Scuole di pensiero: “Il Cholismo” di Simeone

Il pressing asfissiante, rapidi contropiedi verticali, la bruta e semplice forza della concretezza. Questi e molti altri temi si possono ritrovare nel gioco del “Cholo” Simeone, un modo istrionico di intendere il calcio, agli antipodi rispetto ai canoni di bellezza attualmente studiati e ricercati dalle migliori squadre d’Europa, prediligendo l’unica cosa che conta realmente alla fine dei 90′ , la vittoria.

Gli inizi da allenatore

Il “ Cholo” dopo aver suddiviso la propria carriera da giocatore tra Argentina ( Velez e Racing Club, rispettivamente come prima ed ultima esperienza), Spagna ( Siviglia, Atletico Madrid), e Italia ( Pisa, Inter e Lazio) ed aver vinto : 1 campionato spagnolo (1996), 1 Coppa del Re (1996), 1 campionato italiano (2000), 1 Coppa Italia (2000), 1 Supercoppa italiana (2000), 1 Coppa UEFA (1998) e 1 Supercoppa UEFA (1999); inizia la carriera da allenatore in patria alla guida del Racing Club (sua ultima squadra da giocatore) dove accumula esperienza anche grazie all’ aiuto di Matias Almeyda ( suo ex compagno di squadra) nei panni di vice-allenatore. Le squadre di Simeone ricalcano molto il modo con cui “il cholo” preferiva stare in campo ovvero si caratterizzano per : aggressività, temperamento, compattezza e voglia di non mollare mai. Questa mentalità vincente porterà Simeone a trionfare già nella sua seconda esperienza da allenatore, sempre in Argentina con l’ Estudiantes, esattamente il 13 Dicembre 2006 dopo lo spareggio con il Boca Juniors portando la squadra di La Plata ad uno storico successo nel campionato di “Apertura” a 24 anni di distanza dall’ultimo titolo. Il 1 Gennaio 2008, poco dopo essersi dimesso dalla carica di allenatore dell’ Estudiantes, diventa il nuovo tecnico del River Plate, una delle squadre più importanti in Argentina, che riuscirà a condurre alla vittoria nel torneo di “Clausura”, che mancava al club dal 2004. La stagione seguente però non riuscirà a ripetersi e dopo un’ avvio da incubo nel torneo di “Apertura” nel quale colleziona 9 punti in 13 partite (ed il conseguente ultimo posto in classifica) a cui segue l’eliminazione dalla “Libertadores“ per mano dei messicani del Chivas. Simeone sarà costretto a rassegnare le dimissioni , il 7 Novembre 2008. Dopo una breve esperienza al San Lorenzo sempre in Argentina, decide di accettare l’offerta del Catania subentrando a Giampaolo il 19 Gennaio 2011, raggiungendo il club che in Italia (insieme all’Inter) è famoso per avere in rosa una folta colonia Argentina.

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Simeone ai tempi del Catania

L’avventura al Catania, dopo un inizio complicato, si rivela più che positiva, il “cholo” porta il Catania fino al 13° posto in classifica, a 46 punti( record in serie A per il club) raggiungendo una salvezza affatto scontata al momento del suo arrivo.

Al termine della stagione, Simeone fa ritorno in Argentina al Racing , nel club che per primo gli aveva dato fiducia come allenatore, il “Cholo” ripaga la fiducia del club portando il Racing fino al secondo posto in classifica nel campionato di “Apertura” a quota 31 punti, dietro solo al Boca Juniors, il 20 Dicembre però a causa di dissapori insanabili con la società lascia il club prima dell’inizio del torneo di “Clausura”.

