Un mese di Fran Escribá al Villarreal

Un mese di Fran Escribá al Villarreal

Dopo cinque partite ufficiali – a cui possiamo aggiungere l’esordio in amichevole perso contro il neopromosso LeganésFran Escribá è finalmente riuscito ad assaporare il gusto della vittoria alla guida del Villarreal. Il successo a La Rosaleda ha posto fine a una terribile striscia di sedici incontri consecutivi senza successo per il tecnico valenziano, che lo scorso campionato era stato esonerato dal Getafe dopo dodici giornate a secco. Al timone del Submarino amarillo gode di tutte le attenuanti del caso: è arrivato appena un mese fa e si è dovuto confrontare con una realtà più grande di sé senza aver potuto gestire il mercato o curare il pre-campionato. Come se non bastasse l’epidemia di infortuni lo ha privato di tutti i titolari offensivi: i due esterni Jonathan dos Santos e Chéryshev, e i due attaccanti Soldado e Bakambu. Ma nonostante l’avvio zoppicante in Liga – Marcelino ci aveva abituati a partire a tutto gas – e la cocente eliminazione nello spareggio di Champions League il suo Villarreal ha fatto intravedere cose buone e si sta incamminando sulla giusta strada.

I numeri dicono che questo Sottomarino giallo ha segnato e incassato quattro gol in cinque gare. Per quanto riguarda la difesa possiamo anche dire che tre delle quattro reti sono arrivate su calcio da fermo (due rigori e un calcio d’angolo). In altri termini il Villarreal ha subito una sola rete su azione. Mentre in attacco, tenendo sempre a mente la mancanza delle punte titolari, possiamo aggiungere al conto tre legni colpiti e un rigore sbagliato. Numeri ancora poco consistenti, che non possono dire molto, ma possono dare un’idea della strada intrapresa da Fran Escribá. Lui stesso ha ribadito più volte di non essere venuto per attuare rivoluzionari, ma per «potenziare una squadra che ha già una chiara identità di gioco». A tal proposito Manuel Trigueros – a proposito, il ragazzo sta giocando su livelli altissimi – in settimana ha spiegato che col nuovo tecnico «sotto l’aspetto difensivo si lavora in maniera molto simile a come si faceva con Marcelino, mentre in attacco vuole che teniamo di più la palla». D’altronde il suo profilo molto vicino a quello dell’allenatore asturiano è stato uno dei requisiti principali per la sua chiamata. Pochissime differenze da quello che voleva Marcelino, specialmente in difesa, forse l’unico cambiamento potrebbe essere l’eventuale utilizzo del 4-2-3-1 nel caso in cui le circostanze lo richiedano. Ovvero un modulo molto simile al 4-4-2 nel quale uno dei due attaccanti agisce qualche metro più in basso del compagno di reparto, e in quella posizione Escribá ha detto di vedere molto bene Pato, e in allenamento ha provato anche Roberto Soriano.

Le prime uscite della squadra avevano generato un alone di catastrofismo generale. Le due sconfitte contro il Monaco non sono state il miglior bigliettino da visita, ma se è vero che per vedere il frutto del lavoro di un allenatore ci vogliono mesi, questo è ancora più tangibile quando il cambio della guida tecnica avviene in maniera così repentina e inaspettata. Tra l’altro l’ultima volta che il Villarreal era partito così male fu nel 2006/07 quando le circostanze, per alcuni versi, furono molto simili. Quel Sottomarino giallo, fresco della storica semifinale di Champions League, fu incredibilmente eliminato dal Maribor nello spareggio che valeva l’accesso alla Coppa Uefa, mentre in campionato raccolse un misero punto nelle prime tre giornate di Liga perdendo sia a Huelva che a La Coruña. A fine anno quel Villarreal chiuse il campionato con una striscia di otto vittorie consecutive e si qualificò per l’Europa. Stavolta i tre punti sono arrivati già alla terza giornata e il Sottomarino giallo può navigare in acque meno agitate. Nonostante fosse dato per spacciato già contro il Siviglia (che invece ha ringraziato il cielo per essere uscito dal Madrigal con un punto), la squadra di Escribá sta dimostrando tempra da vendere. Anche grazie a un tecnico più ambizioso di quanto non voglia far credere. Umiltà e impegno devono sempre essere diktat imprescindibili, ma si sentiva l’esigenza di ascoltare discorsi come quelli fatto nella conferenza pre-gara venerdì scorso. «Credo che il pareggio debba esser visto come un brutto risultato, se vogliamo aspirare a qualcosa di importante» ha detto l’allenatore del Villarreal a ridosso della trasferta di Malaga «Per un club come il nostro l’obiettivo dev’essere quello di vincere in qualsiasi campo». Con questa mentalità si può andare lontano.