Da Pechino: intervista con Ciro Ferrara, l’allenatore del Wuhan Zall racconta la sua Cina

Una vacanza a Pechino, per studiare da vicino il calcio cinese e assistere a qualche partita. Nel mio viaggio in Cina ho avuto l’opportunità di scambiare qualche parola con Ciro Ferrara. L’ex allenatore di Juventus e Sampdoria, ora alla guida del Wuhan Zall, racconta a TCE la sua esperienza cinese:

Già da qualche mese è arrivato in Cina alla guida del Wuhan Zall, come è stato l’impatto culturale e ambientale con la nuova realtà?

Devo dire che queste sono state le difficoltà minori, quasi per nulla. Sono una persona a cui piace conoscere e adattarsi a quelle che possono essere le abitudine e la cultura di un paese diverso dall’Italia. Da questo punto di vista devo dire che mi sono ambientato abbastanza velocemente.

Per quanto riguarda la metodologia d’allenamento quali sono le differenze maggiori che ha riscontrato con l’Italia?

Sicuramente differenze di mentalità e cultura calcistica incidono. Da noi vi è una profonda cura del lavoro nel preparare le partite. Ora non conosco ancora bene la realtà cinese come allenatore, ma ho imparato a conoscere i giocatori e a capire qual è il loro livello. Qui chiaramente stiamo parlando della Serie B cinese, devo dire però che da parte dei giocatori vi è disponibilità nell’apprendere (forse sono un pò timidi). Tutto sta entrare nelle loro teste.

Il rapporto con la stampa cinese?

Molto diverso, rispetto all’Italia non esiste quel tipo di pressione da parte dell’ambiente esterno. Mi riferisco a stampa e tifosi, pensa che la conferenza stampa pre gara dura cinque minuti, una o due domande.

A Wuhan avete seguito? E’ una città nella quale si respira calcio?

Devo dire che Wuhan ha moltissimi tifosi, lo stadio non è pienissimo ma ci sono comunque molti supporter e questo ci fa piacere. Inoltre Wuhan è anche una carina nella quale vivere.

Nel corso delle prime partite ha ritrovato Seedorf come avversario qua  in Cina. Che effetto le ha fatto fronteggiarvi, questa volta da allenatori, in un contesto così lontano da quello italiano?

Fra un paio di settimane incontrerò anche l’amico Fabio Cannavaro, è strano ritrovarsi qua in Cina, ma per tutti noi è un’esperienza nuova. Ognuno di noi deve convivere con i problemi delle proprie squadre e cerca di fare il meglio per far arrivare dei risultati. Rispetto a Fabio che probabilmente ha una squadra lanciata per la promozione in CSL, sia io che Clarence, abbiamo squadre che si devono salvare, in particolar modo il Wuhan lotterà fino all’ultima giornata per mantenere la serie.

Quest’anno come ha detto l’obiettivo è quello della salvezza, per ottenere dei risultati migliori cosa manca a questa squadra? L’apporto di stranieri di livello o una solida base di giocatori cinesi?

Come sempre c’è bisogno di entrambe le cose. Io sono subentrato a stagione in corsa, senza nemmeno tanta possibilità di incidere sul mercato. L’anno prossimo ho le idee ben chiare sulle potenzialità della squadra, e se gli obiettivi vogliono cambiare è chiaro che dobbiamo alzare il livello qualitativo della rosa. Detto questo, non abbiamo nemmeno molto tempo per pensare al futuro, dato che dobbiamo concentrarci sul presente e sulla salvezza, che non è per nulla scontata. Abbiamo tante partite difficili in questi due mesi e sarà molto dura.

L’obiettivo del calcio cinese, quasi utopistico, è quello di vincere la Coppa del Mondo nel 2050. Non spingiamoci verso previsioni così lontane, secondo lei la Cina dove può arrivare nei prossimi cinque anni?

Credo che la Cina abbia tutte le potenzialità per ottenere degli ottimi risultati, soprattutto a livello economico. Inoltre il fatto che si vogliano affidare a degli allenatori stranieri per portare la loro cultura e professionalità, metodologia e regole all’interno del mondo cinese, sia molto importante. Si deve costruire una rete che non riguarda solo giocatori e allenatori, questa deve essere estesa a tutto lo staff dirigenziale, che sia competente e specializzato in questo senso. La Cina come ho detto ha grandi potenzialità, tutto sta nel metterle in pratica e sviluppare e venire incontro alle contaminazioni europee.

E’ appena incominciata la Serie A, con Juve e Roma che hanno subito vinto alla prima giornata. Vede i bianconeri nettamente favoriti per la conquista del titolo?

Tutte le squadre si sono rafforzate, ma lo ha fatto particolarmente bene la Juventus. L’anno scorso hanno fatto una partenza assolutamente ad handicap, ma la capacità di recuperare nei confronti di tutti gli avversari e vincere il campionato con un buon margine, ci fa capire che attualmente non vi sono squadre che possono infastidire la corsa della Juve. I bianconeri hanna perso Pogba, ma al contempo hanno acquistato Pjanic e Higuain dalle dirette concorrenti, per cui penso che il gap sia ulteriormente aumentato.

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Sono nato a Urbino il 2 maggio 1991. Nel luglio 2015 ho conseguito la laurea in Chimica e tecnologie farmaceutiche. Mi occupo di giornalismo sportivo con un'attenzione particolare al lato economico e allo sviluppo del calcio in Cina, che approfondisco nel mio Blog Calcio Cina. Nel febbraio 2016 ho pubblicato il mio primo libro: IL SOGNO CINESE, STORIA ED ECONOMIA DEL CALCIO IN CINA, il primo volume, perlomeno in Europa a trattare questo argomento. Scrivo anche di saggistica (sovversiva) per kultural.eu