Come anticipato ieri mattina, con la conferenza stampa tenutasi alle 14 è stato ufficializzato il ritorno di Tomas Rosicky allo Sparta Praga. Il calciatore 35enne, visibilmente emozionato nel tornare a calcare il rettangolo di gioco che lo ha lanciato nel calcio europeo di assoluto livello, torna dunque ‘a casa’, mettendo la sua esperienza a servizio della squadra. Ecco come ha risposto alle domande degli addetti ai lavori.
C’erano altre offerte, nonostante la tua carriera sia in fase discendente?
“Dopo la grande delusione dell’Europeo, ho valutato attentamente tutto. Serviva del tempo. Oggi so che ho ancora voglia di giocare e che posso dare una mano alla squadra. Ho ancora una grande voglia di vincere: sono qui non per giocare e basta, ma per aiutare lo Sparta a riconquistare il titolo”.
Come stai? Tra quanto potrai tornare in campo?
“Di comune accordo con l’allenatore, abbiamo deciso che tornerò in campo quando sarò pienamente in forma. Da oggi inizierò ad allenarmi con la squadra, ma avrò bisogno di un po’ di tempo. Con molta probabilità non ci sarò alla prima partita dopo la sosta per la Nazionale, il 10 settembre contro il Mlada Boleslav, ma dall’appuntamento successivo tutto è possibile. Il rientro in campo non è lontano. Ho bisogno di qualche settimana di allenamento“.
Che importanza ha avuto nella tua decisione finale il tecnico Ščasný, colui che ti ha fatto esordire in campionato molti anni fa?
“Come ricordi giustamente, Ščasný è stato colui che mi ha concesso la prima chance in campionato. Pensandoci, sono rimasto davvero piacevolmente stupito dalla coincidenza: l’opportunità di tornare qui è coincisa con la sua presenza in panchina. Abbiamo parlato molto e ci siamo visti un paio di volte anche di persona. Abbiamo parlato anche del mio ruolo e la mia condizione fisica: attualmente ho qualche acciacco a cui dovrò fare attenzione. Ma sono qui per aiutare la squadra”.
Uno dei tuoi obiettivi è quello di riportare lo Sparta in Champions League?
“Una squadra del calibro dello Sparta deve avere come obiettivo quello di raggiungere la Champions League. Ma per giocarla bisogna vincere il titolo. Io non sono qui per giocare e basta, ma per vincere! Conosco i punti di forza e i punti deboli del campionato ceco. Ripeto: sono venuto per aiutare lo Sparta a vincere il titolo“.
Cosa ne pensi delle ultime partite dello Sparta?
“Ho visto molte partite dello Sparta ultimamente. Gli aspetti positivi e negativi sono evidenti. Ci sono cose positive, come la capacità di rimontare grazie all’atteggiamento giusto, una cosa non proprio scontata, proprio come accaduto con i danesi del Sonderjyske nella gara di ritorno dei playoff di Europa League. I ragazzi avevano iniziato male il match di ritorno, ma sono riusciti a reagire e a sacrificarsi per portare a casa la qualificazione. Lo Sparta dovrà però giocare un calcio migliore“.
Passare dal calcio inglese a quello ceco può essere considerato un vero “shock culturale”. Hai mai giocato a Pribram?
“Forse a Pribram ho giocato una volta in carriera (sorride, ndr)“.
Come è cambiato il calcio in Repubblica Ceca?
“Sono abbastanza sorpreso. Quando sono andato via, il ritmo di gioco e la tattica erano di livello molto basso, con i giocatori più tecnici che avevano più facilmente la meglio. Oggi il livello si è alzato, anche se complessivamente il calcio nel nostro Paese deve cresce ancora”.
Ha influito nella tua scelta l’accesso dello Sparta Praga ai gironi di Europa League?
“Assolutamente no. Già quattro settimane fa ho dato la mia parola al presidente Křetínsky. Anche se lo Sparta fosse stato all’ultimo posto, sarei venuto. Non ho mai dimenticato che questo club mi ha portato nel calcio che conta. È grazie a loro se ho giocato in club prestigiosi come Borussia Dortmund e Arsenal. Da professionista, per 18 anni ho giocato solo in 3 club, che sono tutto per me“.
È stata la famiglia a spingerti nella scelta di tornare ‘a casa’?
“La famiglia ha giocato un ruolo fondamentale nella mia scelta. Ho al mio fianco una straordinaria moglie che sarebbe andata ovunque pur di vedermi felice. Per tutta la mia famiglia, tra cui mio padre presente qui (in conferenza stampa, ndr) questa scelta significa molto. Sono molto felice, tutta la mia famiglia è dello Sparta”.