“Fin da piccoli abbiamo giocato contro i nostri migliori amici e abbiamo sempre voluto batterli. Per questo amiamo questo sport!” Cit. Jürgen Klopp.
Ci è stato detto che in caso di pericolo oppure per punizione è possibile disputare una partita di calcio “a porte chiuse”, chi sostiene una cosa del genere non ha mai visto lo spettacolo del Signal Iduna Park all’ingresso in campo delle squadre: più di 80.000 persone a sventolare bandiere, esporre vessilli, applaudire e cantare all’unisono, tifosi di casa e ospiti, l’inno comune di entrambe le squadre, You’ll never walk alone.
Che cosa sarebbe il calcio senza questa cornice? Forse quasi nulla, un piccolo evento da quattro soldi, paragonabile al più amatoriale torneo di freccette a cui avete mai assistito tra una pinta di birra e l’altra in un pub di periferia.
Detto questo, si gioca. E come si gioca! Grande intensità, squadre che provano entrambe a costruire gioco e trovare la conclusione partendo dal fraseggio organizzato e dagli scambi veloci degli attaccanti.
Le occasioni latitano nella prima parte di gara, perché, con le energie al massimo, i difensori vengono asfissiati dal pressing alto delle punte e incontrano notevoli difficoltà a far partire la manovra.
Klopp prova a sorprendere i suoi ex giocatori mescolando le carte in tavola e portando Milner sulla linea dei centrocampisti con Henderson e Can e lasciando solo in avanti il giovane e veloce Origi, con Lallana e Coutinho sulle ali.
Il Borussia Dortmund invece prova ad incidere cercando i trequartisti Durm, Mkhitaryan e Reus alle spalle dei mediani avversari, con Aubameyang pronto a scattare in profondità.
Dopo un’occasione buona per parte, Sakho salva quasi sulla linea su tiro di Mkhitaryan e Weidenfeller respinge il tentativo di testa di Lovren, la squadra di Tuchel prende il sopravvento.
I tagli tra centrocampisti e difensori di Mkhitaryan mettono in difficoltà i Reds e la partita sembra sul punto di sbloccarsi in favore dei padroni di casa, ma incredibilmente la prima rete la segna Origi dall’altra parte.
Il belga è fenomenale nel ricevere palla da Milner di testa e proteggerla dai difensori girandola poi in diagonale alle spalle del portiere avversario.
E’ una doccia fredda che scuote il Borussia e nei minuti finali di tempo succede di tutto nell’area del Liverpool, che si salva prima con Lovren poi con Mignolet ed al quinto di recupero ha perfino la chance del 2-0 in contropiede, ma Origi stavolta si fa ipnotizzare da Weidenfeller.
Il pareggio è solo rimandato a dopo la pausa. Infatti nella ripresa il Borussia impiega solo 3 minuti per trovare l’1-1 con un grande stacco aereo in terzo tempo di capitan Hummels.
Nel mentre Tuchel aveva aggiustato la squadra inserendo Sahin a centrocampo per Durm e spostando Castro sulla tre quarti.
Il Liverpool, colpito nell’orgoglio, ha una reazione veemente e solo un triplo salvataggio di Weidenfeller nel giro di 2 minuti riesce a tenere invariato il punteggio.
I Reds scoprono quindi di potersela giocare alla pari e, al contrario di quanto avvenuto nella prima parte di gara, giocano gran parte del secondo tempo a viso aperto, concedendo qualcosa ai giallo-neri di casa, ma riservandosi il lusso di giocare la palla e creare occasioni con pregevoli combinazioni di prima in attacco.
Man mano che il triplice fischio si avvicina le energie scemano ed anche la voglia di scoprirsi comincia a venire meno di fronte alla possibilità di giocarsi il tutto per tutto nella gara di ritorno.
La girandola delle sostituzioni premia anche il giovane talento americano di origine croata Pulisic, ma non c’è più tempo per incidere, finisce 1-1 e la qualificazione si deciderà ad Anfield.
Partita apertissima, in questo stadio il grande Tottenham di Pochettino è caduto miseramente 3-0, mentre oggi il Liverpool di Klopp ha superato a pieni voti l’esame di maturità e dimostrato di potersela giocare.
Per il Borussia Dortmund è un piccolo passo falso, visto il cammino di questa stagione in casa, e forse a giocare un brutto scherzo per i tedeschi è stato proprio il loro ex allenatore, colui che conosce alla perfezione gli uomini di Tuchel e che dunque più di chiunque altro può metterli in difficoltà.
Al ritorno ci sarà da divertirsi di nuovo, sulle note di You’ll never walk alone e sperando ancora in un bello spettacolo di gioco e di pubblico. W il calcio!