Come ogni anno, l’Ecuador si presenta alla competizione come una compagine alla ricerca di un riscatto, pronta a far sbocciare i vari elementi in rosa, ma sistematicamente, ad ogni manifestazione, la Tri delude. Il centenario della Copa America può rappresentare un punto di svolta per gli uomini del boliviano Gustavo Quinteros, riscrivendo così una storia avara di successi. L’Ecuador, assieme al Venezuela, è stata l’unica delle dieci squadre del continente sudamericano a non aver mai vinto un’edizione della Copa America, e non è mai salita sul podio, tanto che i migliori piazzamenti sono due quarti posti conquistati nelle edizioni casalinghe del 1959 e del 1993.
La storia recente nella competizione continentale è ancora più drastica, con sei eliminazioni consecutive al primo turno e soli 7 punti conquistati in venti partite.
L’Ecuador è emerso solamente nel nuovo millennio, conquistando la prima storica qualificazione al mondiale nel 2002, nel girone proprio con l’Italia di Trapattoni con cui perse per 2-0. Il miglior risultato in un’edizione della Coppa del Mondo sono gli ottavi di finale conquistati nel 2006, dove la Tri fu eliminata dopo un’ardua partita contro l’Inghilterra, grazie a una prodezza balistica di Beckham.
Con un passato ai margini dai grandi palcoscenici, può solo stupire il recente exploit dell’Ecuador nelle gare di qualificazione a Russia 2018, prima nel girone insieme all’Uruguay dopo sei giornate e capace di battere proprio la Celeste e i vicecampioni sudamericani dell’Argentina con un netto 0-2 a Buenos Aires. Una serie di risultati che ha portato sorprendentemente la Tri al dodicesimo posto nel ranking FIFA. Replicando il gioco espresso negli ultimi mesi, gli uomini di Gustavo Quinteros -inseriti in un girone non proibitivo con Haiti, Perù e Brasile- possono rappresentare una mina vagante per tutte le avversarie.
ANALISI TECNICO TATTICA
Ex difensore nato in Argentina, Gustavo Quinteiros diventa cittadino boliviano nel 1993 dopo aver militato nel Club Universitario San Francisco Xavier e nel più prestigioso The Strongest. Gustavo inizia la propria carriera da allenatore nel 2003, alla guida del San Lorenzo, e ottiene i maggiori successi con il club equadoregno Emelec, dove trionfa in campionato nel 2013 e nel 2014; successi che gli valgono la chiamata in nazionale nel 2015.
Quinteiros utilizza il 4-4-2, modulo che i precedenti allenatori colombiani hanno inculcato nella nazionale ecuadoregna, ma nelle ultime uscite per le gare di qualificazione ha presentato anche la variante del 4-2-3-1.
La porta della Tri sarà difesa da Alexander Dominguez, esperto portiere dell’LDU Quito. Di fronte la coppia difensiva formata da Achiller e Erazo, due giocatori complementari, in quanto Erazo (Gremio) può puntare su una buona velocità, mentre Achiller è un difensore roccioso, abile nel gioco aereo. Sulla fascia sinistra agirà il capitano Ayovi, 99 presenze in nazionale, classe 1979, oltre a una corsa instancabile può contare su una buona visione di gioco dato il suo passato da centrocampista. A completare il pacchetto arretrato vi è Juan Carlos Paredes, proveniente dal Watford, nonché uno dei pochi giocatori provenienti dal calcio europeo.
Le chiavi del centrocampo sono affidate a Christian Noboa (Rostov), ben dotato tecnicamente, gioca prevalentemente da regista con compiti sia di impostazione che di contenimento; al suo fianco, data l’assenza di Quinonez, titolare in questi ultimi mesi, vi sarà Fernando Gaibor (Emelec). Attenzione al gioco sulle fasce, con esterni estremamente rapidi, in grado di attaccare la linea di fondo campo per mettere cross per gli attaccanti, oppure di accentrarsi per andare al tiro. Rispetto alla scorsa Copa America sulla fascia destra agirà lo sprinter Antonio Valencia del Manchester United, mentre a sinistra Jefferson Montero dello Swansea.
In entrambi i moduli, sicuro di un posto da titolare è la punta di diamante della Tri, Enner Valencia, proveniente dal West Ham, giocatore in grado di svariare su tutto il fronte offensivo, ma reduce da una stagione sottotono con la maglia degli Hammers. In un modulo a due punte il compagno di reparto sarà Jaime Ayovi del Godoy Cruz (9 gol in 34 presenze con la nazionale), mentre nel 4-2-3-1, alle spalle di Valencia il quasi irrinunciabile Miler Bolanos, trequartista in forza al Gremio che con la nazionale ha un ottimo score, con 6 reti in 12 partite, oltre ad essere stato il migliore nella scorsa edizione della Copa America con due reti realizzate.
La forza di questo Ecuador è la velocità, il dinamismo dei vari giocatori nel poter agire in diverse zone del campo e svariare sul settore di competenza. La Tri non è una squadra abituata a far girare il pallone troppo a lungo, non appena vi è uno spazio attaccabile vi è subito una verticalizzazione per gli esterni o le punte. Inoltre la squadra di Quinteiros si è rivelata letale nelle ripartenze.
