L’atto finale della Coppa ucraina di quest’anno vedrà scontrarsi l’armata dello Shakhtar Donestk di Mircea Lucescu e la bella sorpresa dello Zorya Luhansk, che negli ultimi anni si sta imponendo nelle zone alte del calcio nazionale. Quest’anno per la squadra della città di Luhansk potrebbe arrivare il primo coronamento dell’era post-sovietica (3 campionati dell’Ucraina SSR, 1 campionato e 2 coppe sovietiche vinte durante questo periodo), con la conquista della prima Coppa d’Ucraina della propria storia.
Una crescita iniziata ben 3 stagioni fa e sotto la saggia guida di Yuriy Mykolayovych Vernydub, arrivato sulla panchina dello Zorya nel 2011 (dopo due anni da assistant coach) e alla sua prima esperienza da primo allenatore. La scalata tra le gerarchie del calcio ucraino è iniziata un pò per caso, infatti la stagione 2013-14 si concluse con un discreto settimo posto, con il quale arrivò (a sorpresa) anche la qualificazione all’Europa League (ormai diventata appuntamento quasi fisso per il club di Luhansk). Come spesso accade in questi casi, la buona sorte è sempre dalla tua parte: infatti questa qualificazione arrivò grazie all’esclusione del Metalist (arrivato sesto in campionato) dalle coppe europee per mano della UEFA a causa del tanto temuto fair-play finanziario. Sta di fatto che lo Zorya ringraziò e firmò il suo debutto europeo assoluto nell’estate della stagione successiva, dove esordì con i fuochi d’artificio eliminando nei primi due turni gli albanesi del Laci (5-1 complessivo) e i più quotati norvegesi del Molde (3-2 totale). In quest’ultimo caso a sorprendere tutti fu la grande vittoria in terra norvegese, dove gli ucraini si imposero grazie alla rete di capitan Kamenyuka e alla sfortunata autorete in zona cesarini di Forren. Ma a risultare ancora più pesanti furono i due rigori parati dal portiere ucraino Mykyta Shevchenko, che all’87esimo ipnotizzò Forren e nel recupero riservò lo stesso trattamento ad Elyounoussi (parata rappresentata qui sotto dal GIF).
Sfortunatamente, però, il sorteggio non fu altrettanto benigno ai playoff (ad un passo dalla fase a gironi), dove lo Zorya pescò gli olandesi del Feyenoord. Nel calcio tutto torna e infatti gli ucraini, destino vuole, vennero eliminati nel secondo minuto di recupero della gara di ritorno: il punteggio è sul 3-3 e risulta favorevole alla compagine ucraina, ma dal nulla arriva la giocata partita di Manu, il quale salta tre uomini e infila la palla nel sette senza pietà piegando le strenue resistenze difensive della compagine ucraina. Un’uscita di scena amara, che però viene in parte cancellata dalla buonissima stagione della squadra di mister Vernydub, la quale conquista il diritto di riprovare l’assalto alla fase a gironi dell’Europa League con un fantastico quarto posto in campionato, alle spalle solo del trio delle meraviglie Dinamo Kiev, Shakhtar Donestk e Dnipro Dnipropetrovsk. Inoltre questo rimarrà il punto più alto raggiunto dallo Zorya in Europa, infatti quest’anno le cose sono andate allo stesso modo. Nel corso di questa stagione europea la squadra ucraina si è nuovamente fermata ai playoff al cospetto dei polacchi del Legia Varsavia, che sono riusciti ad approdare alla fase a gironi grazie alla pesante vittoria in trasferta con la rete di Michal Kucharczyk.
È andata decisamente bene nella coppa nazionale, dove la squadra di Luhansk è riuscita a staccare per la prima volta nella propria storia il pass per la finalissima. Un percorso piuttosto netto, dove lo Zorya si è sbarazzato facilmente del Krystal Kerson, dell’Helios e del Volyn Lutsk. Ma la vera impresa è stata eliminare il Dnipro Dnipropetrovsk in semifinale contro ogni pronostico e partendo da un primo atto non proprio favorevole. Infatti all’andata la selezione biancoblu si era portata avanti grazie alla rete di Roman Zozulya. Il ritorno, però, è tutta un’altra storia: lo Zorya sfrutta alla grande il fattore casalingo e ribalta il gol dell’andata con una bella vittoria per 2-0. A lanciare la rimonta ci pensa il numero 10 Jaba Lipartia all’ottavo minuto di gioco, mentre a mandare in visibilio tutta la Slavutych Arena è il guizzo di Andriy Totovytskyi (giocatore esploso in questo ultimo rush di stagione) al 95esimo minuto, quando il numero 29 porta i suoi in finale con una fantastica pennellata su punizione.
Yuriy Vernydub ha costruito il proprio successo su un solido 4-2-3-1, con cui è riuscito ad affermarsi nei posti alti del calcio ucraino. Un modulo basato su un pressing particolarmente offensivo, con la punta e i tre centrocampisti a supporto che cercando di rendere difficile la costruzione della manovra agli avversari sin dal limite dell’area di rigore. Quando la palla, invece, circola nella trequarti dello Zorya, gli uomini di Vernydub si impostano con un classico 4-4-2, dove i due esterni del trio di trequartisti scendono sulla stessa linea dei mediani, mentre i restanti due rimangono a pressare alti il portatore di palla per tenere alta la squadra. Dal punto di vista offensivo la squadra gioca molto sul recupero pallone immediato con il metodo del pressing per lanciare immediatamente il giovane Paulinho o Budvinsky (capocannoniere con 13 centri), unici punti di riferimento là davanti e che hanno il compito di portare su tutta la squadra con le loro giocate e il loro bagaglio tecnico. A colpire è l’età media non altissima (25 anni circa), infatti la colonna portante della squadra è composta da giocatori più o meno 20enni che sono ben supportati da due/tre veterani come Mikhail Sivakov, Zeljko Ljubenovic o Mykyta Kamenyuka. Caso vuole che il successo dello Zorya sia anche legato allo Shakhtar Donestk, visto che la maggior parte dei giocatori è di proprietà o è passata proprio dalla selezione allenata da Mircea Lucescu (al momento sono ben 7 i prestiti: Shevchenko, Grechyshkin, Tankovsky, Karavaev, Totovytsky, Budkivsky, Bezborodko)
In stagione sono due i confronti tra le due squadre, i quali corrispondono alle rispettive sfide di campionato. All’andata si è assistito ad un vero e proprio dominio dello Shakhtar, che ha annichilito l’avversario con una sontuosa goleada per 7-1 dove si è scatenato il trio Eduardo-Stepanenko-Texeira (doppietta per ciascuno di loro). Nella gara di ritorno, invece, è arrivata la rivincita dello Zorya, che grazie alla fantastica tripletta di Andriy Totovytskyi (ex di turno) ha chiuso il campionato con tre punti importanti per il morale, seppur contro una truppa di Lucescu parecchio rimaneggiata.
Perciò per la bella della serie (utilizzando un termine di concezione cestistica) appuntamento alla giornata di Sabato alle ore 16:00, quando scopriremo se lo Zorya riuscirà a tramutare i propri sogni in realtà.