Tottenham-Monaco 1-2: due stilettate a freddo stendono l’orgoglio Spurs

LONDON, ENGLAND - SEPTEMBER 14: Thomas Lemar of AS Monaco scores their second goal during the UEFA Champions League match between Tottenham Hotspur FC and AS Monaco FC at Wembley Stadium on September 14, 2016 in London, England. (Photo by Shaun Botterill/Getty Images)

E’ andata male a Pochettino, era l’esordio per lui in Champions League, ed aveva certamente preparato la partita nei minimi dettagli, tanto che i suoi hanno di fatto dominato per larghi tratti del match, ma l’alta tensione sprigionata dalla musichetta del famigerato inno europeo prepartita ha giocato un brutto scherzo all’arcigna retroguardia degli Spurs. Due errori nel primo tempo vengono pagati con la sconfitta casalinga. In questo girone, piuttosto equilibrato, potrebbe già essere un momento decisivo.

Ripartiamo dall’inizio, cioè dai momenti fatali che hanno segnato il destino del match. Il Monaco è in testa alla Ligue 1 e si gode un momento di grande condizione fisica, ma la Champions è sempre un discorso a sé stante, soprattutto se ti ritrovi a giocare l’esordio nel girone in uno stadio, il temporaneo alloggio del Tottenham, Wembley, con circa 90.000 spettatori urlanti ed in trepidante attesa. Il Tottenham della scorsa stagione è parso a molti la squadra più “europea” tra quelle inglesi qualificate alla Champions League, prima dell’arrivo di Guardiola al City chiaramente, e per questo i suoi tifosi si aspettano una grande partenza, in modo da mettere subito in chiaro il discorso con le principali rivali, Monaco appunto e Bayer Leverkusen (impegnato col CSKA Mosca, squadra considerata leggermente inferiore alle altre).

In effetti il Tottenham parte sulle ali dell’entusiasmo e si getta in avanti, ma all’interno di un contesto del genere non ci si può permettere neanche una piccola, minima serie di errori, che l’avversario subito ti castiga. Cinico il Monaco a sfruttare al 15′ l’errore in disimpegno di Lamela che permette a Bernardo Silva di prendere in controtempo i difensori, sfidarli in dribbling, puntare Lloris e freddarlo con un destro a giro sul secondo palo. L’1-0 tramortisce gli Spurs, che ritraggono l’ostentata spavalderia iniziale e si nascondono dietro un’eccessiva timidezza. Ritrovato l’equilibrio per tentare di ripartire all’assalto, ecco al 31′ il secondo patatrac: cross quasi innocuo di Sidibe, rimpallo tra Vertonghen e Lemar, con quest’ultimo che si ritrova la palla tra i piedi e la scaglia violentemente in rete per l’incredibile, inaspettato 2-0.

Questa pugnalata è troppo forte ed il Tottenham si assopisce ritraendo la sua azione ed entrando quasi nel panico. Il gol di Alderweireld di testa su corner all’ultimo minuto del primo tempo è un’insperata boccata di ossigeno che permette a Pochettino di rientrare negli spogliatoi con una partita nuovamente aperta. Il secondo tempo, manco a dirlo, è un monologo Spurs, ma i ripetuti tentativi di Harry Kane e compagni si infrangono contro l’impeccabile organizzazione monegasca. Jardim raccoglie i tre punti che potrebbero trascinarlo già sin da ora agli ottavi di finale. Sembra eccessivo dopo solamente una gara, ma battere una diretta rivale a casa sua è un vantaggio troppo grande da poter essere ignorato.

Il 2-2 tra Leverkusen e CSKA mette ancora più pepe alle sfide della seconda giornata, quando i tedeschi saranno ospitati nel principato ed i russi riceveranno invece la banda di Pochettino. C’è già chi non può più sbagliare e chi, come il Monaco, può già pensare ad un doppio successo Tottenham-Leverkusen che significherebbe praticamente ammazzare il girone. Ora spazio ai campionati, dove gli Spurs ripartiranno dal Sunderland per tentare di ripetere la gloriosa annata appena conclusa, mentre il Monaco se la vedrà con il Rennes per cercare di continuare a tener testa al PSG. Certamente anche il grado d’impegno nei tornei nazionali inciderà sulle future prestazioni europee.

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Cresciuto a pane e telecronache delle proprie partite con le figurine Panini sul campo di Subbuteo, sviluppa una passione viscerale per il calcio, che si trasforma presto in autentica dipendenza. Da sempre dalla parte degli underdog, non scambierebbe mai 1000 vittorie da cowboy con un unico grande successo indiano sul Little Bighorn. Tra una partita e l'altra, trova il tempo per laurearsi in economia, Tuttocalcioestero gli offre l'occasione per trarre finalmente qualcosa di buono dalla sua "malattia" per il pallone, strizzando l'occhio al sogno nel cassetto del giornalismo di professione.