Manchester City-PSG 1-0: niente Champions per Ibra, tra tante stelle brilla De Bruyne

Derby degli emiri parte seconda all’Etihad questa sera, con il club francese del fratellastro del presidente degli Emirati Arabi che partiva favorito prima del match d’andata ed invece deve giocarsi la qualificazione a Manchester, in casa della squadra di proprietà qatariota, praticamente con un solo risultato utile, la vittoria. Il 2-2 di Fernandinho di 6 giorni fa pesa come un macigno, perché cambia radicalmente le prospettive dei due allenatori: Blanc deve pensare a fare la partita per portare i suoi in vantaggio, Pellegrini può permettersi il lusso di attendere. E così va, perché il pallone lo gestisce il Paris Saint-Germain sin dai primi minuti, mentre il City oppone una tattica attendista, con i giocatori schierati con un 4-2-3-1 che difficilmente si sbilancia in avanti in fase di non possesso, ma è sempre pronto alla ripartenza qualora recuperi il pallone. I transalpini si schierano a sorpresa con tre difensori dietro (Aurier oltre a Marquinhos e Thigo Silva) e due terzini sulle fasce (Van der Wiel e Maxwell). In mezzo al campo Thiago Motta gestisce le operazioni coadiuvato da Rabiot e Di Maria. Nel City manca di nuovo Yaya Tourè, per la gioia di chi non dovrà correre per lui, ma c’è Kevin De Bruyne.

L’azione del PSG non riesce quasi mai a sorprendere la retroguardia di Pellegrini: troppo lenta la manovra, troppo basso il ritmo. Inoltre Di Maria non sembra in gran serata quando sbaglia la misura dell’assist facile facile per Cavani all’ottavo minuto. A parte alcune conclusioni da fuori di Ibrahimovic, Hart dorme sonni tranquilli ed intorno alla metà del primo tempo sono i Citizens a fare la voce grossa e mettere paura a Trapp, prima con un diagonale di Aguero troppo stretto sul primo palo, poi con un’incursione in area di Silva. Al 29′ accade il patatrac che potrebbe decidere già la partita: Aguero sfugge ad un pessimo Aurier e salta Trapp. Il portiere interviene alla disperata col piede e lo stende, rigore inevitabile, ma solo cartellino giallo. El Kun si presenta dagli 11 metri, ma fa cadere tutto lo stadio nell’incubo della maledizione di Champions tirando clamorosamente fuori. Per Blanc una buona notizia, ma come da copione, poco dopo arriva la cattiva: Thiago Motta si infortuna (probabile problema muscolare) e deve lasciare il campo. Entra Lucas, ma a questo punto il Paris Saint-Germain resta senza play maker. Nel secondo tempo il PSG parte a spron battuto col solito Ibra dalla distanza, bloccato prontamente da Hart, e Di Maria che prova invano a scuotersi, ma il muro celeste regge senza grossi problemi. Entra in campo anche Pastore, ma è sempre la solita solfa e, come avvenuto nel primo tempo, anche a metà ripresa arriva il primo calo di concentrazione degli ospiti, che stavolta, però, la pagano cara.

E’ il 76′ quando De Bruyne riceve al limite dell’area, guarda la porta e lascia partire un pregevole destro a giro che lascia senza speranze Trapp. E’ l’1-0 che trascina giù il piatto della bilancia dalla parte dei Citizens. Il PSG accusa il colpo e rischia di subire lo 0-2 nell’arco di 2 minuti su conclusione di Aguero. Il canto del cigno è di Cavani, che solo contro Hart si fa ipnotizzare dal portiere tirandogli addosso.
Nel finale c’è spazio anche per il grande assente Yaya Tourè, 6 minuti di gloria prima del triplice fischio accolto con un boato dal pubblico: finalmente la squadra più ricca d’Inghilterra è tra le top 4 d’Europa. Pellegrini torna in semifinale in Champions League dopo 10 anni dal capolavoro col Villarreal, in quello che sembra una sorta di regalo d’addio prima di lasciare le redini a Guardiola. Per il PSG è un fallimento totale, soprattutto in virtù del fatto che il campionato francese è stato vinto da tempo e tutte le energie erano concentrate su questo obiettivo. C’è chi addirittura teme per la panchina di Laurent Blanc, dato che la dirigenza aveva chiaramente posto come obiettivo principale quello di arrivare in fondo in Champions, vista l’esigua resistenza incontrata in Ligue 1

I parigini pagano a caro prezzo l’assenza dei centrocampisti centrali (Verratti, Matuidi e poi anche Thiago Motta) e i clamorosi errori difensivi del figliol prodigo Aurier. Sembra incredibile dopo tutti i soldi spesi, dopo che Ibra sia ormai giunto a fine contratto e dopo l’acquisto di Di Maria, ma siamo di nuovo qui a constatare che per la squadra di Blanc non è ancora arrivato il momento. Rimandati. E per Ibrahimovic la gara di stasera segna forse il tramonto definitivo del suo sogno di alzare almeno una volta in carriera la coppa dalle grandi orecchie.

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Cresciuto a pane e telecronache delle proprie partite con le figurine Panini sul campo di Subbuteo, sviluppa una passione viscerale per il calcio, che si trasforma presto in autentica dipendenza. Da sempre dalla parte degli underdog, non scambierebbe mai 1000 vittorie da cowboy con un unico grande successo indiano sul Little Bighorn. Tra una partita e l'altra, trova il tempo per laurearsi in economia, Tuttocalcioestero gli offre l'occasione per trarre finalmente qualcosa di buono dalla sua "malattia" per il pallone, strizzando l'occhio al sogno nel cassetto del giornalismo di professione.