Premier League: dopo l’opaco 0-0 di WBA-Boro, il City-taka di Guardiola dà spettacolo e vola in testa!

La domenica di calcio inglese si apre con il non molto esaltante pareggio a reti inviolate tra West Brom e Middlesbrough, ma poi offre un altro match spettacolare all’Etihad, dove il City di Guardiola regola un ottimo West Ham col punteggio di 3-1, guadagnando la vetta della classifica, a pari merito con Manchester United e Chelsea.

West Bromwich Albion-Middlesbrough 0-0
Sarà il timido caldo agostano di West Bromwich, saranno gli effetti della preparazione atletica, sarà forse anche un po’ di paura di perdere uno dei primi scontri diretti per la salvezza, ma in campo quest’oggi si vede ben poco di queste due squadre. Il neopromosso Middlesbrough prosegue imbattuto il suo campionato, mentre il West Brom manca l’appuntamento col primo successo casalingo.

In campo le squadre si annullano l’un l’altra senza cercare quasi mai di alzare il ritmo. I Baggies riescono raramente a servire la punta Rondon, comunque sottotono anche in occasione delle poche palle giocabili in area di rigore, tanto da dover ricorrere a qualche cambio nella ripresa. Surreale la situazione attorno a Berahino, lasciato in panchina, chiamato a scaldarsi e quindi parcheggiato sulle scalette, mentre McClean viene sostituito con Leko. Peccato che il giovane esterno inglese si infortuni al primo pallone ricevuto e sia costretto immediatamente ad uscire. Stavolta Berahino si alza dalle scale ed entra in campo fra i fischi. I tifosi non gli perdonano il lungo accostamento al Tottenham ed il mancato rinnovo contrattuale.

Il Boro incappa in una pessima prestazione della linea mediana, con Forshaw e Clayton che fanno a gara per chi sbaglia più passaggi e lanci lunghi. Il risultato è che l’ottimo reparto offensivo (Stuani, Ramirez e Downing dietro a Negredo) è di fatto completamente scollegato dal resto della squadra e non riesce ad alimentarsi sulle corsie laterali per tentare quegli uno contro uno che avrebbero potuto essere la chiave per l’accesso nell’area di rigore avversaria. 0-0 alla fine, poche recriminazioni, un punto per parte che, oggi, non può che star bene a tutti.

Manchester City-West Ham 3-1
Le vittorie di Manchester United e Chelsea mettono pepe alla sfida odierna tra City e West Ham, soprattutto in considerazione del fatto che, al rientro dalla pausa per le nazionali, il calendario prevede il derby all’Old Trafford.
Gli ultimi colpi di mercato si chiamano Claudio Bravo da una parte, Simone Zaza dall’altra, ma nessuno dei due è della partita. I Citizens con l’arrivo del portiere dal Barça completano un sestetto di acquisti (Stones, Gundogan, Gabriel Jesus, Nolito e Sanè gli altri) da 200 milioni di euro complessivi. A fronte di cotanti arrivi sembra quasi impossibile che non parta qualche big: Hart, Mangala e Yaya Touré i maggiori indiziati.

La partita sembra iniziare e finire nell’arco di 17 minuti, il tempo giusto per sfoggiare uno dei più bei esempi di tiki-taka degli ultimi anni, versione City-taka se vogliamo, a cui gli Hammers non riescono minimamente a porre rimedio. La solitudine del portiere Caballero nella propria metà campo è l’emblema di una partita giocata ad una sola porta. Il pallone è sempre tra i piedi degli uomini di Guardiola che, non appena perdono il possesso, si lanciano come da copione in pressing offensivo, riconquistandolo quasi sempre nell’arco di pochi secondi.

Silva, in giornata di grazia, illumina con le sue giocate ed i suoi lanci geniali, proponendo un non irriverente paragone con il maestro Don Andrès Iniesta. Al 7′ offre un pallone calcolato al millisecondo per l’inserimento di Nolito da sinistra. L’ex Celta Vigo arriva sul fondo e passa all’indietro per l’accorrente Sterling che fa 1-0. Allo schiaffo, il West Ham risponde porgendo l’altra guancia. La mano dei Citizens si abbatte anche su quella nell’arco di dieci minuti. Stavolta da calcio piazzato, lo splendido arco tracciato in aria da De Bruyne viene raccolto dalla testa di Fernandinho per il raddoppio.

La gara scorre via tranquilla e l’unico dubbio che possa assalire gli spettatori riguarda il nome del terzo marcatore del City. Il West Ham, però, quatto quatto, si riorganizza. Nell’ombra, ritrova le energie che sembrava non avere affatto fino alla fine del primo tempo e nella ripresa riguadagna campo, fino addirittura a segnare il gol dell’1-2 con Michael Antonio (sempre decisivo) di testa su cross dalla sinistra di Masuaku. Manca mezz’ora alla fine e Guardiola scalcia tutto ciò che trova a portata di tiro dalla rabbia. Con la tensione che aumenta, De Bruyne e Silva cominciano a trovare con difficoltà i compagni. L’azione del City si disunisce e gli Hammers ne approfittano per cercare pericolosamente il pari. Tutto vano, perché il West Ham non ha più forza nel finale ed il City-taka riprende vigore e chiude in bellezza col gol di Sterling su assist dell’immenso Silva, dopo una serie di occasioni mancate che avevano visto tra i protagonisti anche il neo entrato biondo platino Nasri.

Manchester City in vetta, dunque, con 9 punti in 3 gare disputate, assieme a United e Chelsea. Guardiola con Mourinho e Conte. Al rientro dalla pausa, però, c’è il derby di Manchester e dunque almeno una delle tre dovrà allentare il passo, seppure questo sembri già il gruppetto di favorite per il successo finale. Unica nota negativa nella giornata dei Citizens è l’infortunio di Stones. Non dovrebbe essere nulla di grave, ma l’ex Everton è dovuto uscire sostituito da Kolarov, centrale improvvisato. Per il West Ham una buona prova di carattere, tanto per ricordare di che pasta sono fatte le squadre di Bilic, ma l’organico rimaneggiato a disposizione oggi non offriva molte chance di vittoria o anche di pareggio. Certamente l’acquisto di Zaza darà una mano davanti, ma i presupposti per ripetere una stagione simile a quella dello scorso anno ci sono comunque tutti.

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Cresciuto a pane e telecronache delle proprie partite con le figurine Panini sul campo di Subbuteo, sviluppa una passione viscerale per il calcio, che si trasforma presto in autentica dipendenza. Da sempre dalla parte degli underdog, non scambierebbe mai 1000 vittorie da cowboy con un unico grande successo indiano sul Little Bighorn. Tra una partita e l'altra, trova il tempo per laurearsi in economia, Tuttocalcioestero gli offre l'occasione per trarre finalmente qualcosa di buono dalla sua "malattia" per il pallone, strizzando l'occhio al sogno nel cassetto del giornalismo di professione.