Il lungo cammino del Leicester

12 Maggio 2013. Semifinale di ritorno dei playoff di Championship tra Watford e Leicester, il risultato è di 2 a 1 per i padroni di casa ed in virtù dell’ 1 a 0 delle “volpi” nella partita di andata la situazione è in parità; fino a quando Marco Cassetti, ex Roma, commette un fallo da rigore ben oltre al 90° minuto, sul dischetto per il Leicester si presenta Knockearts per la rete che potrebbe portare i foxes alla finale di Wembley e che potrebbe rappresentare l’accesso alla “Barclays Premier League”. Purtroppo per il Leicester quello non era il momento giusto per venire alla luce e come spesso questo magnifico sport ci insegna, per raggiungere grandi vittorie si deve passare necessariamente da grandi sconfitte. Per questo non solo Knockearts si fece parare il calcio di rigore da Almunia ma sul ribaltamento di fronte dopo un’incredibile azione di contropiede arriva la rete di Deeney a tempo praticamente scaduto che manda all’inferno il Leicester.

Quel giorno c’erano già diversi elementi che saranno protagonisti della cavalcata di quest’anno fra cui: il capitano Morgan, il figlio d’arte Schmeichel , King, James e Schlupp; inoltre quel giorno nel Leicester c’era anche un interessante prospetto, in prestito dal Tottenham, che qualche anno più tardi trascinerà gli Spurs a suon di gol contendendo il titolo al Leicester fino alle ultime giornate, quel ragazzo era Harry Kane.

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Un inedito Harry Kane con la maglia del Leicester

L’anno seguente alla debacle di Watford fu trionfale per il Leicester che, grazie all’acquisto di Mahrez (a Gennaio) ed alla promozione fra i titolari di Drinkwater (8 le reti per lui) e Jamie Vardy (16 gol in 37 presenze), riuscì a vincere il campionato cadetto realizzando la bellezza di 102 punti, trascinati anche dalle 20 reti del bomber David Nugent. L’anno seguente, il primo in Premier League a 10 anni di distanza, si rivelò più duro del previsto per il Leicester, la campagna acquisti portò alla corte di Coach Pearson giocatori funzionali al progetto come Albrighton dall’Aston Villa, Ulloa dal Brighton, Danny Simpson dal QPR, l’interessante Kramaric dal Rijeka e soprattutto Esteban Cambiasso a parametro zero dall’Inter; ma nonostante ciò la squadra fatica, soprattutto in fase realizzativa; a fine Dicembre si ritrova ultima in classifica con 10 punti in 18 giornate. Il Leicester continua ad arrancare e si ritrova a fine Marzo all’ultimo posto con 7 punti di distacco dalla salvezza diretta, ma come in tutte le più belle favole, esiste un momento chiave dove scatta qualcosa nella testa dei giocatori, il momento “sliding doors” della stagione si presenta il 21 Marzo dopo la sconfitta con il Tottenham (strano il destino a volte), da quel momento in poi la squadra di Pearson inanella 6 vittorie consecutive raggiungendo la salvezza matematica con una giornata d’anticipo. Le Foxes termineranno il campionato a 41 punti raggiungendo una salvezza davvero insperata. Le uniche note positive della stagione riguardano il rendimento di Ulloa (11 reti in 37 presenze) e di Esteban Cambiasso (5 reti in 33 presenze) mentre Vardy e Marhez, protagonisti nella scalata dalla Championship alla Premier hanno patito il salto di categoria e pur giocando con continuità hanno reso al di sotto delle aspettative di inizio stagione.

Esteban Cambiasso, uno dei protagonisti della salvezza
Esteban Cambiasso, uno dei protagonisti della salvezza

