FootLab – Red Rebels: FC United of Manchester

Si dice che sia possa cambiare moglie, partito o religione ma che non si possa mai cambiare la squadra per cui si fa il tifo. Trattasi di luogo comune che va per la maggiore nel mondo del calcio. Ma che cosa succede se la squadra per cui si fa il tifo si snatura al punto da diventare irriconoscibile e da non rappresentare più i propri stessi tifosi?Il punto alla base della fondazione del Football Club United of Manchester è stato proprio questo.

Il nome lo avete letto bene: non è il Manchester United, quello che fu di Sir Alex Ferguson, Ryan Giggs e George Best e che è ora di Ibrahimovic, Mourinho e (forse) Pogba. Qui parliamo dello United of Manchester. I colori sono gli stessi, ma sulle maglie non compaiono sponsor e, differenza piuttosto sensibile, il campionato non è lo stesso: se Sua Modestia Ibra proverà quest’anno a vincere la sua prima Premier League, lo United of Manchester si cimenterà la prossima stagione nella National League North, un livello equivalente a una via di mezzo tra le nostre Eccellenza e Serie D.

Il 2005: l’anno dello scisma. Chi è il traditore?

La storia dei Reds or Red Rebels inizia nel 2005. In quell’anno, lo United – quello di Alex Ferguson – viene acquistato dal magnate americano Malcolm Glazer, padrone anche della squadra di football americano dei Tampa Bay Buccaneers.

Se Sir Alex non si espone troppo sulla faccenda – avrebbe continuato ad allenare i Red Devils per quasi altri dieci anni – una fetta della tifoseria è disgustata, vedendo in Glazer non un mecenate calcistico mosso da passione autentica per un club leggendario, bensì un arraffone che a Old Trafford ha individuato una gallina dalle uova d’oro, commercialmente parlando.

Ed è proprio quella parte di tifoseria – un paio di migliaia circa – a decidere che così non si può andare avanti e che quell’operazione finanziaria con il calcio ha poco o niente a che fare: per questo motivo, quei fan decidono di fondare un nuovo club che sia di proprietà dei tifosi e nel quale siano i fan stessi attraverso le loro decisioni – ogni tifoso vale un voto –  a indirizzare direzioni e strategie future della squadra.

A questo punto Sir Alex la fa sentire davvero la sua voce: “E’ un giorno triste. Mi dispiace. Mi chiedo però quanto siano veramente tifosi del Manchester United questi fan che ci hanno abbandonato.”
Divertente, proprio a tale proposito, è la scena del film Sognando Eric di Ken Loach, dedicato a Cantona, il numero 7 più leggendario e carismatico della storia di Old Trafford insieme a George Best.

Al pub, davanti alla solita risma di pintazze di birra da scolare prima e durante una partita di Champions League, i tifosi rimasti fedeli ai Red Devils dibattono con altri fan del neonato FC United su chi sia dalla parte del torto: come sempre, quando se ne fa una ragione di maglietta e non di concetti, il dialogo non è tale, ma porta soltanto a due monologhi muro contro muro.

I fan del club di Alex Ferguson danno dei traditori a quelli dei Red Rebels. Dal canto suo, il tifoso dell’FC più coinvolto nella discussione dichiara che i traditori sono invece quelli che accettano che sulla casacca della propria squadra appaia uno sponsor – lo United of Manchester non presenta nessun logo se non quello del club. Egli imputa ai tifosi dei Red Devils di essere loro ad aver tradito il vero spirito del football assecondando i piani di un capitalista interessato soltanto a far denaro trasformando il calcio in un’esibizione da show business.

Un tifoso che non ci si aspetterebbe

In sostanza, guardando il bel film documentario francese Sur les Traces du FC United of Manchester, il desiderio che emerge da parte dei tifosi è di sentirsi considerati persone e non vacche da soldi per la famiglia Glazer tramite la vendita di magliette, gadget, biglietti a prezzi stratosferici, accessibili soltanto a classi agiate o comunque medio-alte.

Peraltro, mi chiedo io, sono così distanti da Glazer altri presidenti come Abramovich o Srivaddhanaprabha – quest’ultimo proprietario del Leicester dei miracoli – entrati nel calcio per interessi prettamente personali? Per non parlare di come il pallone sia stato usato come fonte di voti, popolarità (e una certa dose di immunità) da presidenti “nostrani”: Berlusconi, Preziosi, Ferrero, ecc. docent.

Che gli intenti alla base della fondazione dei Red Rebels siano invece puri sembra averlo capito proprio Eric Cantona, il quale ha dichiarato di appoggiare l’idea dello United of Manchester, augurandosi che entro 50 anni il club possa vincere la Champions League. E se lo dice uno che grazie all’altro United ha costruito la propria leggenda, forse c’è da drizzare le antenne…