La versione degli sconfitti

Quella di quest’anno è stata una Premier League anomala, culminata con la vittoria del Leicester, una squadra che lo scorso anno si è salvata solo nelle ultime giornate. Non sono giunti sceicchi a ridisegnare una squadra, bensì Claudio Ranieri, che ha compiuto un autentico capolavoro con i mezzi a disposizione, elevando a fenomeni giocatori fino a un anno fa semi sconosciuti come Vardy, Mahrez e Kantè. Una vittoria (c’è chi dice favola) condizionata anche dal fallimento delle grandi squadre che hanno disputato un campionato al di sotto delle aspettative.
In Italia è esplosa la Leicester mania, al grido di “Go Foxes” il paese ha tifato e infine esultato per la vittoria della Premier League, dovendosi ricredere sull’eterno secondo Claudio Ranieri. Il Leicester guarda tutti trionfalmente dall’alto, ai suoi piedi il Tottenham Hotspurs, altra grandissima sorpresa di questa stagione, che stava vivendo un sogno, quello che non si avvera da ben 55 anni. Anche la vittoria in Premier del Tottenham sarebbe stata un’impresa favolosa da raccontare, ma gli Spurs, che si sono affacciati al paradisi, sono stati cacciati nuovamente nel purgatorio.

Il quartiere del Tottenham è situato al nord di Londra, confinante con quello dell’Arsenal, ed è una delle aree più problematiche della metropoli. È uno dei quartieri più poveri di Londra da quando alla fine dell’Ottocento la nuova ferrovia la rese più accessibile agli operai che lavoravano nella zona più centrale della città: fino ad allora era stata un’aera di ricchi e benestanti, dove nel 1882 nacque l’Hotspur Football Club per mano di un gruppo di studenti di lettere, con un capitale sociale di appena cinque scellini. La rappresentativa calcistica si origina dal club di cricket, l’Hotspur Cricket Club, il cui nome deriva da Harry Hotspur, soprannome di Sir Henry Percy, personaggio vissuto a cavallo tra XIV e XV secolo e raccontato nell’Enrico IV di  William Shakespeare.
Origini umili, in un quartiere ebraico oggi multietnico. South Tottenham è considerato il centro più multiculturale di tutta l’Europa, dove si parlano almeno trecento lingue diverse, in un contesto estremamente variegato, ma al contempo soppresso dagli innumerevoli interventi della polizia per l’elevato grado di criminalità. Per questo la vittoria degli Spurs avrebbe rappresentato un riscatto sociale per un intera parte di città che vive ai margini, e per una tifoseria che non gioisce dal 1961.

La leggenda Bobby Smith, protagonista del double nel 1961
La leggenda Bobby Smith, protagonista del double nel 1961

Proprio quell’annata fu indimenticabile per il Tottenham, che centrò il double campionato-coppa, il titolo di campioni d’Inghilterra mancava da dieci stagioni. Gli Spurs vinsero il campionato con ampio margine di vantaggio sullo Sheffield Wednsday, guidati dai gol dell’attaccante inglese Bobby Smith, che realizzò 28 centri nelle 42 partite disputate. Quello stesso anno gli Spurs centrarono la Coppa d’Inghilterra, nella finale di Wembley, guarda caso proprio contro il Leicester, grazie a un 2-0 che porta la firma di Bobby Smith, che sbloccò le marcature nel secondo tempo, seguito poi dal gol di Dyson.
Dopo quella annata così ricca di successi, gli Spurs non riuscirono più a sollevare un titolo, seguirono un secondo e un terzo posto, per poi scendere lentamente, fino a una clamorosa retrocessione nella stagione 1976-77. Se in quegli anni il Tottenham non riusciva a elevarsi in campionato, nelle coppe la storia era ben diversa, in quanto alla bacheca si aggiunsero altre due FA Cup, una coppa delle coppe (1962-63) battendo per 5-1 l’Atletico Madrid e una Coppa UEFA nel 72-73, nel derby inglese contro il Wolverhampton Wanders.

Dopo l’immediata risalita in First Division, la storia del Tottenham è stata avara di successi, a parte qualche sporadica Coppa Inglese, l’ultimo vero acuto è stato in ambito europeo, con la vittoria della seconda Coppa UEFA, ai danni dei belgi dell’Anderlecht, domati solo ai calci di rigore.
In campionato il miglio risultato è stato il terzo posto conseguito nel 1990, per poi sprofondare in stagioni anonime, a distanze siderali dalle posizioni di vertice. L’ultimo successo degli Spurs risale alla stagione 2007-2008, con la vittoria in League Cup sul Chelsea, con Berbatov e Woodgate che ribaltarono l’iniziale vantaggio di Drogba.

Tottenham-Anderlecht, finale di Coppa UEFA
Tottenham-Anderlecht, finale di Coppa UEFA

Il 2013 doveva essere l’anno di un’epica svolta, data dalla cessione di Bale al Real Madrid per la cifra record di 100 milioni. Con quei soldi gli Spurs tentarono di imporsi sul mercato, ma gli investimenti realizzati non si rivelarono affatto all’altezza. Alla corte di Villas Boas giunsero infatti Soldado, Paulinho, Capoue e Chiriches, tutti elementi ceduti nei due anni successivi, ma pagati la bellezza di 70 milioni di euro. Altro deludente approdo fu quello di Erik Lamela, pagato a peso d’oro, per 30 milioni versati nelle casse della Roma, anche l’argentino fu un’autentica delusione, probabilmente la maggiore. L’unica lieta nota di quella campagna acquisti fu Christian Eriksen, danese scuola Ajax che si impose come baluardo con le sue giocate illuminanti. La stagione della svolta si concluse con un nulla di fatto, in quanto il Tottenham nonostante gli ingenti investimenti giunse solo al sesto posto.

