Domenica 15 maggio si è conclusa la stagione regolare della 2. Bundesliga, edizione 2015-2016. In attesa degli spareggi salvezza e promozione, il campionato ha confermato le sensazioni, almeno al vertice, della vigilia: al termine di un lungo testa a testa, il Friburgo e il RB Lipsia centrano la promozione diretta in Bundesliga. Per la squadra del Baden-Württemberg, che ha chiuso al primo posto con 72 punti, si tratta del quarto titolo di campioni di Zweiteliga e risalgono, così, solamente dopo un anno di purgatorio. Primissima volta, invece, per la squadra di Lipsia griffata Red Bull: dopo il giro a vuoto dell’anno passato, il team della bevanda energetica ambrata fondata nel 2009, approda nella massima serie grazie ai 67 punti conquistati che valgono il secondo posto in classifica. In meno di dieci anni, deadline prefissata in presentazione dell’ambizioso progetto, il RasenBall Lipsia approda in Bundesliga dopo essere partita dalla quinta seria. Come detto, quello al vertice è stato un duello tra sorpassi e piccoli passi falsi: quello decisivo per la conquista della vetta si è giocato durante la 27esima giornata con il Lipsia che esce sconfitto per 3-1 dalla trasferta di Norimberga e il Friburgo che ne approfitta con una stretta vittoria per 1-0 contro il Karlsruher.
Terzo, invece, proprio il Norimberga che affronterà l’Eintracht Francoforte (terzultimo in Bundes) nei play-off. La terza piazza conquistata dal “Der Club” è in un certo senso inaspettata considerando la prima parte di stagione a singhiozzo e bloccata al decimo posto, ma dopo la straripante vittoria per 4-0 sul campo del St. Pauli (terzo alla 16esima giornata), il Norimberga ha collezionato più punti del Friburgo, perdendo solo tre partite.
Finisce la favola Paderborn. Retrocesso anche il FSV Francoforte. Ci prova il Duisburg
In zona retrocessione si infrange il sogno Paderborn: dopo i fasti della prima storica partecipazione alla Bundes e divenuto club “simpatia” per gli appassionati romantici, il Paderborn è precipitato in un vortice di crisi letale. Tra problemi societari e valzer di allenatori (ultimo cambio Stefan Effenberg – René Müller), la squadra non si è schiodata dall’ultima posizione, inanellando 18 sconfitte su 34 partite e ottenendo la miseria di 28 punti. Niente da fare nemmeno per il FSV Francoforte che, pur avendo battuto nell’ultima giornata il Monaco 1860 per 2-1, non riesce nell’impresa di salvarsi e chiude in 17esima piazza. La seconda squadra di Francoforte paga una primavera drammatica con otto sconfitte negli ultimi dieci match.
Chi, invece, è rinato con i primi caldi della stagione primaverile è il Duisburg che, dato per spacciato largamente a metà stagione, battendo il RB Lipsia ancora euforico per la promozione, ha ottenuto il pass per disputare i play-out contro il Wurzburger, terzo in Liga 3. Trascinati nelle ultime settimane da Chanturia e Obinna, vecchia conoscenza del calcio italiano, il Duisburg strisciando a fatica è riuscito a issarsi in 16esima piazza, ultima utile per provare a restare a galla.
Le chiavi del successo del Friburgo
La lungimiranza della società friburghese, alla fine, ha ripagato: obbligato a smantellare la squadra appena retrocessa dalla Bundesliga, il Friburgo ha avuto intuito nell’azzardare qualche scommessa, ma anche raziocinio per proseguire su un sentiero ben avviato. Confermato l’allenatore Christian Streich, dal 2011 sulla panchina, ma una vita spesa per il club del grifone sia come giocatore che come assistente, il primo step è stato cedere i pezzi più pregiati: via Darida passato all’Hertha, Mehmedi al Leverkusen, Schmid all’Hoffenhein, Klaus all’Hannover e Bürki al Borussia Dortmund.
In entrata, due mosse su tutte sono state decisive: dopo l’ottimo girone di ritorno della stagione passata dell’attaccante Nils Petersen (arrivato a gennaio 2015 in prestito dal Werder Brema e capace di segnare nove gol in dodici partite con tanto di tripletta all’esordio contro l’Eintracht), il Friburgo ha pensato bene di puntare ancora su di lui acquistando direttamente il cartellino. I numeri, alla fine, hanno dato ragione: la punta 27enne, quest’anno, ha realizzato 21 reti in Zweiteliga, quattro in meno del capocannoniere del Bochum, Terodde, ma decisivi per la conquista del titolo, assieme agli otto gol del suo partner d’attacco, Florian Niederlechner (in prestito dal Mainz) e soprattutto assieme alle 14 marcature e ai 15 assist dell’altra sorpresa: il centrocampista italo-tedesco, Vincenzo Grifo. Dopo alcuni sprazzi di luce nella stagione passata con la maglia del FSV, il 23enne ala sinistra, nato a Pforzheim e originario di Naro, in provincia di Agrigento, ha dimostrato di avere un piede destro molto educato e determinazione per fare il salto di categoria.
Simon Terodde, il capocannoniere da 25 gol
Quest’anno si è alzata, e di parecchio, l’asticella delle marcature in Zweiteliga: nelle annate precedenti i vincitori della classifica dei cannonieri gravitavano attorno ai 16, 17 gol; quest’anno Simon Terodde, punta centrale del Bochum, ha toccato quota 25 con celebrativa tripletta nell’ultimo turno nel 4-2 contro l’Heidenheim. Per vedere l’ultima volta che un singolo giocatore ha messo a segno così tanti gol, bisogna risalire alla stagione 2010-2011, nella quale, proprio Nils Petersen, allora all’Energie Cottbus, realizzò lo stesso numero di marcature, 25. Medaglia d’argento, dunque, per l’attaccante del Friburgo con 21 reti realizzate e terzo posto, invece, per un’outsider: l’americano dell’Union Berlin, Bobby Wood, che alla sua prima e unica stagione con i berlinesi (è stato acquistato dall’Amburgo) ha realizzato 17 gol superando di tre reti il record di marcature in una sola stagione per un giocatore della squadra di Berlino est.