No! Non giriamoci troppo attorno, no. D’accordo ha fatto un buon europeo ed è campione d’Europa in carica ma ciò non giustifica la cifra altissima che lo Sporting Lisbona richiede per il suo giocatore. Bravo eh, per carità, ma non è quel tipo di giocatore che da solo può stravolgere una squadra. Non è un attaccante e non è un fantasista, Joao Mario è centrocampista di corsa con una buona tecnica, fa il compitino e di solito lo fa bene, stop.
Un buon curriculum il suo, ma non così diverso da quello di tanti suoi colleghi: cresciuto nelle giovanili dello Sporting Lisbona, dal 2014 gioca stabilmente in prima squadra dove ha totalizzato 58 presenze e dieci gol che in un campionato mediocre come quello portoghese non fanno troppo rumore. Il centrocampista lusitano ha fatto tutte le trafile nelle giovanili del Portogallo e oggi gioca stabilmente titolare nella nazionale maggiore. Insomma, un buon profilo ma niente di più.
Purtroppo però quello di oggi è un mercato impazzito dove cinesi e sceicchi fanno lievitare i prezzi alle stelle perchè si sa, se poi vogliono davvero un giocatore alla fine lo prendono a qualsiasi costo. E le società ci marciano, giustamente. Tutto questo non fa bene al calcio, soprattutto alle squadre “normali”; l’Inter ad esempio, che è una delle poche squadre per cui vale il fair play finanziario e magari un giorno ci spiegheranno anche il perchè, è da un po’ di tempo sul giocatore ed è quella che ad oggi ha mostrato maggiore interesse.
Il club nerazzurro è arrivato a offrire parecchi soldi, si parla addirittura di quaranta milioni, ma si è visto alzare un muro dallo Sporting Lisbona che non ha logica; per un giocatore, Joao Mario, che in un mondo un po’ più giusto non andresti a pagare più di 15/20 milioni. E ci sentiamo anche un po’ generosi. Perchè se per Joao Mario chiedi 50, allora giustamente per Pogba ne chiedi 120, e Pogba a 120 milioni non si può sentire neanche nel più fantasy dei racconti.
Che dire, il mercato è ancora lungo ma ci auguriamo davvero che l’Inter molli la presa, perchè a certe cifre non ci si dovrebbe neanche sedere al tavolo delle negoziazioni. Forse solo così torneremo ad assistere a trattative più reali e meno fantacalcistiche.
