Tre anni fa mentre il Belgio marciava in pompa magna verso il Brasile, il Galles giocava in una piovosa serata ad Hampden Park contro la Scozia per evitare il cucchiaio di legno nel girone. Oggi i gallesi spediscono a casa senza ricevuta di ritorno la squadra belga, approdando clamorosamente in semifinale.
“The man of history” è senza dubbio Robson-Kanu(8). Scelto nel ruolo di centravanti pur essendo un ala, l’ex giocatore del Reading corre come un matto per tutta la partita, finendo per inventarsi un gran gol, eludendo la marcatura di un Meunier(5,5), che ha spinto molto bene, ma che nell’occasione si è adeguato al livello imbarazzante dei suo compagni di reparto. Male Alderweireld(5), che dopo una partita accettabile, si fa infilare dal neo-entrato Vokes(7) autore di una splendida zuccata in occasione del definitivo 3-1, disastroso Denayer(4), sempre fuori posizione e svagato in fase di marcatura, dove ha sulla coscienza il gol di un Ashley Williams(7) statuario come il Doriforo di Policleto , assieme a Jordan Lukaku(4,5), autore di una partita pessima, come suo fratello Romelu(5) in attacco. Sembrano i fratelli Buffoni di “Romanzo Criminale”: non ne azzeccano davvero una.
Chi invece le ha azzeccate tutte è Chester(7,5), baluardo difensivo ancor più di capitan Williams e del comunque bravo Davies(6 +), protagonista di diversi salvataggi provvidenziali, dalle parti di un Hennessey(6,5) che, nel giorno dell’arrivo di Mandanda nel suo Crystal Palace, mostra una grande sicurezza tra i pali, non avendo particolari colpe sul gol di Nainggolan(6 +), unica nota positiva dello stonatissimo spartito belga. Ad Hazard(5) non basta l’aria di Lille per tornare grande, confermando l’infelicità della sua stagione, De Bruyne(5) si affloscia dopo una ventina di minuti, il lavoro di Witsel(5) è talmente oscuro che non lo vede nessuno, a differenza di quello dei colleghi gallesi Allen e Ledley(entrambi 6 +), con il primo che organizza il gioco in maniera ordinata e il secondo, il cui lavoro è stato continuato dal suo sostituto King(6), che non lascia mai scoperta la posizione, consentendo alla sua squadra di distendersi in avanti in sicurezza.
In questo senso eccellente la prova di Ramsey(7), il cui moto perpetuo in incursione ha fatto male alla squadra belga, portando al secondo gol di Robson-Kanu, con il(severo) giallo che lo priva della semifinale, come unico neo. Bene anche Bale(6,5) che dopo un primo tempo giocato a marce altissime, è calato un po’ nella ripresa, adoperandosi più in fase di contenimento, dove hanno fatto una gran figurai due terzini. Gunter(6,5), autore dell’assist per il terzo gol, ha preso benissimo le misure dal lato di Hazard, mentre Taylor(6,5) (che se non fosse stato per un Courtois(6), lasciato dalla sua retroguardia alla mercè della squadra gallese avrebbe potuto segnare il suo secondo gol nell’Europeo) ha giocato una partita più che onesta, limitando un Carrasco(5) frizzante ma inconcludente, che ha lasciato a inizio ripresa il posto al “Cugino di Campagna” Fellaini(5), che entrato in campo per fare le sponde, si è mosso come sempre un po’ a casaccio. Male anche l’altro subentrato Mertens(5) che non è riuscito a dare la giusta verve ad una squadra spenta, mentre è ingiudicabile la prova di Batshuayi, entrato troppo tardi.
Ad entrare nella storia è dunque Chris Coleman(8,5). Il c.t. gallese in questo biennio ha saputo costruire un bel collettivo valorizzando con le giuste idee tattiche le poche(ma più che buone) individualità ed ha acceso lo spirito gaelico in un contesto che calcisticamente parlando, al netto di qualche eccezione, è sempre stato abituato ad una qual certa mediocrità. Per Marc Wilmots(4,5) invece arriva un fallimento che potrebbe scrivere i titoli di coda alla sua storia da c.t. del Belgio. Nonostante la sconfitta contro l’Italia le cose per la sua squadra, si erano messe bene e la possibilità di costruire un traguardo storico c’era tutta. Alla fine però è arrivata una sconfitta dalla quale il Belgio è uscito veramente male sotto tutti i profili, che da la sensazione che a questa squadra bizzosa, immatura, ma certamente di talento, abbia bisogno di qualcosa di diverso. A cominciare dal selezionatore.