Italia-Svezia 1-0: gli azzurri volano agli ottavi grazie ad un gioiello di Eder

 

Italia-Svezia 1-0

L’Italia di Antonio Conte affronta la Svezia di Zlatan Ibrahimovic. Gli azzurri hanno stupito nella prima uscita contro il Belgio. La prestazione sopra le righe contro i “Diavoli Rossi” ha destato fiducia nell’ambiente e, soprattutto, fra i calciatori. Il commissario tecnico Conte sembra essere il valore aggiunto di questa nazionale, accolta alla vigilia da aspettative risicate. La partita contro il Belgio ha dato una svolta e potrebbe essere l’inizio di un europeo straordinario per gli uomini di Conte. L’ex tecnico della Juventus, però predica calma e pone l’attenzione sulla prossima partita contro la Svezia.

Il secondo match contro gli scandinavi è un crocevia importante per confermare ciò che di buono si è visto contro il Belgio. La Svezia arriva alla sfida contro l’Italia sottotono dal punto di vista mentale ed atletico. La compagine di Hamren ha pareggiato contro l’Irlanda grazie all’autorete di Clark, ma ha ampiamente demeritato questo risultato: l’Irlanda è stata superiore per larghi tratti della gara. Antonio Conte mantiene lo stesso modulo e, rispetto alla prima uscita, sostituisce Darmian con Florenzi. La sostituzione evidenzia una scarsa condizione di Matteo Darmian, il calciatore del Manchester United non ha disputato una gara indimenticabile contro il Belgio. La Svezia, invece, effettua una rivoluzione: Ekdal ritorna davanti alla difesa, Guidetti prende il posto di Berg e Johansson sostituisce l’infortunato Lustig. Il canovaccio tattico della Svezia è evidente: Ibrahimovic si abbasserà notevolmente per cercare di smistare la manovra. L’importante sarà arginare gli inserimenti dalle fasce che beneficeranno delle giocate della stella svedese. La domanda che assilla la vigilia della partita è come si comporterà l’Italia contro una squadra conservativa come la Svezia e se sarà in grado di tenere in mano la regia del gioco contro una compagine che chiude gli spazi. La sfida si preannuncia bloccata.

Nella prima frazione di gioco le due compagini si studiano. L’Italia stenta a costruire gioco ed i palloni orchestrati da Bonucci sono letti facilmente da una difesa svedese attenta e reattiva. L’Italia sembra esser pericolosa solo sugli esterni, ma Florenzi e Candrevi, autori di una prova sufficiente sino ad ora, sono ben contrastati dalla retroguardia avversaria. La Svezia è ben disposta in campo e sembra esser più propositiva rispetto all’Italia. Ibrahimovic ha ispirato un paio di contrattacchi, ma nel complesso è stato neutralizzato adeguatamente dal pacchetto arretrato degli azzurri. Le due squadre terminano il primo tempo sul punteggio di 0-0. Nella ripresa l’Italia riesce a distendersi in maniera migliore a livello di rettangolo di gioco e risulta più propositiva. Il match, comunque, stenta a decollare grazie al pregevole filtro degli svedesi. La partita si accende al 81′ quando Parolo, servito da Giaccherini, centra la traversa di testa. L’Italia si porta in vantaggio con una scaltrezza al 88′: Chiellini rimette lungo per Zaza, l’ex Sassuolo fa sponda per Eder, l’interista si beve Granqvist e fulmina Isaksson sul secondo palo. La Svezia cade in un baratro buio e l’Italia conquista, a fatica, i tre punti che la portano agli ottavi di finale.

Commento: Il match ha dimostrato quali siano i limiti di questa Italia: la manovra stenta a dispiegarsi e numerosi interpreti non sono in grado di creare trame di livello. La velocità agli uomini di Conte manca, soprattutto a livello di esecuzione e ogni giocata appare prevedibile, anche contro una Svezia così modesta, seppur disposta ottimamente in campo. La retroguardia italiana ha retto adeguatamente l’impatto di un appannato Zlatan Ibrahimovic ed è questo il punto di forza degli azzurri.

Nel finale di gara si è vista qualche giocata in più, ma dettata soprattutto dal calo atletico degli avversari. La Svezia ha giocato una partita generosa, attenta e talvolta coraggiosa. Ibrahimovic non è sceso molte vole ad orchestrare la manovra, anzi ha preferito rimanere una mina vagante dalle parti di Chiellini. Questo ha concesso maggior spazio a Kallstrom e Ekdal in regia, autori di una prova da sottolineare. Nella difesa svedese sarebbe stato da premiare Granqvist, ma l’ex Groningen ha evidenziato i suoi limiti a livello di reattività e ha macchiato indelebilmente una gara che sarebbe stata da incorniciare. La prova di Guidetti è stato encomiabile: ogni pallone giocato o alleggerito dalla difesa italiana è stato sporcato o disturbato dal calciatore del Celta Vigo. L’ex Feijenoord si è speso enormemente, ma non è riuscito a trovare la via della rete.

L’Italia viene premiata da una buona capacità mentale nel saper gestire i momenti di maggiore pressione, ma soprattutto dall’astuzia della rimessa veloce in occasione della rete: Chiellini ha determinato il positivamente il match con questa vera e propria scaltrezza, favorendo la rete di Eder. La marcatura dell’italo-brasiliano è una vera e propria perla, tipica del suo repertorio. L’attaccante dell’Inter spazza vie le critiche riguardo il suo impiego e regala gli ottavi di finale all’Italia. Florenzi e Parolo hanno disputato una gara di livello, ma va premiata la capacità di entrare nella partita di Zaza. Il centravanti della Juventus ha risvegliato una compagine piatta e sterile con la sua grinta. L’Italia quest’oggi non ha incantato, ma ha evidenziato tutti propri limiti. Questa gara non deve diventare una sorta di manifesto per gli azzurri, bensì un punto di partenza per correggere i propri errori.

(Fonte foto: http://it.uefa.com/)

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Sono nato nella provincia di Treviso nel 1993, ma ho origini olandesi. Sono laureato in Filologia Moderna e Medievale, inoltre attualmente risiedo in Polonia. Sin da bambino il calcio ha esercitato un’enorme influenza sulla mia vita ed è una vivida passione che occupa le mie giornate. Il mio cuore batte per la nazionale olandese ed il NAC Breda. Mi divertono molto i gatti parlanti, la cosmogonia e le birre artigianali.