Alla fine quello che doveva essere il girone più competitivo degli Europei non ha tradito le attese, regalando nel finale un verdetto sorprendente. A vincere il gruppo D è infatti la Croazia, che sconfiggendo 2-1 la Spagna, conquista la vetta e costringe “La Roja” alla revanche della finale del 2012 contro l’Italia. E pensare che inizialmente l’idea era quella che i croati, privi di Modric e schierati con un massiccio turnover da Cacic, avessero pochissime chance, o che addirittura volessero lasciare il secondo posto ad una Repubblica Ceca, che ha confermato di avere ormai solo il nome e poco altro, perdendo contro una Turchia che ha riacceso le speranze di qualificazione,speranze che passano inevitabilmente dalle gare di domani.
CROAZIA-SPAGNA 2-1
Tutto sembrava già scritto al 7’ di gioco: Silva si ritrova palla sulla destra, premia con un bell’assist il grande taglio in area di Fabregas, che in pieno stile spagnolo appoggia a Morata per il più facile dei gol. Chi meglio della Spagna sa come gestire il possesso e comandare il gioco, sedando gli avversari. E invece alla fine è arrivata la sorpresa. La squadra di Del Bosque, che ha schierato tutti i titolari, le occasioni per vincerla le avute anche, andando vicino al raddoppio già un minuto dopo il gol con una deviazione di Nolito in area su un cross di Silva, ma non aveva fatto i conti con la baldanza dei croati, fiondatisi a testa bassa in attacco.
Al 13’ Kalinic, preferito a Manduzkic, impegnava De Gea con un tiro dalla distanza, e sugli successivi sviluppi del corner, approfittava della prima di una serie di incertezze del portiere dello United, recuperando palla per poi servirla a Rakitic che con un pallonetto di pregevolissima fattura, sfiora il gol con la palla che prende traversa e palo per poi rimpallare su Juanfran. La Croazia continua a fare la partita sviluppando tantissimo gioco sulle corsie esterne, soprattutto con Perisic, che dopo aver fallito un’occasione di testa, serve al 44’ al termine di uno spunto personale l’assist dalla sinistra per il gol del pareggio, segnato da Kalinic con una bella deviazione di tacco.
Nella ripresa il trend non cambia particolarmente, alla Spagna il pareggio può comunque star bene, e l’ingresso dell’uomo d’ordine Bruno, al posto di Nolito testimonia perfettamente ciò. De Gea per poco non combina un’altra frittata quando una sua uscita a vuoto Jedvaj colpisce a botta sicura, trovando però l’opposizione della retroguardia spagnola, col pallone che poi finisce fuori dopo una rovesciata di Pjaca, che qualche minuto dopo viene atterrato in area da Ramos, ma Kuipers non fischia. Dopo il consueto possesso palla un po’ stucchevole, la Spagna si rifà sotto, ed ha la occasioni per portare a casa il match. Ramos(che due minuti prima era andato vicino al gol di testa sugli sviluppi di un corner) si presenta dal dischetto al 70′ dopo che Kuipers ha concesso un rigoricchio, per un fallo di Vrsaljko(spinto dal neoentrato Aduriz) su Silva, ma Subasic, avanzato di almeno due metri respinge. L’episodio porta definitivamente l’inerzia della gara a favore dei croati, che all’87’ passano con Perisic che finalizza un contropiede condotto magistralmente da Kalinic, con un diagonale deviato da Piquè che batte De Gea.
Se la gara contro la Turchia aveva confermato la qualità del gioco spagnolo e del suo gruppo, quella contro la Croazia ne ha messo a nudo i limiti, mostrando le fragilità caratteriali di una squadra molto talentuosa ma non necessariamente solida che paga un po’ anche il fatto di avere nel suo zoccolo duro campioni che hanno vinto tutto e che oggettivamente hanno poco da dimostrare. La Croazia con la vittoria del girone si guadagna il lato morbido del tabellone, giustificando ampiamente le grandi aspettative poste su di lei alla vigilia: possono arrivare davvero lontano.
REPUBBLICA CECA-TURCHIA 0-2
In molti dopo le prime due partite pensavano che questa sarebbe stata la festa della Repubblica Ceca, ma alla fine è arrivato il momento della Turchia, che dopo aver perso credito per via delle sconfitte contro Spagna e Croazia, è riuscita a farsi valere, ottenendo un successo per certi versi inaspettato. Passati al 10′ con una rete di Yilmaz, lesto nel deviare in porta un cross del bravissimo Mor al termine di una bella sortita sulla destra, i turchi hanno dovuto contenere gli assalti disperati di una Repubblica Ceca che ha visto gradualmente sfumare gli ottavi di finale. Il portiere Babacan, non irreprensibile nelle prime due uscite, è stato chiamato spesso in causa, salvando alla grande prima su Kaderabek e poi su un tiro da fuori di Plasil, ma nonostante questo, la nazionale ceca, tra l’altro priva del suo maggior talento(che ancora oggi è Rosicky, fatto abbastanza emblematico) è sembrata veramente poca roba.
Con gli avversari sbilanciati, la Turchia ha cercato di sfruttare gli spazi concessi dalla Repubblica Ceca per trovare gol pesanti in ottica qualificazione, riuscendoci al 66′, quando su una punizione di Inan, Ozan Tufan ha corretto una sponda di Topal(in posizione di offside) con un tiro che ha beffato un non irreprensibile Cech, sul suo palo. Il raddoppio della Turchia ha chiuso definitivamente i giochi, e a poco son serviti i cambi offensivi di Vrba e le sortite di Darida: la Repubblica Ceca raggiunge Romania e Ucraina tra le eliminate, mentre la Turchia supera l’Albania(ormai praticamente fuori) nella graduatoria delle migliori terze.
La partita di stasera conferma le previsioni della vigilia che vedevano la Repubblica Ceca(un tempo gloriosa) come la squadra cuscinetto di un girone veramente tosto, con i limiti tecnici e non della squadra di Vrba, che son venuti definitivamente fuori all’ultimo dopo due partite così e così, mentre riabilita, seppur parzialmente una Turchia che avrà pure deluso tanto nelle prime uscite ma che alla fine ha perso con due squadre decisamente più forti. Vrba volant, Terim(almeno fino a domani) manent.