La versione di Marcelino

Ieri Marcelino García Toral ha preso la macchina e da Gijón si è recato a Madrid per indire una conferenza-stampa che potesse placare le polemiche intorno alla sua persona, dopo che la settimana scorsa il presidente del Villarreal si era sfogato riaprendo il discorso su quello Sporting GijónVillarreal dell’ultima giornata dello scorso campionato in cui era stata messa in dubbio l’onorabilità del club. Polemiche scaturite dopo che il tecnico asturiano dichiarò alla vigilia che sperava di salvasse lo Sporting e rincarate dalla successiva sconfitta del Submarino amarillo, che fu arricchita da una serie di accuse sui giorni di riposo, gli scarsi allenamenti e un largo turn-over. Ma che soprattutto contribuì alla retrocessione di Getafe e Rayo Vallecano. Il suo inaspettato esonero lo scorso 10 agosto e le dichiarazioni di Fernando Roig qualche giorno fa hanno riportato la questione a galla, e dopo quello sfogo si sono aggiunte alcune dichiarazione del presidente del Rayo Vallecano che ha paragonato Marcelino al pilota della Lufthansa Andreas Lubitz, responsabile della strage del volo Germanwings 9525, e a quelle del presidente della LFP che ha detto che da altre parti non sarebbe mai successo quello che è accaduto in questa vicenda. Così Marcelino ha tenuto una conferenza-stampa di circa cinquanta minuti in cui ha detto tutto quello che aveva da dire.

Nella comunicazione di apertura l’allenatore asturiano ha subito messo in luce il chiarimento col presidente Fernando Roig. «Posso dire che dopo quarantaquattro mesi la relazione tra Roig e me è sempre stata impeccabile. Quando sono stato esonerato non è mai stata messa in dubbia la mia integrità. Domenica ho chiamato il presidente dopo non aver risposto a nessuna delle chiamate dei giornalisti per giorni e mi scuso per questo ma avevo bisogno di riflettere, e lui stesso mi ha confermato che non ha mai dubitato della mia integrità e della mia professionalità». Parole confermate qualche ora dopo dallo stesso presidente. «Non ho mai detto di aver esonerato Marcelino per quella partita: se avessi dubitato di lui non lo avrei cacciato il giorno dopo, ma addirittura il giorno prima di quella gara». Nonostante le accese dichiarazioni del vertice amarillo, l’allenatore ha speso solo buone parole per il presidente. «Il commiato col presidente è stato emotivo. Qui è dove ho lavorato meglio, mi hanno sempre ascoltato».

Quali sono stati allora i motivi dell’esonero? «Sono stato esonerato per differenti vedute nella pianificazione della nuova stagione, non dirò di più. In tre anni e otto mesi di convivenza è normale che si vada incontro a varie divergenze. Il mio punto di vista e quello del club non hanno più coinciso già nel pre-campionato. Lo scontro con Musacchio non credo sia stato l’unico motivo». Non si sbilancia molto ma le ragioni, oltre alle dichiarazioni sulla questione Sporting e la lite con il centrale argentino, sono da ricercare nella gestione dello spogliatoio, nella campagna acquisti e forse nello scarso utilizzo della cantera. «Non ho nulla da rimproverarmi di quel che ho fatto, anzi si, una cosa, alcune dichiarazioni, ma nessuna mancanza di professionalità. Riconosco che è stato un errore esprimere il desiderio che lo Sporting si salvi, però abbiamo tutti il diritto di sbagliare. Già dopo qualche giorno riconobbi l’errore». Poi ci sarebbe quel famoso messaggio della moglie, che al termine della partita con lo Sporting scrisse “lavoro completato”. «E’ stato un tweet infelice, è ovvio. Però si suppone che mia moglie sia la persona con cui condivido tutto, e se avessi avuto qualcosa da nascondere sarebbe stato stupido scrivere una cosa del genere». Non poteva mancare la risposta al presidente del Rayo Vallecano da cui ha preteso delle scuse pubbliche per non avviare le pratiche con il suo legale. «Il signor Martín-Presa mi ha insultato e mi ha offeso e pretendo che ritratti pubblicamente il paragone tra la mia persona e un individuo che ha tolto la vita a centoquarantanove persone: non sono un pazzo né un assassino, sono solo un allenatore di calcio».

tweet moglie Marcelino Villarreal Sporting
Fonte: twitter.com

Al termine della conferenza Marcelino ha rilasciato molte interviste in esclusiva ai media, tra queste molto interessante quella per AS. «Prima della partita parlai più con il cuore che con la testa, però in merito al riposo concesso ai giocatori, la formazione e le rotazioni non si dice il vero. Diedi due giorni di riposo e cinque di loro, gli “anziani”, me ne chiesero un altro. Venivamo dall’eliminazione nella semifinale di Europa League e il quarto posto era già stato blindato dopo un’annata molto faticosa. Come avrei potuto negarglielo? Ci allenammo tre volte quella settimana (e non due come si è detto), proprio come l’anno passato che arrivammo all’ultima giornata con gli obiettivi già raggiunti, quando nessuno ebbe nulla da dire. E’ ovvio che se ci fossimo giocati qualcosa ci saremmo allenati tutta la settimana. Stesso discorso con la formazione: questa squadra ha fatto largo uso del turn-over: al Mestalla facemmo dieci cambi rispetto alla partita precedente nonostante il quarto posso fosse ancora in ballo. Dieci!, e vincemmo. Anche l’anno prima andammo al Bernabéu con moltissime rotazioni, ci diedero per sconfitti in partenza e invece pareggiammo. […] Dissero anche che tolsi Baptistão che aveva colpito un palo. Ma questo innanzitutto dimostra che ce la stavamo giocando, e poi fu lui a chiedermi il cambio per un fastidio al quadricipite destro. E non misi un difensore al suo posto, misi Bakambu, il capocannoniere della squadra».