La solidità del Villarreal di Fran Escribá

Nonostante le premesse il Villarreal di Fran Escribá sta marciando a spron battuto. Il pareggio al Santiago Bernabéu ha allungato la striscia di imbattibilità a cinque partite (due delle quali contro Siviglia e Real Madrid), e domenica potrebbe allungarsi ancora contro l’Osasuna fanalino di coda. Una buona partenza – l’imbattibilità in Liga dopo sei giornate eguaglierebbe gli avvi delle stagioni 2003/04, 2008/09 e 2013/14 – caratterizzata da ordine tattico e solidità difensiva. Queste sono probabilmente più di ogni altra cosa le chiavi di questo Submarino amarillo. Escribá mercoledì sera ha messo in campo quel 4-2-3-1 che tanto ha provato in allenamento, ma che nella fattispecie è sembrata più che altro un 4-5-1 con Bruno Soriano, Trigueros e Jonathan dos Santos in mezzo al campo e le ali molto basse. Una variante che potrebbe essere riproposta in trasferte difficili, visto che con questo modulo il Villarreal non è stato in grado di creare quasi nulla ma ha tenuto molto bene in fase difensiva contro uno degli attacchi più forti al mondo. È proprio la solidità difensiva uno dei punti di forza di questa formazione. Non che subisca pochissimi gol (sono sette in otto partite), ma difficilmente si fa superare su azione: solamente tre volte. Una col Monaco, una con lo Zurigo e una con la Real Sociedad; per il resto due reti subite da calcio di rigore e due sugli sviluppi di un calcio d’angolo.
L’uno a uno contro la capolista ha inoltre messo fine alla storica striscia di sedici vittorie consecutive del Real Madrid di Zidane, che aveva eguagliato il record della Liga stabilito dal Barcellona di Guardiola sei anni fa. E il caso ha voluto che in entrambi gli arresti ci sia stato lo zampino di José Ángel, presente mercoledì al Bernabéu ma anche al Molinón in quel pareggio contro gli azulgrana. A dirla tutta il terzino spagnolo giocò anche quel Real Madrid–Sporting Gijón in cui la squadra allenata da Manolo Preciado espugnò il Coliseo blanco, ponendo fine alla storia striscia di centocinquanta partite consecutive senza sconfitte interne in gare di campionato di José Mourinho, che durava da oltre nove anni ed era passata per Portogallo, Inghilterra, Italia e Spagna. Si tratta solo di un aneddoto e bisogna prenderlo per tale. Proprio come il fatto che il Sottomarino giallo si sia procurato tre rigori in tre giornate consecutive di Primera División: quelli sbagliati da Bruno Soriano col Málaga e da Alexandre Pato con la Real Sociedad (ma ininfluenti visto che il Villarreal ha vinto entrambe le partite), e quello realizzato con lo scavetto dallo stesso Bruno al Bernabéu.
Tornando a parlare di campo questa squadra ha ancora molta strada da fare. In fase di impostazione manca ancora lucidità e organizzazione: spesso si ha difficoltà a creare chiare occasioni da rete, come è accaduto nella gara casalinga contro lo Zurigo, seconda divisione svizzera, che è rimasto in partita fino all’ultimo. Spesso le reti sono arrivate su giocate dei singoli, senza una vera costruzione di gioco, si pensi al calcio di punizione di Castillejo a Granada, alla giocata di Santos Borré che ha mandato in gol Jaume Costa a Malaga o al tiro da centrocampo di Sansone con la Real Sociedad. Su questo dovrà lavorare molto Fran Escribá, che ha già avuto il merito di uscire da una situazione problematica come quella di inizio stagione, enfatizzata dall’infermeria piena e dalla delusione dell’eliminazione col Monaco. Comunque per adesso il Madrigal è soddisfatto, finché ci saranno i risultati continuerà ad esserlo, soprattutto perché l’arrivo del tecnico valenziano non era stato accolto con le migliori premesse.