Gruppo B del centenario della Copa America, scende in campo l’attesissimo Brasile di Dunga, che conferma la tradizione recente, con un brutto pareggio a reti bianche contro l’Ecuador. Nell’altra partita del girone il Perù passa di misura su Haiti grazie alla rete di Guerrero.
Una volta il Brasile era sinonimo di bel gioco… una volta, ora non lo è più. La nazionale carioca mesa in campo da Dunga è a trazione anteriore, un 4-3-3, con Elias e Renato Augusto nel ruolo di mezzali, alle spalle di un tridente composto da Willian e Coutinho a supporto dell’unica punta Jonas. Il Brasile prova a fare la partita contro una Tri votata al contropiede. Le prospettive non erano quelle di una partita semplice, il Brasile per il proprio nome e la voglia di rivalsa è una nazionale sempre temibile, mentre l’Ecuador è venuto alla ribalta dopo la scorsa Copa America, con un girone di qualificazione alla Coppa del Mondo che la vede prima.
A Pasadena, California, va in scena una partita poco entusiasmante. Gli uomini di Dunga provano a sfiancare gli avversari con un prolungato possesso palla, che si rivela essere sterile e poco produttivo. La difesa guidata dal forte Achiller non lascia spazi, e costringe il Brasile a tentare la fortuna con tiri dalla lunga distanza. L’unica vera occasione è sui piedi di Coutinho, che sbaglia clamorosamente sotto porta dopo pochi minuti dall’inizio del match.
Nel corso della ripresa solleva molti dubbi il gol annullato Bolanos: il trequartista dell’Ecuador arriva sul fondo e mette un cross rasolinea sul quale si avventa il portiere Alisson, che commette un pasticcio e si trascina la sfera oltre la linea di porta. L’arbitro non convalida la rete in quanto Bolanos avrebbe calciato con la palla che aveva già sorpassato la linea, ma i replay mostrano tutt’altro.
Termina a reti bianche un match dal quale era lecito aspettarsi di più: il Brasile ha mostrato ancora una volta limiti caratteriali, di essere Neymar-dipendente (presente in tribuna), incapace di creare un collettivo. L’Ecuador è stato timido, l’arma vincente della nazionale di Quinteros in questi ultimi mesi è stata il contropiede, ripartenze fulminanti con le quali mettere in ginocchio gli avversari. Non se ne sono viste.
Comanda la classifica del gruppo B il Perù, che batte per 1-0 Haiti. A segno l’intramontabile Guerrero, che al 61′ trova la rete con un tuffo d’angelo sul cross perfetto dalla sinistra di Flores. L’ex giocatore di Bayern Monaco e Amburgo (ora al Flamengo) sale a 27 reti on la nazionale ed è diventato il più grande marcatore nella storia del Perù. Superato dunque il leggendario Teofilo Cubillas, centrocampista in attività dal 1966 all’89. Con un trascorso in Europa al Porto, nel 1972 è stato eletto come il miglior giocatore sudamericano. Ha dato il meglio di ai mondiali, nelle edizioni di Messico ’70 e Argentina ’78 ha segnato 10 gol nelle 10 partite disputate, inoltre ha condotto la propria nazionale alla vittoria della Copa America casalinga nel 1975.
Sicuramente Teofilo Cubillas è stato per distacco il giocatore più importante nella storia del Perù, Paolo Guerrero ha dato il suo contributo alla causa, ma anche se l’ordine dei nomi in classifica ora è stato capovolto, i due appartengono a due due mondi, due categoria completamente diverse.