Erano ventisette anni che l’Athletic Bilbao non batteva il Celta Vigo in entrambe le gare di campionato (dalla stagione 1988/89), ma la partita è stata pesantemente influenzata dai cinque minuti di follia di Gustavo Cabral che, con i galiziani in pieno controllo del match, ha concesso un rigore ai baschi e si è fatto poi espellere per un’ingenuità colossale. Nonostante la grande intraprendenze de los Celestes i baschi si sono aggiudicati lo “spareggio” per il quinto posto e adesso ai galiziani fa più paura il Siviglia che gola la quinta piazza. La “bestia nera” del Bilbao continua a essere un rivale improbo per loro: la vittoria diretta manca da ormai dieci anni e nemmeno nella loro stagione d’oro si sono potuti togliere questa soddisfazione.
È un piacere veder giocare la squadra di Edu Berizzo: entra nel Nuevo San Mamés senza alcun timore reverenziale, giocando il proprio calcio – fatto di aperture, triangolazioni, accelerazioni e soprattutto tremenda verticalità – e occupando territorialmente il campo dei padroni di casa. I baschi rischiano di andare sotto già dopo pochi minuti, l’atteggiamento aggressivo dei galiziani paralizza gli uomini di Ernesto Valverde che nel primo quarto d’ora restano a guardare. E la rete di Orellana, lanciato da Marcelo Díaz per vie centrali, non cambia le carte in tavola. L’Athletic ha difficoltà a disinnescare le terribili transizioni offensive degli ospiti e rischiano di subire il raddoppio più di quanto non riescano a fare oltre la metà campo.
La svolta del match si divide in due atti a pochissimi giri di lancetta l’uno dall’altro. Al 36′ Gustavo Cabral cade nell’ingenuità di regalare un calcio di rigore ad Aduriz: lo trattiene per il braccio quanto basta per impedirgli di giocare il pallone. E il 35enne basco mette a segno il suo diciottesimo gol stagionale in Liga – l’ultimo over-34 ad aver fatto registrare numeri del genere fu un tale Puskás ben cinquantadue anni fa (1964/64). Nemmeno quattro minuti dopo Cabral ne combina un’altra. Dopo un contrasto in cui Aduriz va a terra, lo guarda negli occhi e scavalcandolo gli dà un colpetto sulla tempia col tacco dello scarpino, proprio a un metro dagli occhi di Estrada Fernández: l’espulsione diretta è d’obbligo.
Con la superiorità numerica la partita del Bilbao cambia completamente: riconquista metri, fiducia e determinazione. Berizzo non può che chiedere ai suoi ragazzi di rintanarsi in difesa e tentare la sorte in contropiede, ma quando l’Athletic ha carta bianca nel suo fortino è difficile uscirne vivi. Ci pensa Raúl García che prima colpisce il legno con una sventagliata da venti metri e quando la gara sembra propendere per la resistenza galiziana, si inventa un gol da terra che vale l’agognato sorpasso. Nel finale gli ospiti provano a imbastire qualcosa con una fiammata disperata su cui Iraizóz si oppone a Guidetti. Adesso il quinto posto è nelle loro mani (il Celta è sceso a un punto di distacco, ha lo scontro diretto a sfavore e deve ancora incontrare l’Atlético Madrid), e un’occhiata alla quarta piazza si può anche dare. Le diciotto vittorie casalinghe sono numeri che mancavano da ventitré anni (dal 1982/83) e riportano la memoria a epoche in cui l’Athletic lottava per qualsiasi obiettivo.
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