Inghilterra – Russia, le pagelle: Akinfeev croce e delizia, Sterling impalpabile

Si ferma al 92′ l’Inghilterra, che deve dire addio a due importantissimi punti. Ad azzannare i leoni di Hodgson è Vasily Berezutskiy (7), muro quasi invalicabile dietro insieme all’altro vecchietto Ignashevich (6,5), ma soprattutto arma letale davanti: il suo colpo di testa (in foto) a scavalcare Hart (sv) allo scadere regala ai suoi un pareggio insperato ed immeritato per quanto vistosi in campo. Russi lenti e prevedibili: le trame di gioco sono inesistenti, affidate ai lanci lunghi e prevedibili del duo di difesa, visto che il giovane Golovin (5), che sulla carta dovrebbe essere il regista della squadra ed invece ha passato il tempo a nascondersi per evitare di prendersi responsabilità.

Dzyuba (6) si ritrova così a dover fare a spallate con i difensori avversari Cahill e Smalling (6) (di fatto praticamente mai impegnati) in solitaria, a lavorare con difficoltà un’infinità di palloni sporchi, mal supportato sia da Smolov (5), apparso sacrificato e fuori posizione sull’out mancino, in costante difficoltà sia in fase offensiva, sempre sovrastato da un superbo Walker (6,5), che in quella difensiva, dove raramente ha aiutato uno Schennikov (5) timido e spaesato, sia da Shatov (5,5). Qualcosina ha invece provato a far vedere l’ala destra Kokorin (6), ma non abbastanza per lasciare il segno sulla gara.

A sbloccare la sfida ci aveva pensato Dier (7), metronomo degli inglesi, imprescindibile nel dare equilibrio alla squadra da vertice basso nel 4-1-4-1, con una punizione che aveva sorpreso sul proprio palo Akinfeev (6), il cui voto è influenzato in positivo dal miracolo compiuto pochi minuti prima su una conclusione a botta quasi sicura di Rooney (6), cervello in campo ma il cui ruolo troppo lontano dai sedici metri russi ne limita le potenzialità in zona goal. Positiva la prestazione anche del giovane Alli (6,5), calato nella ripresa, ma costante spina nel fianco per tutta la prima frazione di gioco per Neustadter (5,5), mediano tedesco appena naturalizzato russo che spesso è stato preso alle spalle, mentre rimandati sono Kane (5,5) e soprattutto Sterling (5), apparso in confusione in ogni scelta di gioco da compiere e ben tenuto dal positivo Smolnikov (6). 

 

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Classe '94, piemontese di nascita, tra un esame universitario e l'altro segue il calcio alle temperature più improbabili, dalla Scandinavia alla vecchia terra degli Zar. Russofilo e (a breve) russofono, sogna di diventare direttore sportivo e di vivere a San Pietroburgo. Guai a disturbarlo quando gioca il Krasnodar: potrebbe uccidere.
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