Il presidente Daniel Levy dopo la mancata rivoluzione riconsiderò i suoi piani, smaltendo i giocatori in eccesso e acquistando giovani promesse piuttosto che presunti campioni. Il 2014 vide l’approdo di semi sconosciuti come l’americano Yedlin, prelevato dai Seattle Sounders, il centrocampista Dier, proveniente dallo Sporting Lisbona e soprattutto di Alli, giovanissimo prospetto classe 1996 pagato 6.5 milioni al Monks, club di Championship.
Sulla panchina degli Spurs non vi era più il fallimentare Villas Boas, bensì l’argentino Mauricio Pochettino, ex giocatore che ha alternato la sua carriera europea fra Francia e Spagna, per poi affermarsi come allenatore al Southampton. Gli inizi furono tutt’altro che facili, Pochettino cercò di rivitalizzare Lamela, con risultati altalenanti. La squadra nelle prime uscite di campionato pareva priva di idee, quasi apatica, solo Eriksen riusciva a cambiare le sorti della partita con le sue prestazioni tutto campo, mentre il resto del team pascolava, e Soldado, ogni volta che veniva inquadrato, se ne stava con le mani sui fianchi, un immagine esplicativa dell’atteggiamento del Tottenham.
Eppure Daniel Levy aveva visto lungo, la rivoluzione parte dal basso, dai giovani. Pochettino, evidentemente stanco delle prestazioni di Soldado, gettò nella mischia Harry Kane, che in capo a poche partite divenne “l’uragano”, concludendo la sua prima stagione da titolare con 21 reti che valsero il quinto posto.

La mancata rivoluzione del capitale
Da Bale a Soldado: la mancata rivoluzione del capitale

L’annata che si appresta a concludersi è stata quella del grande salto di qualità. Il mercato degli Spurs è stato contenuto rispetto a quello delle contendenti, a parte l’acuto dell’ultima ora, con l’ingaggio del coreano Son per 30 milioni di euro dal Bayer Leverkusen. Un investimento, il più caro per quanto riguarda un giocatore asiatico, che non ha dato i suoi frutti, a causa degli innumerevoli infortuni che hanno condizionato le prestazioni di Son.
Dopo un inizio di stagione difficoltoso, Pochettino riesce a trovare la quadratura del cerchio, a partire dal 4-1 rifilato al Manchester City a White Hart Lane. Con i citizens in difficoltà, l’Arsenal sempre altalenante e un Chelsea decaduto, il Tottenham prende il sopravvento e esprime senza ombra di dubbio il miglior calcio della stagione, fatto di grandi individualità, ma anche di una foga giovane e collettiva, fatta di pressing alto e continue verticalizzazioni a cercare gli attaccanti. La porta degli Spurs è ben difesa da Hugo Lloris, portiere della nazionale francese e uno dei più abili al mondo nel suo ruolo. La difesa è quella della nazionale belga, proveniente dall’Ajax, composta da Vertonghen e il nuovo arrivo Alderweireld, entrambi capaci di impostare l’azione da dietro. Sulle fasce Walker e Rose, quest’ultimo in particolare è migliorato esponenzialmente nel corso della stagione ed è in grado di ricoprire entrambe le fasi. Il centrocampo degli Spurs non è tecnico, Moussa Dembele e Dier sono due giocatori di quantità, dato che la qualità risiede nella trequarti. Con l’esplosione di Alli, dieci gol in stagione grazie alle sue spiccate abilità di inserimento, Pochettino ha dirottato il talento di Eriksen sulla fascia sinistra, mentre sulla destra si alternano Lamela e Chadli. Finalizzatore di questa orchestra di talenti vi è Harry Kane, divenuto in breve tempo pilastro della nazionale e uno dei migliori attaccanti nel panorama internazionale, con la sua abilità palla al piede e la propensione a svariare su tutto il fronte offensivo.

Un futuro radioso attende il Tottenham, la squadra più giovane di questa Premier League
Un futuro radioso attende il Tottenham, la squadra più giovane di questa Premier League

Tanti i risultati esaltanti per il Tottenham in questa stagione di Premier: il doppio confronto trionfante contro il City, il massacro dello United a White Hart Lane, ma anche passi falsi, come i derby del Nord di Londra, entrambi terminato con un pareggio, la sconfitta interna contro il Leicester maturata negli ultimi minuti di gioco, e infine i due fatali pareggi contro WBA e Chelsea nelle ultime giornate, occasioni mancate per accorciare il distacco in classifica.
Il Tottenham deve ancora attendere, ha scrutato il cielo ed è tornato nel limbo dell’attesa. “Il purgatorio” recita uno dei protagonisti del film In Brugges-la coscienza dell’assassino  “è una via di mezzo. Non hai fatto proprio schifo ma non sei neanche stato un granché. Come il Tottenham”.

55 anni senza vincere sono tanti, troppi, ma questo gruppo può scrivere la storia e ergersi come ha fatto il Leicester quest’anno, sbaragliando gli avversari con una rivoluzione che viene dal basso.

 

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Sono nato a Urbino il 2 maggio 1991. Nel luglio 2015 ho conseguito la laurea in Chimica e tecnologie farmaceutiche. Mi occupo di giornalismo sportivo con un'attenzione particolare al lato economico e allo sviluppo del calcio in Cina, che approfondisco nel mio Blog Calcio Cina. Nel febbraio 2016 ho pubblicato il mio primo libro: IL SOGNO CINESE, STORIA ED ECONOMIA DEL CALCIO IN CINA, il primo volume, perlomeno in Europa a trattare questo argomento. Scrivo anche di saggistica (sovversiva) per kultural.eu