La svolta 

La svolta nella carriera da allenatore per Simeone si verifica tre giorni più tardi, quando subentrando a Gregorio Manzano ( attuale tecnico dello Shangai Shenua) diventa il nuovo allenatore dell’Atletico Madrid rilevando la squadra al 10° posto in classifica. Dal momento dell’arrivo di Simeone,l’Atletico Madrid comincia a volare in campionato recuperando posizioni, trascinato da uno straordinario Falcao, fino ad arrivare al 5° posto finale; ma è in Europa League dove L’Atletico riesce a dare il meglio di sé conquistando il titolo in finale contro L’Athletic Bilbao di Bielsa, dopo un cammino trionfale condito da 9 vittorie consecutive nella competizione dall’arrivo del “cholo”,che diventa così il primo Argentino a vincere la competizione da allenatore ed il terzo a riuscire a trionfare da allenatore e giocatore assieme a Huub Stevens e Dino Zoff. Simeone trova nella seconda squadra di Madrid il proprio habitat ideale, dove poter diffondere le proprie idee ed il proprio credo calcistico senza doversi preoccupare di eventuali contrasti con la società. I giocatori lo seguono ciecamente e se sanno di dover dare molto dal punto di vista fisico e mentale ricevono altrettanto da un allenatore che è riuscito in maniera perfetta ad amalgamarsi nello spirito dei Colchoneros, uno spirito operaio che ha gettato le basi per la costruzione di una delle squadre più forti d’Europa. Da quella vittoria l’Atletico Madrid ha cominciato un percorso di crescita esponenziale e già l’anno seguente si rende protagonista di un’ottima annata nella quale porta a casa: la Supercoppa Europea (4 a 1 al Chelsea con un Falcao in versione “illegale”), la Coppa del re contro il Real di Mourinho con il risultato di 2 a 1 ai supplementari( competizione che L’Atletico non vinceva dal 1996, quando Simeone giocava proprio nell’Atletico), ma soprattutto i Colchoneros raggiungendo il terzo posto in classifica si confermano la miglior squadra di Spagna dopo Real e Barcellona qualificandosi per la Champions League

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La vittoria in Europa League

La stagione 2013/2014 si apre con la sconfitta in Supercoppa di Spagna contro il Barcellona per la regola del goal fuori casa (0-0,1-1), in Coppa del Re invece vengono eliminati per mano del Real Madrid in semifinale ma è in Campionato ed in Champions che i Colchoneros ottengono i risultati migliori, in particolare conquistando la Liga, dopo il pareggio per 1-1 al Camp Nou, la decima nella storia del club a 18 anni di distanza dall’ultimo successo quando il “Cholo” calcava il campo del Calderon in scarpette e calzoncini e non in giacca e cravatta come adesso. In Champions i Colchoneros si trovarono ad un passo dalla vittoria finale, infatti dopo aver eliminato Barcellona e Chelsea nei quarti ed in semifinale devono fare i conti con i rivali di sempre per la conquista del titolo, il Real Madrid. Dopo aver svolto una partita impeccabile ed essere stati in controllo del match per larghi tratti subiscono la rete del pareggio su calcio d’angolo grazie ad un perentorio colpo di testa di Sergio Ramos a tempo praticamente scaduto, questo goal pareggia la rete iniziale di Godin. L’Atletico non è ha più e subisce l’imbarcata nei supplementari grazie alle reti di Bale, C.Ronaldo e Marcelo. La  stagione 2014/2015 inizia subito nel migliore dei modi con la vittoria della Supercoppa di Spagna contro il Real Madrid, ma è solo un’illusione in quanto a causa di dolorose cessioni, tra le quali annoveriamo giocatori del calibro di Villa, Diego Costa, Filipe Luis e Courtois non sostituiti da giocatori all’altezza della situazione ( Mandzukic, Cerci, Siqueira), la stagione dell’Atletico Madrid non ripeterà nelle gesta quella della stagione precedente in quanto saranno eliminati ai quarti di Champions League dagli odiati “Blancos” e nei quarti della Coppa del Re dal Barcellona, in campionato si confermeranno comunque al terzo posto in classifica e scopriranno le doti di un calciatore che l’anno seguente li porterà a fare il salto di qualità in campo nazionale e internazionale, Antoine Griezmann.