La nuova stagione porta in dote un nuovo allenatore, l’ italianissimo Claudio Ranieri, noto in patria più per i suoi alterchi con Mourinho che per le sue indubbie doti da allenatore che nel corso degli anni lo hanno portato ad allenare ottime squadre in giro per l’Europa come: Napoli, Fiorentina,Valencia, Atletico Madrid, Chelsea, Juventus, Roma, Inter e Monaco con risultati alterni. La campagna acquisti estiva vede l’addio doloroso del bomber Nugent e l’arrivo degli interessanti Okazaki( Mainz) e Kanté( Caen), degli esperti Fuchs(Shalke 04) e Huth (pupillo di Ranieri fin dai tempi del Chelsea) e degli “italiani” Inler e Benaloune che il campo lo vedranno ben poco. Ranieri ben conscio delle qualità della propria squadra decide di optare come modulo per un 4-4-2 molto compatto che fa della forza fisica, della pressione e delle ripartenze le proprie armi migliori. In porta decide di puntare su Schemichel, ormai punto di riferimento per le foxes dal 2011, la coppia di centrali è formata da Morgan, il capitano,e da Huth, proveniente dallo Stoke, entrambi sono molto forti fisicamente e sulle palle inattive; i due terzini sono Danny Simpson a destra e Fuchs a sinistra ed entrambi prediligono la fase difensiva a quella offensiva. La linea mediana è composta da Drinkwater e da Kanté, il primo fornisce alla squadra geometrie ed ha il compito di innescare Vardy in profondità, il secondo detta i tempi del pressing nella metà campo avversaria e si prodiga nel recupero del pallone nella propria metà campo, gli esterni del 4-4-2 sono Albrighton o Schlupp a sinistra e Marhez a destra, l’ala algerina in particolare si renderà protagonista insieme a Vardy di una stagione straordinaria che lo porterà a realizzare 17 goal e 10 assist, la coppia d’attacco è formata da Okazaki e Jamie Vardy. Il secondo in particolare con una splendida stagione da 22 goal e 8 assist si renderà protagonista trascinando le Foxes a traguardi inimmaginabili, in particolare ciò che colpisce di Jamie è la sua storia, diversa da quella del giocatore “standard”   che cresce e si sviluppa in attrezzati settori giovanili di top club.  La storia di Vardy nasce da lontano, infatti nel 2012 prima di essere acquistato dal Leicester giocava in “Conference” ovvero nella quinta lega Inglese mentre due anni prima giocava addirittura nell’ottava serie inglese con la maglia dello Stocksbridge Park Steels di Sheffield, in particolare in quel periodo si divideva tra lavoro e calcio, alternando agli allenamenti, duri e faticosi turni di lavoro presso un’azienda che produce apparecchi ortopedici, pura utopia pensare a dove sia arrivato oggi Jamie.

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Vardy e Mharez

Il gioco del Leicester come già accennato prevede il coinvolgimento di tutti i giocatori in fase difensiva, infatti spesso si possono notare guardando le partite del Leicester 11 giocatori dietro la linea della palla. Un momento chiave per il gioco del Leicester è quello della riconquista del pallone nella metà campo avversaria ed in questo è maestro Ngolo Kanté, autore anch’egli di una stagione pazzesca, dopo aver conquistato palla spesso segue subito una verticalizzazione o un lancio per Vardy ad opera di Drinkwater o di Marhez ( in base alla zona di campo in cui viene recuperato il pallone), la punta inglese in questo contesto ha dimostrato, attaccando con i tempi giusti la profondità, di essere devastante. Le altre occasioni con cui il Leicester è solito attaccare gli avversari sono: i calci piazzati, nei quali possono sfruttare la fisicità dei propri giocatori e le azioni individuali di Marhez che spesso si è dimostrato un rebus irrisolvibile per molti difensori della Premier. In fase difensiva invece l’atteggiamento del Leicester è quello di coprire nel modo migliore possibile la zona centrale del campo indirizzando i propri avversari nelle fasce nelle quali sono puntualmente raddoppiati dagli esterni, e se la squadra avversaria riesce comunque ad effettuare il cross in mezzo all’area il Leicester può contare su due corazzieri come Morgan e Huth che difficilmente perdono contrasti aerei, se a tutto ciò aggiungiamo l’ottima annata di Schmeichel, riusciamo a comprendere i soli 34 goal presi in 36 giornate di Premier. Il Leicester di Ranieri si è dimostrata una squadra tenace e combattiva, che non molla mai insomma e in tale caratteristica ritroviamo le sole 3 sconfitte subite sulle 36 giornate di campionato. La dimensione dell’impresa del Leicester va di diritto nell’olimpo delle leggende calcistiche, probabilmente è la vittoria più inaspettata della storia sia per l’impegno di un campionato duro e difficile come la Premier League ( anche se quest’anno le cosiddette grandi hanno faticato), sia per la durata del campionato( 38 giornate) che pone il Leicester davanti ad altre “imprese” come quella della Grecia nel 2004, o della Danimarca nel 1992, entrambe verificatesi in Campionati Europei della durata di 1 mese.

Un’altro aspetto che esalta ulteriormente l’impresa dei Foxes è che il calcio attuale, “vittima” dell’entrata in scena degli sceicchi e dei ricchi proprietari stranieri è ormai diventato un business, e solo le grandi squadre possono permettersi i migliori giocatori che puntualmente non perdono occasione per cambiare maglia a suon di rilanci milionari, in un contesto del genere la vittoria di una squadra “normale” come il Leicester, città di 85.000 anime, all’interno della lega più “straniera” e “globalizzata” del mondo assume ancora più valore, allora mi fermo a pensare e mi chiedo: “e se Knockearts avesse segnato quel calcio di rigore ? “

Anthony-Knockaert

About Enea Belpassi 19 Articoli
Sono laureando presso la facoltà di Scienze Motorie a Urbino. Scrivo per Tutto Calcio Estero e Blog Calcio Cina. Mi interesso dello sviluppo del football in Cina e della crescita dei nuovi talenti del futuro nei maggiori campionati europei.