La serata che ha appena trascorso Jurgen Klopp, probabilmente, non avrà modo di riviverla mai più. Una sfida complicata, in particolare per un uomo del suo temperamento tenuto in vita dall’istinto e l’emotività. Al Signal Iduna Park, i tifosi del Borussia Dortmund hanno omaggiato a dovere l’allenatore che ha ricollocato i giallo-neri tra le migliori squadre d’Europa. Dalla parte più calda dei sostenitori della squadra di casa, uno striscione (comprensivo del volto del mister) recitava “Danke Jurgen“.
Il momento più emozionante è arrivato prima della sfida però, durante il riscaldamento delle due squadre Klopp, involontariamente, si gira a fissare l’allenamento del Borussia Dortmund e resta con lo sguardo rivolto verso i giallo-neri a lungo quasi come se nulla fosse cambiato da un anno a questa parte. Il cambiamento è però arrivato ed i Schwarzgelben se ne accorgono molto presto: Origi, schierato a sorpresa al posto del più quotato Sturridge, porta in vantaggio il Liverpool (totalmente errata la lettura di Hummels). Klopp non si trattiene anzi, ha voglia di esultare: agita i pugni come al solito e scuote le braccia. Il tedesco rientra nella categoria, assolutamente più apprezzata, di chi affronta la sua ex-squadra ma decide sempre e comunque di esultare. La gioia, che sia dopo un gol o un salvataggio sulla linea, non va mai trattenuta dentro: è difficile per una persona equilibrata figuratevi per chi vive la partita come se la stesse giocando.
Al termine della partita, comunque, Klopp va a salutare la sua precedente e compagine e dedica ai sostenitori del BVB un lungo e caloroso applauso. In quell’istante non conta il risultato finale, non importa nulla, solo la riconoscenza reciproca che hanno i due protagonisti della storia, perché Jurgen resterà sempre un figlio del muro giallo-nero e con un carattere del genere non è neanche impossibile indovinarne il motivo.