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A un passo dalla storia

Attualità

La stagione 2015/2016 che sta volgendo al termine rappresenta una delle migliori del club (insieme all’annata 2013/2014 ) da quando è stato fondato nel lontano 26 Aprile 1903. l’Atletico Madrid a cui è da sempre affibbiato il soprannome di “Colchoneros” in quanto in passato le classiche magliette bianche e rosse furono confezionate con le stesse stoffe dei materassi da cui appunto i “materassai”. La campagna acquisti estiva vide l’arrivo del bomber Jackson Martinez dal Porto, Ferreira Carrasco dal Monaco, Savic dalla Fiorentina, Vietto dal Villareal e il ritorno del figliol prodigo Filipe Luis a cui seguirono le cessioni di Miranda all’ Inter ( molto dolorosa), Mandzukic alla Juve, Arda Turan al Barcellona, Raul Garcia all’Athletic Bilbao e Alderweireld al Tottenham. La costruzione di una squadra vincente rispetto all’anno passato passò dall’esplosione di diversi elementi della rosa tra cui citiamo : Saul Niguez, Oblak, Griezmann e Gimenez. Simeone utilizza spesso per il suo Atletico il modulo 4-4-2, che prevede in porta la presenza del giovane Oblak prelevato la stagione precedente dal Benfica, la coppia di centrali è formata dall’inossidabile Godin, ormai da diversi anni uno dei migliori centrali del mondo ed il giovane Josè Maria Gimenez, spesso esuberante ma dotato di grande talento, tanto da relegare il più esperto Savic in panchina. La fascia destra è presenziata dal solito Juanfran sempre preciso e puntuale negli interventi mentre sull’out mancino la sessione estiva ha riportato la corsa e la quantità di Filipe Luis, uno dei migliori in circolazione nel suo ruolo. I due centrali di centrocampo sono Gabi e Augusto Fernando ( preso dal Celta Vigo a Gennaio) che garantiscono qualità ( il primo) e quantità ( il secondo al reparto), i due esterni “atipici” nel 4-4-2 sono Koke e Saul Niguez, atipici perchè entrambi sono nati come centrali di centrocampo (ruolo che riescono tuttora a ricoprire senza problemi data la loro grande versatilità) nel ruolo di esterni si prodigano nel recupero del pallone nella metà campo avversaria attraverso il pressing, negli inserimenti centrali in grado di tagliare in due le difese e di rifornire le punte di palloni giocabili. Le due punte sono il già citato Griezmann, reduce da una stagione straordinaria condita da 31 gol e 7 assist  e dal punto di vista delle prestazioni inferiore solo agli “alieni” Messi e C.Ronaldo, e dal Nino Torres tornato agli albori di un tempo grazie al ritorno nella squadra che per prima lo ha lanciato ed ha puntato su di lui, facendolo esplodere.

L'undici che sta scrivendo una nuova storia
L’undici che sta scrivendo una nuova storia

Il gioco dell’Atletico Madrid, rispetto al continuo possesso palla prolungato della maggior parte delle squadre spagnole, predilige veloci ripartenze verticali preferibilmente impostate su un recupero del pallone nella metà campo avversaria, infatti pur avendo un ottimo impianto di gioco basato sul palleggio e sulla ricerca della profondità, l’Atletico Madrid da il meglio di sé nella fase difensiva e per questo va dato merito a Simeone per aver inculcato nei suoi un sistema di raddoppi, appoggi, recuperi e diagonali davvero maniacale. Da questo contesto non si esime nessun giocatore, infatti spesso è possibile trovare le due punte nella propria trequarti per dar man forte alla squadra e nonostante ciò devono essere pronte a farsi 60 metri palla al piede per imbastire pericolosi contropiedi. La forza di Simeone è stata quella di inculcare la mentalità operaia del club nei propri giocatori , i quali consapevoli di non poter reggere il confronto tecnico con i colleghi strapagati di Real e Barcellona sono scesi a compromessi applicandosi nell’arte che più di tutte premia l’impegno e l’abnegazione, l’arte difensiva. Quest’ultima chiaramente deve essere supportata ad una tenuta fisica non indifferente, infatti Simeone è conosciuto nell’ambiente come uno degli allenatori più esigenti sotto questo punto di vista e non è un caso che diversi ottimi giocatori non si siano adattati sotto questo aspetto( Cerci, Jackson Martinez).

Conclusioni

L’Atletico si trova ancora una volta ad un passo dalla storia sia  in campo internazionale ( finale di Champions contro gli eterni rivali del Real Madrid ) e di questo va dato gran parte del merito al loro condottiero, il “Cholo” Simeone, che è riuscito ad eliminare due squadre fantastiche come Barcellona e Bayern Monaco, due squadre di qualità, con un gioco spettacolare, ben strutturato che può contare sulla presenza di fenomeni ma che a differenza di questo Atletico hanno forse un po’ meno CUORE.

About Enea Belpassi 19 Articoli
Sono laureando presso la facoltà di Scienze Motorie a Urbino. Scrivo per Tutto Calcio Estero e Blog Calcio Cina. Mi interesso dello sviluppo del football in Cina e della crescita dei nuovi talenti del futuro nei maggiori campionati europei.