LA STELLA
Una carriera sfortunata, pregiudicata da un grande infortunio quel maledetto 13 settembre del 2010, quando Valencia si frantumò la caviglia nella partita di Champions contro i Rangers Glasgow, un grave incidente che lo costrinse a saltare tutta la stagione. Anche quest’ultima annata è stata maledetta per quello che era considerato “il giocatore più veloce della Premier League”. Un altro infortunio, sempre alla caviglia, che lo ha costretto ai box da ottobre a febbraio. Van Gall ha perso un jolly importantissimo sulle fasce, in quanto Antonio Valencia, grazie anche al lavoro svolto con Ferguson, può ricoprire tutti i ruoli sulla destra, da terzino a ala, adattandosi alla perfezione in qualsiasi modulo. Nato come esterno di centrocampo, Valencia non ha mai acquisito quella predisposizione a rientrare sul piede preferito e tentare il tiro. Ha una vena realizzativa esigua, in nazionale ha segnato 8 gol in 80 partite, mentre sono solo 21 i centri in 248 partite con il Manchester United. Il gioco espresso dal talento ecuadoregno è finalizzato a un miglior rendimento degli attaccanti: abilissimo nel condurre contropiedi e nel prendere il fondo per piazzare cross in area di rigore. Tutte le speranze dell’Ecuador sono riposte in Antonio e Enner Valencia, anche quest’ultimo reduce da una stagione travagliata con soli 4 centri in 19 partite con il West Ham; ma se i due arriveranno in forma alla competizione, probabilmente la Tri riuscirà finalmente a passare il primo turno.
LA SORPRESA
Direttamente dall’Ungheria, dal Ferencvaros Budapest, il talento classe 1994 Cristian Ramirez. Un giovane terzino sinistro di spinta che fino ad ora ha disputato solo stralci di partite con la nazionale maggiore, solo 4 presenze, di cui la prima risale al 2013, in un’amichevole a Houston contro l’Honduras. Sempre nel 2013 si trasferisce in Europa, prima al Düsseldorf, e successivamente al Norimberga. Non riuscendo a trovare spazio si trasferisce in Ungheria. Dopo un anno di assestamento conquista un posto da titolare fisso nello scacchiere di Budapest e si rende protagonista della grande cavalcata che ha portato il Ferencvaros a conquistare il titolo, segnando addirittura quattro gol. Per il giovane ecuadoregno, il centenario rappresenta il primo grande palcoscenico nel quale mettersi in mostra e tentare di conquistare piazze più prestigiose di quella ungherese.
PROSPETTIVE
L’Ecuador quest’anno ha tutte le carte in regola per accedere ai quarti di finale. La squadra di Quinteiros punta al secondo posto nel girone alle spalle di un Brasile profondamente ridimensionato e non così irraggiungibile. Per la Tri, l’incontro più importante sarà con il Perù, chi ne uscirà vincitore quasi sicuramente accederà al turno successivo. L’obiettivo minimo sono i quarti, ma l’Ecuador può puntare ancora più in alto, in quanto non andrà a incrociare un girone proibitivo, bensì quello composto da Paraguay, USA, Colombia e Costa Rica, tutte squadre assolutamente alla portata della Tri vista in questi ultimi mesi.
CONVOCATI
Pos. | Giocatore | Data Nascita | Squadra |
P | Alexander ominguez | 5 giugno 1987 | LDU Quito (Ecuador) |
P | Esteban Dreer | 11 novembre 1981 | Emelec (Ecuador) |
P | Maximo Banguera | 16 dicembre 1985 | Barcelona Guayaquil (Ecuador) |
D | Frickson Erazo | 5 maggio 1988 | Atletico Mineiro (Brasile) |
D | Gabriel Achiller | 24 marzo 1985 | Emelec (Ecuador) |
D | Arturo Mina | 8 ottobre 1990 | Indipendiente del Valle (Ecuador) |
D | Robert Arboleda | 22 ottobre 1991 | CD Univerdidad Catolica (Ecuador) |
D | Walter Ayovi | 11 agosto 1979 | Monterry (Messico) |
D | Cristian Ramirez | 12 agosto 1994 | Ferencrovs Budabest (Ungheria) |
D | Juan Carlos Parades | 8 luglio 1987 | West Ham (Inghilterra) |
C | Antonio Valencia | 5 ottobre 1983 | Manchester united (Inghilterra) |
C | Carlos Gruezo | 19 aprile 1995 | FC Dallas (USA) |
C | Fernando Gaibor | 8 ottobre 1991 | Emelec (Ecuador) |
C | Pedro Larrea | 21 maggio 1986 | CD El Nacional (Ecuador) |
C | Cristian Noboa | 9 aprile 1985 | Rostov (Russia) |
C | Miler Bolanos | 1 giugno 1990 | Gremio (Brasile) |
C | Juan Cazares | 3 aprile 1990 | Atletico Mineiro (Brasile) |
C | Jefferson Montero | 1 settembre 1989 | Swansea (Inghilterra) |
A | Angel Mena | 21 gennaio 1988 | Emelec (Ecuador) |
A | Fidel Martinez | 15 febbraio 1990 | PUMAS (Messico) |
A | Micheal Arroyo | 23 aprile 1987 | Club America (Messico) |
A | Enner Valencia | 4 novembre 1989 | West Ham (Inghilterra) |
A | Jayme Ayovi | 21 febbraio 1988 | Godoy Cruz (Argentina) |