzabili, e il Villarreal è l’occasione più grande della sua carriera. Ha anche esperienza di squadre di alto rango perché è stato il vice di Quique Sánchez Flores all’Atlético Madrid, ma soprattutto ho apprezzato tantissimo la sua lucida umiltà perché non ha toccato niente rispetto al lavoro di Marcelino. È partito dalla stessa base, dagli stessi concetti, mettendoci del suo pian piano, e anche questo è stato uno dei motivi per i quali la squadra si è ripresa molto velocemente. Credo sia entrato in questa situazione nel modo migliore possibile.»

Perché hai parlato di “situazione impossibile” a Getafe?
«Perché mi sembra non ci fossero molti presupposti per salvare la squadra l’anno scorso. È un club che già da qualche anno era in posizione pericolante, senza una base di tifosi significativa, con una serie di lacune nella rosa. Per me è retrocesso giustamente e forse poteva retrocedere anche l’anno prima, per cui non c’era materiale con il quale si potesse fare un gran lavoro.»

Capitolo mercato. Ci sono state alcune operazioni discutibili come quella di N’Diaye, pagato sette milioni e mezzo più bonus, ma che ora è stato quasi escluso dalle rotazioni.
«Si, è una cifra significativa, però nelle ultime due stagioni col Betis è stato in crescita costante. Okay, era leader in una squadra di medio-bassa classifica, però è cresciuto tantissimo e nell’ultimo anno aveva lanciato segnali più che positivi. Probabilmente non è un giocatore da Villarreal per caratteristiche tecniche, però uscendo dalla valutazione economica – che può essere alta, ma questi sono discorsi che lasciano il tempo che trovano –, avevo l’impressione che il cambio N’Diaye-Tomás Pina non fosse poi così negativo per il Villarreal. È stato negativo l’approccio perché è stato schierato difensore centrale, che non è il suo ruolo, e ha sbagliato in un momento decisivo, però al di là di quello in una situazione più serena avrebbe potuto essere una risorsa e chissà che non lo diventerà più avanti nella stagione.»

«Però il mercato estivo mi sembra molto interessante: ha preso i due italiani che sono due giocatori forti e particolarmente adatti a questo gioco. Anche Roberto Soriano e non me lo aspettavo, perché lui sarebbe una mezzala che porta il pallone e nel centrocampo a quattro non ha una collocazione ideale, ma nel modo di gestire gli esterni sia di Marcelino prima che di Escribá adesso ci sta a meraviglia. Sansone lo ritengo un attaccante molto forte con grandi margini di miglioramento e lo sta già dimostrando, e Pato è una tipica scommessa da Villarreal e sembra che più o meno qualche riscontro lo abbia già dato. Secondo me la costruzione della squadra non è niente male. C’è anche un secondo discretamente affidabile alle spalle di Asenjo. A me sembra una buona squadra, credo che il Villarreal abbia ancora la possibilità di lottare per il quarto posto, poi arrivarci è un altro discorso perché la Liga è il campionato migliore del mondo, ci sono le squadre più forti e vincenti d’Europa e arrivare quarti è veramente una grande impresa. Però secondo me non è una squadra indebolita rispetto all’anno scorso.»

Parlando del gioco di questo nuovo Villarreal c’è chi vede in Escribá un allenatore più “orizzontale” rispetto a Marcelino. Secondo te a livello tattico potrà dare qualcosa in più rispetto al suo predecessore o si è perso qualcosa?
«Dal punto di vista delle dinamiche di gioco non ho notato grandissime differenze rispetto alla precedente gestione. Mi sembra che il Villarreal sia una squadra sempre molto ordinata, con delle idee e la voglia di giocare un calcio propositivo. Ho negli occhi partite molto intense: ad esempio la partita contro la Real Sociedad per me è stata di altissimo livello, magari senza grande appeal o pubblicità, ma in una stagione di Serie A vedo pochissime o forse nessuna partita che riesca a combinare gli stessi livelli di intensità e qualità, e per merito di entrambe le squadre. Anche la partita col Siviglia è stata una partita più tattica, più ragionata però è stata una prestazione di livello, e poi il pareggio al Bernabéu. Secondo me tolto agosto – che è stato un disastro, ma per tutto quello che è successo – per il resto mi sembra che si possa riporre una discreta fiducia in questa squadra.»

In questo inizio di stagione si è messo in luce Trigueros, probabilmente il migliore finora. Ha qualche possibilità di raggiungere la nazionale?
«Entrare nel roster dei centrocampisti della Spagna è sempre una grossa impresa, però è un giocatore che a me è sempre piaciuto molto per tanti motivi: è un regista, perché ha nei piedi le geometrie del regista, ma che ha l’intensità dell’interno moderno e ha addirittura la mobilità e la posizione della mezzala. Perciò è un giocatore molto particolare, mi piace anche la sua mentalità, è molto sottovalutato nonostante sia di buonissimo livello, poi però per diventare un nazionale spagnolo quando ci sono di fronte delle leggende del genere devi fare ancora di più. Però è anche un giocatore giovane, se non sbaglio è un ‘91 per cui andando avanti di questo passo potrebbe quantomeno candidarsi.»

Se dovessi fare un nome chi è il giocatore che potrebbe sorprendere quest’anno?
«Sansone! È un giocatore che può andare tranquillamente in doppia cifra, che può entusiasmare. Un altro giocatore che ho visto molto in crescita e sul quale punterei è Castillejo. La prima stagione è stata di ambientamento ma stiamo parlando di un ventunenne per cui… Ecco una bona lettura di Fran Escribá è quella di mettere gli esterni a piede invertito, con Castillejo a giocare a destra invece che a sinistra. Però se devo indicarti la possibile stella stagionale ti dico Sansone, sono convinto che andrà in doppia cifra

Per concludere, in Europa League si potrà ripetere il cammino dello scorso anno?
«La squadra può continuare a costruire ripartendo dall’esperienza dell’anno scorso. Io credo che l’Europa League sia una competizione di alto livello, soprattutto dopo la fase a gironi, per cui fare previsioni è impossibile. Però ritengo che il Villarreal possa provare a giocarsela contro chiunque, è una squadra che ha strappato un punto al Bernabéu, che è abituata a giocare contro il Barcellona e l’Atlético Madrid. Di sicuro non deve farsi spaventare da nessuno, poi dipende da molti fattori, ma in Europa il Villarreal è una realtà.»